Nei mesi scorsi vi abbiamo raccontato quello che succedeva, notizia dopo notizia. Ora che sta per finire l’anno è il momento di fare un bilancio, appoggiandoci ai dati: ecco i fenomeni economici, sociali, climatici e culturali più importanti
Il 2023 dell’Italia non si può riassumere in un solo numero o grafico. Per cercare di fare una panoramica quanto più possibile completa abbiamo quindi deciso di rappresentare graficamente alcuni dei fenomeni economici, sociali, climatici e culturali che hanno segnato quest’anno.
La strage di Brandizzo è stata solo una delle tante avvenute sul posto di lavoro quest’anno. Rispetto ai primi nove mesi del 2022, le denunce di infortunio presentate all’Inail fino a settembre 2023 sono in calo del 19,6 per cento, ma in aumento rispetto al 2021 e al 2020. Quelle con esito mortale sono state 761, ventinove in meno rispetto al periodo gennaio-settembre dello scorso anno.
Da Giulia Tramontano a Giulia Cecchettin sono tanti i nomi delle vittime di femminicidio che hanno contribuito a riaprire il dibattito sul tema della violenza contro le donne. Secondo i dati della Direzione centrale della polizia criminale aggiornati al 26 dicembre, sono 118 le vittime di femminicidio quest’anno. Di queste, 96 sono state uccise in ambito familiare o affettivo. Un numero leggermente inferiore a quello del 2022, quando erano state 104.
Il 2023 è stato segnato da 378 eventi meteorologici estremi, dall’alluvione in Emilia-Romagna a quella in Toscana. Un dato aumentato del 22 per cento rispetto al 2022. Le regioni più colpite sono Lombardia ed Emilia-Romagna con 62 e 59 eventi che hanno provocato danni. Il fenomeno è in atto da tempo: la stima dei danni negli ultimi 43 anni supera i cento miliardi di euro (Legambiente).
«In Italia si fanno sempre meno figli» e i dati lo confermano. Negli anni il numero medio di figli per donna è gradualmente diminuito arrivando a sfiorare, secondo la stima elaborata sui primi sei mesi del 2023, il dato di 1,22 figli per donna. Nell’ultimo ventennio il numero massimo era stato raggiunto nel 2010, con la media di 1,46.
Secondo i dati Istat e Censis il tasso di occupazione è ai massimi storici, pari al 61,8 per cento (ottobre 2023). Ma la crescita degli ultimi anni non permette comunque al mercato italiano di raggiungere il livello degli altri paesi europei, tanto che l’Italia si colloca all’ultimo posto in Europa se si analizza il Goal otto (Lavoro dignitoso e crescita economica) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (Rapporto Asvis 2023).
Secondo i dati Istat, l’anno scorso l’inflazione era all’8,1 per cento, la più alta registrata in Italia dal 1985 (quando raggiunse il 9,2 per cento), in particolare a causa dell’andamento dei prezzi dell’energia. Secondo le stime quest’anno dovrebbe essere più bassa, pari al 5,7 per cento (dato di ottobre).
Le spese autorizzate dalle leggi di bilancio dal 2016 a oggi nei confronti del ministero della Difesa hanno registrato una crescita graduale. L’anno in cui sono state più elevate è il 2023, con 27,7 miliardi di euro. Più del 93 per cento della spesa è dedicato alla difesa e sicurezza del territorio (carabinieri, forze terrestri, marittime, aeree, pianificazione delle forze armate e approvvigionamenti militari, impiego dei comandi e degli enti interforze dell’area tecnico operativa).
L’andamento del costo della benzina è variato molto negli ultimi due anni. Il momento in cui ha raggiunto il pezzo più basso è stato a ottobre del 2022, mentre quello più alto a giugno 2023. Secondo gli ultimi dati disponibili riferiti al mese scorso, il prezzo medio di novembre 2023 è più elevato di quello dell’anno passato.
Il 2023 è stato segnato anche dalle proteste degli studenti universitari nelle tende contro il caro affitti. Secondo un’indagine di Idealista, nel terzo trimestre del 2023 i canoni mensili sono aumentati del 13,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. Tra luglio e settembre di quest’anno il comune con gli affitti più elevati è stato Forte dei Marmi e nelle prime tre posizioni del ranking ci sono località con una forte attrattività turistica.
I risultati delle prove invalsi di italiano e matematica somministrate nelle classi seconde della scuola primaria hanno mostrato un peggioramento del risultato medio nazionale rispetto agli scorsi anni. In entrambi i casi è possibile che la causa sia dovuta in parte alla didattica a distanza durante il periodo pandemico. Nella prova di italiano il 69 per cento degli allievi ha raggiunto il livello base, in matematica il dato scende al 64 per cento.
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