«Stiamo lavorando perché una seconda casa automobilistica possa insediarsi nel nostro paese», dichiara il ministro delle Imprese. Intanto il mercato è in calo e l’ex gruppo Fiat investe sempre meno nei suoi stabilimenti italiani
Consapevole del progressivo disimpegno di Stellantis nel nostro Paese, dove le nuove produzioni sono al palo e i lavoratori di Mirafiori si apprestano a tornare in cassa integrazione, il ministro delle Imprese e del Made in Italy prova a risollevare il morale del settore dell’auto italiano con una promessa destinata a far discutere: l’arrivo di una seconda casa automobilistica sul territorio italiano, che faccia concorrenza all’ex Fiat e ne compensi la diminuzione degli investimenti.
L’obiettivo dichiarato del ministro è di arrivare a un milione e 400 mila veicoli prodotti: una prospettiva decisamente ottimistica quanto piuttosto inverosimile, se si pensa che a oggi si è fermi a circa 400 mila auto prodotte ogni anno in Italia, nonostante Stellantis abbia più volte manifestato l’intenzione, ribadita nei tavoli ministeriali, di salire a un milione di veicoli. Questo impegno è fin qui rimasto lettera morta, e forse anche per questo al ministero delle imprese hanno deciso di guardarsi intorno, in cerca di un nuovo investitore su un settore in grave affanno. Ma che l’operazione riesca è ampiamente da dimostrare, e gli ultimi dati sull’industria dell’auto non fanno ben sperare.
«Stiamo lavorando affinché ci sia una seconda casa automobilistica che possa insediarsi nel nostro Paese, per raggiungere l'obiettivo complessivo che ci siamo dati di un milione e 400 centomila veicoli prodotti in Italia», ha dichiarato oggi Urso, mentre si trovava a Potenza per incontrare incontrare i rappresentati sindacali e una delegazione di lavoratori di Stellantis e di aziende del suo indotto, che sono in presidio davanti alla sede lucana di Confindustria per chiedere risposte sul futuro dello stabilimento di Melfi, dove attualmente vengono prodotti tre modelli: la Fiat 500x, la Jeep Renegade e la Jeep Compass.
Lo stesso Urso riconosce la difficoltà di salire oltre il milione di vetture prodotte, oltre a non aver menzionato in alcun modo il possibile interesse di altre case automobilistiche a investire in Italia, e riconosce implicitamente la situazione drammatica in cui riversa il settore: «Quel numero di vetture prodotte potrebbe rispondere alle esigenze del mercato interno e salvaguardare appieno il sistema produttivo. Non è semplice, ma siamo al lavoro», ha sottolineato. Si potrebbe parlare quasi di mission impossible.
Anche perché se la seconda casa automobilistica ancora non si vede all’orizzonte, la prima e unica presente in Italia - ovviamente Stellantis - ha chiuso l’anno con risultati in calo. Nell’ultimo mese del 2023 l’azienda ha venduto 136.016 auto, registrando una diminuzione del 14,9 per cento rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente, con una riduzione di quasi due punti della quota di mercato, che è passata dal 14,7 al 13%. Numeri che seguono l’andamento negativo dell’intero settore dell’auto, che dopo sedici mesi in crescita, trainata dalla ripresa post-Covid, ha registrato una decisa battuta d’arresto, con un meno 3,8% complessivo in tutta Europa rispetto alla fine del 2022. Cifre che suonano come un campanello d’allarme per il futuro dell’auto, e che dovrebbero imporre anche al ministro Urso di ridimensionare le sue ambizioni.
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