La Bce decide il primo rialzo dei tassi in undici anni, nell’anniversario del What ever it takes, e l’accordo sullo strumento anti frammentazione che prevede il rispetto delle regole fiscali europee e degli impegni presi con il Pnrr.
La Banca centrale europea ha deciso per l’ipotesi più aggressiva nella lotta all’inflazione e per la prima volta dopo undici anni ha annunciato il rialzo del costo del denaro di 50 punti base e quindi dei suoi tre tassi principali.
Christine Lagarde è attesa alla prova più importante del suo mandato: la prima stretta sui tassi che chiude definitivamente il lungo decennio delle politiche espansive dell’Eurotower e contemporaneamente la definizione del nuovo scudo anti spread chiamato Strumento di trasmissione della protezione (della politica monetaria), pensato per tutelare le periferie dell’unione monetaria, cioè i paesi ad alto debito con l’Italia in prima fila.
«Il Consiglio direttivo», si legge nel comunicato della Banca centrale europea diramato prima della conferenza stampa, «ha deciso di aumentare di 50 punti base i tre tassi di interesse chiave della BCE e ha approvato il Transmission Protection Instrument (TPI)».
Il compromesso sui tassi
Lagarde in conferenza stampa ha spiegato che il rialzo a 50 punti base è frutto da una parte dell’aggiornamento dei rischi di inflazione, dall’altra dal nuovo sostegno contro i rischi di frammentazione fornito dallo scudo anti spread. In sostanza per l’approvazione del secondo all’unanimità, la reazione contro l’inflazione doveva essere più forte.
La Bce abbandona anche l’approccio delle “indicazioni prospettiche” per decidere riunione dopo riunione i prossimi passi contro l’inflazione. Anche perché, ha spiegato la presidente del consiglio direttivo della banca centrale, «se le forniture dei prodotti energetici dalla Russia saranno interrotte» in modo da «portare al razionamento per famiglie e imprese» ci sarà «un significativo rischio di rallentamento dell'economia».
Il rinvio sui dettagli dello scudo anti spread
Sullo scudo anti spread il comunicato dice che sarà uno strumento aggiuntivo che il board Bce può attivare per contrastare dinamiche di mercato che possano porre una seria minaccia alla trasmissione della politica monetaria. La scala degli acquisti dipenderà dal livello di rischio e gli acquisti non hanno limiti «ex ante». Lagarde ha detto che lo strumento è stato approvato all’unanimità e che tutti i paesi dell’Eurozona potranno accedervi, e alle domande ripetute sull’Italia, ha risposto che lo scudo è stato pensato per affrontare rischi che tutti i paesi dell’area euro possono trovarsi ad affrontare.
Tuttavia i dettagli dello scudo anti spread saranno illustrati in un comunicato che verrà pubblicato solo un’ora dopo la conferenza stampa della presidente Bce.
«La Bce non sarà ostaggio di nessuno»
Lagarde ha spiegato che l’attivazione dello scudo anti spread sarà nella piena discrezionalità del consiglio direttivo: «la Bce non sarà ostaggio di nessuno» e per questo valuterà quattro principi chiave sui Paesi eventualmente beneficiari. Il primo sarà il rispetto delle regole generali di Bilancio dell'Ue, il secondo requisito sarà «l'assenza di gravi squilibri di bilancio», il terzo la «sostenibilità di bilancio» e il quarto requisito la presenza di «politiche macroeconomiche solide e sostenibili», con l'impegno a rispettare i parametri del Recovery fund Ue (con i Pnrr) e le raccomandazioni specifiche per Paese sulla base del semestre Ue.
Lagarde è stata anche più specifica: non essere in procedura di infrazione per deficit o non violare le raccomandazioni del Consiglio Ue, non presentare squilibri macroeconomici e avere finanze sostenibili secondo le istituzioni economiche come Bce, Fmi e Esm.
La presidente Bce ha detto che sull’uso del Tpi «se necessario non esiteremo», ma ha anche detto che il primo strumento contro i rischi di frammentazione è quello dei riacquisti ultra flessibili del Pepp. Come precisava il comunicato iniziale, la flessibilità dei riacquisti di titoli previsti dal programma varato per l’emergenza pandemica, il Pepp, rimane «la prima linea di difesa per contrastare i rischi del meccanismo di trasmissione legati alla pandemia».
Il comunicato sul TPI, pubblicato mentre la presidente Bce salutava e augurava buone vacanze, spiega che gli acquisti dello scudo anti spread saranno obbligazioni emesse da enti pubblici, in scadenza da uno a dieci anni. In caso, dove appropriato, possono essere considerate anche quelle del settore privato. E elenca le condizioni, già in parte anticipate:
- non avere procedure per disavanzi di bilancio eccessivi, sul fronte di debito e deficit
- non avere procedure per squilibri macroeconomici eccessivi
- sostenibilità delle finanze pubbliche secondo le analisi di Fmi, Bce, Esm e Commissione europea
- politiche economiche solide e sostenibili e cioè rispettare gli impegni presentati con i piani nazionali di ripresa e resilienza e le raccomandazioni specifiche per il paese della Commissione europea
Variabile Draghi
A questo appuntamento, il caso ha aggiunto due coincidenze sfortuite, da una parte l’anniversario del pronunciamento più celebre di un banchiere centrale, il what ever i takes di Mario Draghi, e una crisi di governo che ha eliminato proprio Draghi dalla guida del paese che beneficerebbe di più dello scudo anti spread.
Oggi la Borsa di Milano ha salutato le dimissioni di Draghi da Palazzo Chigi con un profondo rosso, perdendo più di un punto e mezzo, e lo spread tra i titoli di stato italiani a dieci anni e quelli tedeschi ha superato quello tra obbligazioni greche e Bund. A chi le ha chiesto un commento sui rialzi dello spread causati dalla crisi politica italiana, Lagarde ha risposto che il consiglio direttivo della Bce «non si occupa di questioni politiche».
Intanto la crisi energetica, sta facendo aumentare gli spread di tutta l’Europa meridionale che, nel peggiore debutto di un banchiere centrale, Lagarde aveva dichiarato di non voler chiudere, e la Germania vive il peggiore dei suoi incubi storici, l’inflazione che spinge i falchi della banca centrale alla linea più dura.
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