Il capitale sociale langue in Italia. Sono fragili le risorse cui le persone possono attingere grazie alle qualità e quantità delle relazioni sociali e delle reti di connessioni che possiedono.

Una recente indagine di Ipsos global Advisor, realizzata in 30 paesi, consente di mettere a confronto la qualità percepita delle relazioni sociali e familiari degli italiani con quelle dei cittadini degli altri paesi e permette di verificare lo stato di salute del capitale sociale presente nella nostra penisola.

Le relazioni

Partiamo dalle relazioni sentimentali e sessuali. In Italia sono soddisfatti il 52 per cento delle persone. Un dato che colloca gli italiani al terzultimo posto insieme a Canada (52), Corea del Sud (45) e Giappone (37). In testa alla classifica di appagamento delle relazioni sentimentali ci sono i cittadini di India e Messico (76 per cento). Il primo paese europeo è la Spagna (70), seguita da Olanda (64) e Gran Bretagna (63). La Francia è al 61, poco più sotto l’Irlanda (60), il Belgio e la Svezia (58).

Livelli simili a quelli dell’Italia li troviamo in Germania (54) e Ungheria (53). Il secondo aspetto sono le relazioni amicali. La soddisfazione colloca gli italiani al penultimo posto (63 per cento), superati solo dai giapponesi (55). In testa ai livelli di appagamento per la qualità delle amicizie troviamo i residenti in Perù e Indonesia (85 per cento), seguiti da Sudafrica e Thailandia (83). Al terzo posto si collocano olandesi e irlandesi (82). Più sotto: inglesi (81), spagnoli (79), polacchi (77), tedeschi e francesi (76), svedesi (75), belgi (71) e ungheresi (70). Non va meglio se analizziamo il compiacimento per i rapporti di coppia. L’Italia si colloca in terzultima posizione (72 per cento di soddisfatti), superata da Corea del Sud (68) e dal Giappone (69). I più appagati dalle relazioni di coppia li troviamo in Thailandia (92 per cento) e Olanda (91). Negli Stati Uniti il livello di appagamento coinvolge l’87 per cento delle persone, in Gran Bretagna l’86, in Germania l’85, in Spagna l’84, in Francia Polonia e Ungheria l’81. Gli italiani salgono al quart’ultimo posto quando si parla di soddisfazione dei rapporti con genitori, fratelli e parenti (69 per cento). Peggio vanno solo Turchia (68), Ungheria (67), Corea del Sud (81) e l’immancabile Giappone (55).

I paesi europei in cui l’appagamento per le relazioni parentali è maggiore sono Spagna e Olanda (81), seguite da Svezia (78), Irlanda e Gran Bretagna (77), Francia e Germania (72), Polonia (71). Complessivamente gli italiani si sentono limitatamente amati (63 per cento afferma di sentirsi amato) e poco apprezzati (58 per cento afferma di sentirsi apprezzato). Nel primo caso l’Italia si colloca al penultimo posto, nel secondo caso si piazza al quart’ultimo posto.

L’unico aspetto in cui gli italiani risalgono la piramide della soddisfazione è quello relativo alla soddisfazione del rapporto con i figli (81 per cento). Un dato che colloca il nostro paese sempre nella parte bassa della classifica, ma non in fondo, superata da Turchia, Australia, Polonia, Corea del Sud, Ungheria, India e Giappone. Il livello di soddisfazione italiano è simile ai livelli registrati in Germania e Olanda (83), Gran Bretagna e Francia (84), Irlanda e Spagna (86). Solo la Svezia svetta con il suo 90 per cento.

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Una situazione fragile

Il quadro che emerge dalla ricerca mostra una sistemica e complessiva fragilità del capitale sociale degli italiani. Un dato che porta con sé numerose e perniciose conseguenze. Bassi livelli di capitale sociale alimentano la frammentazione e l’isolamento degli individui e dei gruppi, riducendo i tassi di coesione sociale; indeboliscono il tessuto della fiducia tra le persone e la loro disponibilità a cooperare per il bene comune; riducono la partecipazione civica e politica; foraggiano l’aumento dell’individualismo e dell’egoismo. Un basso capitale sociale può esacerbare le disuguaglianze esistenti, poiché le persone con meno risorse e reti sociali hanno minori opportunità di mobilità sociale e di accesso ai benefici derivanti dalle relazioni.

Non solo. Bassi livelli di reticolarità sociale incrementano la criminalità e i comportamenti antisociali. Una comunità con un capitale sociale carente ha, infine, più difficoltà a far fronte e a riprendersi da eventi traumatici o situazioni di crisi, a causa della mancanza di supporto reciproco e di risorse condivise. Minando la coesione, la fiducia e la capacità di una società di affrontare sfide comuni e perseguire obiettivi condivisi, si prepara un futuro di fragilità e si alimentano le fratture e le tensioni sociali. Ma di questo nel dibattito politico contemporaneo non c’è ombra.

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