La fiducia è uno degli elementi fondamentali per gli individui, per le famiglie, le comunità, le aziende, le nazioni. La sua importanza nelle relazioni sociali è stata più volte sottolineata dalla filosofa Martha Nussbaum, ricordando che le persone devono riuscire a fidarsi l’una dell’altra. «Devono essere in grado di ricevere le reciproche espressioni d’amore senza sospetti, gelosie o reazioni di autodifesa, perché la philia richiede un’apertura ed una ricettività che sono incompatibili con la paura».
La società contemporanea vive un drammatico deficit di fiducia. Una tendenza che è globale e non solo italiana. Il quadro emerge con chiarezza dall’indagine annuale di Ipsos global Advisor Trustworthiness index realizzata in 31 paesi.
Gli unici soggetti in cui almeno metà delle opinioni pubbliche di queste nazioni ripone fiducia sono i medici (58 per cento), gli scienziati (57 per cento) e gli insegnanti (53 per cento). Tutti gli altri soggetti sono al di sotto della soglia del 50 per cento.
Basso tasso di fiducia
Per prime arrivano le forze armate (42), seguite da: persone comuni (38), forze di polizia (36), giudici (35), avvocati e conduttori di notiziari televisivi (29), sondaggisti (28) e parroci (27). In fondo alla classifica della stima troviamo i dirigenti d’azienda, i dirigenti della pubblica amministrazione, i banchieri e i giornalisti (tutti al 25 per cento), i ministri e i dirigenti pubblicitari (18), chiudono i politici al 14 per cento.
Il quadro globale mostra sia un basso tasso di fiducia complessivo delle persone (il massimo livello di fiducia non arriva nemmeno al 60 per cento), sia una contrazione della fiducia nel corso degli ultimi anni. Rispetto al 2021 la stima verso i medici è calata di sei punti (era al 64 per cento), negli scienziati, nelle forze di polizia e negli insegnanti il calo è stato di tre punti. Nelle forze armate e verso i giudici la riduzione è stata di due punti.
Il quadro italiano porta con sé alcuni ulteriori segnali di contrazione della fiducia. Sopra al 50 per cento troviamo solo i medici e gli scienziati (entrambi al 60 per cento). Il paese in cui i medici godono di maggiore stima sono l’Argentina, la Spagna, l’Olanda e l’India (68 per cento). Per quanto riguarda gli scienziati, sono in vetta alla classifica della considerazione in Spagna e Argentina (71 per cento).
Tornando al quadro italiano possiamo notare che gli insegnati si collocano, come nel resto del mondo, al terzo posto, ma non arrivano alla soglia del 50 per cento e si fermano al 47 per cento. Una percentuale che pone l’Italia tra i paesi che hanno meno fiducia negli insegnanti: al 25esimo posto su 31 paesi. Indonesia (71 per cento), Cile, Brasile (64), Olanda (62) sono i paesi che guidano la considerazione verso gli insegnanti.
Peggio dell’Italia la situazione si registra in Germania (46 per cento), Polonia (38), Corea del Sud (34) e Giappone (20). Al quarto posto nella classifica della fiducia, sempre nel nostro paese, si collocano le Forze armate con il 44 per cento. Gli italiani, rispetto al quadro globale, ripongono fiducia nelle forze di polizia (43 per cento) e meno nelle persone comuni (34 per cento). I giudici si collocano al settimo posto nella classifica (30 per cento), seguiti dai sondaggisti (29).
Politica debole
Molto più bassa è la fiducia negli avvocati e nei conduttori di notiziari televisivi (23 per cento, meno sei punti rispetto alla media globale), nei parroci (22 per cento, meno cinque punti), nei banchieri (21 per cento, meno tre punti).
Non va meglio ai giornalisti (19 per cento e meno sei punti rispetto al dato medio globale), mentre sui politici il quadro è allineato (13 per cento in Italia contro il 14 della media globale). Va anche segnalato che sul fronte della considerazione verso la classe politica l’Italia non è all’ultimo posto.
La bassa stima nella classe politica la troviamo tra gli argentini (6 per cento), gli ungheresi e i polacchi (7), gli spagnoli, i rumeni e i coreani (8), i peruviani e i belgi (9), i sudafricani, i colombiani, i cileni e i giapponesi (10 per cento). Sullo stesso livello degli italiani troviamo gli americani, i francesi, i canadesi (tutti al 13 per cento), sempre in basso ci sono anche i brasiliani, gli inglesi, gli svedesi (tutti al 15 per cento).
Le uniche realtà in cui si registra una maggiore fiducia nella classe politica sono quella indiana con il 33 per cento e quella di Singapore con il 30 per cento. Il deficit di fiducia non è un buon segno per il futuro, specie in una fase di polifonia di crisi e di disordine globale (politico, militare ed economico) che stiamo vivendo.
Come ci ricorda Stephen Covey in The speed of trust, la fiducia è «una cosa che, se eliminata, distrugge il governo più potente, il business di maggior successo, l’economia più fiorente, la leadership più influente, la più grande amicizia, il carattere più forte, l’amore più profondo».
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