Oggi sono state fissate le regole per la votazione del presidente della Repubblica, domani alle 14 scade il termine per la presentazione degli emendamenti dei partiti alla delega fiscale. Si può dire che la vita del governo Draghi si gioca tra queste due sponde.

La Lega che per bocca del suo leader, Matteo Salvini, ha assicurato di essere dentro la maggioranza, Draghi premier o Draghi non premier, sta alacremente lavorando per disfare la sottile tela di Penelope della riforma che quello stesso esecutivo di cui si dice protagonista dovrebbe poi mettere a punto.

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Il catasto

Il leghista Alberto Bagnai ha dichiarato che il partito chiederà lo stralcio della riforma del catasto, cioè della novità più di rilievo attualmente contenuta nella delega, oltre a perorare la causa della flat tax che non è una flat tax ma uno sconto agli autonomi che incentiva le aziende a restare di dimensioni minime.

Un fisco efficiente non è di destra o di sinistra

Tra le forze di maggioranza, anche Forza Italia vuole affondare la riforma del catasto. Tema che potrebbe essere cavalcato facilemnte da Fratelli d’Italia, l’alleato all’opposizione.

 Il governo si è impegnato a un aggiornamento dei valori patrimoniali sulla base del mercato che riprende in toto la riforma votata in parlamento e poi messa su un binario morto dal governo Renzi, da realizzare entro il 2026 senza per ora prevedere aumenti delle entrate.

La destra compatta si oppone sostenendo che un aggiornamento sarebbe a sfavore di tutti gli italiani. Ma una rielaborazione dei dati di Osservatorio mercato immobiliare, Agenzia delle entrate e Istat, realizzata dal think tank Tortuga, mostra che chi ha immobili nelle cosiddette aree interne e in ampia parte del Mezzogiorno avrebbe da guadagnare da un catasto aggiornato, lo stesso si può dire di diversi monitoraggi sulla differenza centro periferie delle grandi città, a partire da Roma.

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Portato a casa l’accordo sull’Irpef con la legge di Bilancio e la riorganizzazione dell’amministrazione fiscale, le altre grosse partite sono quella della revisione della tassazione di impresa e soprattutto della razionalizzazione dell’Iva.

Troppe aliquote e troppe agevolazioni sulla tassa dei consumi: va rivista sia perché è la tassa assolutamente più evasa sia perché continuare a concentrare le imposte sul reddito da lavoro dipendente mentre la quota di reddito da lavoro continua a diminuire non è sostenibile.

Le premesse della delega fiscale sono chiare: oltre a lotta all’evasione e razionalizzazione, l’obiettivo è la crescita attraverso il calo della tassazione sui fattori di produzione. Cioè meno tasse su lavoro e investimenti.

Così il governo prepara l’accordo tra i partiti sull’Irpef

Sono dieci anni che la Commissione europea, piena zeppa di tecnici e funzionari italiani che si occupano di questi dossier, lo ripete. Con la differenza che questa volta c’è il vincolo del programma Next generation Eu che si basa su un principio chiaro: il Pnrr e le sue riforme devono essere coerenti con le raccomandazioni specifiche per il paese. Tanto che, proprio a proposito del catasto, la relazione tecnica alla delega cita le raccomandazioni del 2019 che si occupano a lungo della tassazione.

Patrimonio e consumi

«Le basi imponibili meno penalizzanti per la crescita, come il patrimonio e i consumi, sono sottoutilizzate», dicono le raccomandazioni approvate da tutti i capi di stato e di governo europei. Tradotto vuol dire: catasto e Iva.

«L’imposta patrimoniale ricorrente sulla prima casa è stata abrogata nel 2015, anche per i nuclei familiari più abbienti. Inoltre i valori catastali dei terreni e dei beni, che costituiscono la base per il calcolo dell’imposta sui beni immobili, sono in gran parte non aggiornati» e gli sconti fiscali sull’Iva «sono elevati e la loro razionalizzazione è stata sistematicamente rinviata negli ultimi anni».

Quindi la tassazione deve aumentare su patrimonio, con una imposta facilmente progressiva, e sui consumi, che invece non sono tassati progressivamente.

L’offensiva della destra verso uno di questi due pilastri va dritta verso un approfondimento delle disuguaglianze italiane e la violazione dei principi su cui si basa la delega e il patto con l’Ue.

Ma nei giorni dei negoziati del Quirinale, l’altro impegno dei partiti è comunicare al governo di essere già in campagna elettorale.

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