La presentazione del bilancio, chiuso con numeri da record: nel 2023 in aumento sia gli utili sia il patrimonio netto. L’anno scorso Cdp ha attivato investimenti per più di 50 miliardi di euro, impiegando risorse pari a 20,1 miliardi
Al termine del suo primo mandato da amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti (Cdp) e in attesa della decisione del governo su un eventuale rinnovo dell’incarico per i prossimi tre anni, Dario Scannapieco ha presentato il bilancio 2023 del gruppo, chiuso con numeri da record.
L’utile netto della holding è aumentato del 23 per cento rispetto al 2022 e ha superato per la prima volta i tre miliardi di euro. In crescita anche il patrimonio netto (più 8 per cento), che ha raggiunto i 27,9 miliardi. La flessione degli utili dei conti di gruppo (5 miliardi, meno del 26 per cento sul 2022) si spiega in gran parte con la valutazione a patrimonio netto della partecipazione nell’Eni.
Crescono anche (più 3 per cento) i crediti erogati a sostegno di imprese, pubblica amministrazione e infrastrutture, che ammontano a 124 miliardi di euro. In totale, nel corso del 2023, Cdp ha attivato investimenti per più di 50 miliardi di euro, impiegando risorse pari a 20,1 miliardi. L’effetto leva ha quindi raggiunto quota 2,7, grazie anche a finanziamenti di investitori terzi.
Target superati
La nota che accompagna i numeri di bilancio segnala che nel biennio 2022-23 il gruppo ha superato gli obiettivi di business fissati nel piano strategico impegnando risorse per un totale di 50,7 miliardi che hanno attivato investimenti per 133,5 miliardi. Questo flusso di risorse è andato a finanziare oltre 60mila imprese, grazie anche a un massiccio ricorso ai fondi dei programmi Ue, con oltre un miliardo di risorse europee a sostegno degli investimenti in Italia. Cdp ha aumentato anche il proprio impegno nella cooperazione allo sviluppo impegnando fondi per 1,4 miliardi nel biennio 2022-23 contro i 500 milioni del 2020-21.
La storica attività di finanziamento agli enti pubblici (2,9 miliardi nel 2023) è stata affiancata dall’assistenza tecnico-operativa anche per migliorare la capacità di spesa della pubblica amministrazione a sostegno anche dei progetti legati al Pnrr.
Nel settore degli investimenti azionari, Cdp ha impegnato circa 1 miliardo di euro, con 420 milioni destinati a fondi di investimento per supportare start-up e piccole e medie imprese. Tra le operazioni più rilevanti, ci sono la vendita della partecipazione nella catena alberghiera Rocco Forte per 277 milioni di sterline (320 milioni di euro) e oltre 650 milioni destinati ai piani di rilancio di imprese strategiche, tra cui vanno ricordate Ansaldo Energia e Valvitalia.
Va ricordato che il gruppo guidato da Scannapieco ha in portafoglio partecipazioni in grandi gruppi strategici per il sistema Italia, dal 27,7 per cento di Eni al 9,8 per cento di Tim al 35 per cento di Poste Italiane.
La capogruppo Cdp spa nel 2023 ha fatto segnare una raccolta di 362 miliardi, in leggera diminuzione, meno 2 per cento, rispetto all’anno precedente. Gran parte di questo flusso, circa 285 miliardi, è costituito dai risparmi degli italiani, che affluiscono alla Cassa tramite Poste italiane.
Anche Cdp, come in generale, gli istituti di credito, ha visto aumentare di molto il margine di interesse (cioè la differenza tra gli interessi pagati e quelli incassati), che l’anno scorso ha raggiunto i 2,8 miliardi, in crescita del 65 per cento. Grazie a questa impennata dei margini, i conti 2023 hanno fatto segnare un risultato prima delle imposte di 4 miliardi (3,1 miliardi) e un utile da record, per la prima volta oltre l’asticella dei 3 miliardi.
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