La scala valoriale degli italiani nel corso degli anni ha subito diverse variazioni. Se per lungo tempo al primo posto c’è stata la famiglia, oggi ai vertici ci sono onestà e trasparenza (74 per cento), libertà (72), rispetto degli altri (68). A seguire il senso della famiglia (65), la fedeltà e la lealtà (59), l’amicizia (59), la giustizia sociale (53) la difesa dei diritti civili (53), la difesa della vita umana (50), il rispetto dei beni comuni e la sicurezza (entrambi al 48), l’uguaglianza e la difesa degli animali (entrambi al 47), nonché l’ecologia e la sostenibilità ambientale (46).

Se questi sono i primi valori per importanza, l’analisi agglomerata delle 35 issue verificate consente di identificare le diverse tribù valoriali presenti nel nostro paese, il loro peso e anche il loro contaminarsi e sovrapporsi (le persone possono ondeggiare tra più appartenenze valoriali).

Tutti gli articoli della nostra rubrica “Il cannocchiale – La società spiegata attraverso i dati”, a cura di Enzo Risso

Le varie community

La prima community (32) sono “quelli del focolare trasparente”. Senso della famiglia, bisogno di libertà, onestà e trasparenza relazionale, sono i tratti che marcano questo sciame. Seguono due community di dimensioni simili (entrambe al 29): i “guardiani della compostezza” e i “paladini della dignità”. Ordine e amicizia, lealtà e rispetto degli altri, fedeltà e bisogno di sicurezza, sono i marcatori del primo gruppo; mentre giustizia sociale, difesa dei diritti civili e difesa della vita umana sono le impronte dell’altro aggregato. Al quarto posto troviamo i “custodi dell’equilibrio” (15). Per loro sono fondamentali: rispetto dei beni comuni, uguaglianza, ecologia e sostenibilità ambientale, difesa della democrazia e degli animali. Nell’universo valoriale italiano ci sono anche altri sciami come gli “autentici oltre il materialismo” (7) e “i tessitori della comunanza” (5). Per gli autentici le issue di riferimento sono: fede religiosa, mantenimento delle tradizioni locali, parsimonia e sobrietà nei consumi.

Per i tessitori le issue portanti sono rappresentate da sostegno reciproco, mutualismo, inclusione, solidarietà, tolleranza, etica del lavoro e femminismo. Infine ci sono due sciami più piccoli: gli “edonisti cercatori di potenza” (4) e gli “immunizzanti totali” (1). Per gli edonisti il set valoriale fa perno su ricchezza, successo e godersi la vita. Per gli immunizzanti i punti di convergenza si sostanziano su patria, merito e omogeneità identitaria.

L’individualismo si rafforza

Tirando le somme e provando a individuare le macro tendenze valoriali presenti nel paese (mettendo insieme le community vicine tra loro) scopriamo che gli italiani si dividono lungo tre dimensioni: gli individualisti ancorati all’essere (50), i comunitari dell’interconnessione (46) e gli egotici dell’apoteosi del sé sovrano (4). Gli individualisti ancorati all’essere agglomerano due community: “quelli del focolare trasparente“ e i “guardiani della compostezza”.

Un campo identitario-valoriale che mette al centro la spinta individualista e fa perno su difesa delle tradizioni, familismo, bisogno di ordine, sicurezza e certezze relazionali (fedeltà e lealtà). I comunitari dell’interconnessione hanno una sensibilità maggiormente collettiva e comprendono quattro community: “paladini della dignità”, “custodi dell’equilibrio”, “tessitori di comunanza” e “autentici oltre il materialismo”.

Sono accumunati dall’aspirazione alla giustizia sociale, dalla difesa dei diritti civili, degli animali e dei beni comuni, ma anche da mutualismo, solidarietà, ecologia e sostenibilità. Gli egotici dell’apoteosi del sé sovrano, infine, sono degli iper individualisti e uniscono gli edonisti cercatori di potenza e gli immunizzati totali. Il loro mantra oltra alla ricchezza e al godersi la vita è quello di essere sempre tra simili.

Come ci ricorda il sociologo francese Gilles Lipovetsky «l’èra dell’iper-consumo è anche l’èra dell’iper-individualismo, caratterizzata da una ricerca ossessiva di realizzazione personale e di felicità privata». E l’Italia, pur spaccata in due, mostra una tendenza maggioritaria verso un individualismo rafforzato e ripiegato su sé stesso.

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