I permessi sindacali per alcuni piloti pesano più di 5mila euro al mese. Dal segretario Cgil a quello Uil, sono tanti i dipendenti che arrotondano lo stipendio. Tutto concordato con l’azienda
- Grazie ai permessi sindacali piloti e assistenti di volo riescono a riscuotere a fine mese buste paga maggiorate di diverse migliaia di euro.
- Ufficialmente i permessi servono per curare l’attività sindacale, ma le organizzazioni sindacali della compagnia brillano per una cronica assenza di iniziativa.
- Il manuale Cencelli dei permessi: 3.432 giornate a Cgil, altrettante a Uil, Cisl e Ugl. All’Anpac 1.320, 440 all’Anpav, 300 a Usb.
Che bello fare il sindacalista all’Alitalia. Se sei un pilota o un assistente di volo e sai giostrare come si deve con i permessi sindacali puoi anche dimenticarti di essere il dipendente della più dissestata e assistita azienda d’Italia. Puoi farti beffe perfino del Covid (almeno economicamente parlando), puoi rimanere al caldo nonostante la cassa integrazione, puoi startene sicuro mentre gli altri devono sopportare i colpi di conduzioni aziendali dissennate.
E puoi addirittura permetterti il lusso di guardare con fiducia al futuro che per i lavoratori normali rimane invece un angoscioso punto interrogativo, nonostante i tre miliardi di euro puntati con accanimento dallo stato a favore della compagnia nella speranza di tenere in vita un’azienda che in condizioni normali sarebbe già morta e sepolta.
La lista dei sindacalisti
Puoi fare tutto questo se sei sindacalista Alitalia perché proprio grazie al tuo status puoi arrotondarti lo stipendio quasi del tutto a piacimento, in qualche caso a botte di migliaia di euro al mese. Siamo riusciti ad avere le buste paga di una decina di questi fortunati piloti e assistenti di volo sindacalisti risalenti al 2018.
E siamo riusciti a consultare quello che in gergo viene chiamato lo «specchio delle attività» aggiornato fino a ottobre 2020, cioè il documento interno all’azienda che evidenzia quanta parte del totale in busta paga è frutto del volato vero e quanta invece deriva dal volato che potremmo definire «sindacale». Cioè quante ore l’azienda ha pagato a piloti e assistenti di volo sindacalisti considerandole come passate alla guida dell’aereo o in cabina per assistere i passeggeri, ma che in realtà sono state usate per altro dai diretti interessati.
Combinando i dati delle retribuzioni 2018 ancora validi (valore delle indennità in funzione dell’aumento delle ore volate) con i dati recentissimi del volato, abbiamo potuto calcolare con l’aiuto di fonti qualificate Alitalia quanto pesano i permessi nelle buste paga di piloti e assistenti sindacalisti maturati in due mesi del 2020: a gennaio prima della pandemia e a ottobre, in piena seconda ondata.
Quando la flotta è rimasta quasi del tutto ferma, gli assistenti di volo e i piloti non sindacalisti sono finiti di fatto a bocca asciutta per la parte della retribuzione legata alle ore volate e i 10.600 dipendenti hanno dovuto fare i conti con la cassa integrazione.
Tra le buste paga e i prospetti che abbiamo potuto consultare ci sono quelli dei rappresentanti più in vista delle sigle sindacali riconosciute dall’azienda, tranne Anpav: Fabrizio Cuscito della Cgil, Ivan Viglietti Uil, Raffaele Meola e Giovanni Platania Cisl, Massimiliano Procesi ex Anpac e ora Cisl, Marcello Consalvi e Riccardo Nucci Ugl, Cleofe Tolotta Usb. Il contributo dei permessi al totale dello stipendio, cioè l’apporto della parte non volata, ma pagata come tale, è per tutti davvero significativo.
Le ore volate sindacali
Qualche esempio: il comandante Consalvi vola molto e guadagna bene. A febbraio 2018 riscosse un lordo di 18.443,89 euro. Dallo specchio delle attività Alitalia risulta che a gennaio di quest’anno ha trascorso davvero 66,03 ore davanti a una cloche, in più si è fatto riconoscere 8 giorni di permessi sindacali equivalenti a 30,4 ore grazie alle quali ha superato addirittura il limite massimo di volo imposto dai regolamenti internazionali che è di 90 ore. I permessi gli hanno portato in tasca più di 5mila euro lordi.
Ad essi ha aggiunto la diaria, cioè il quid riconosciuto dall'azienda per pagare il pasto ai sindacalisti per ogni giornata di permesso (42 euro). Nel caso di Consalvi si è trattato in totale di 336 euro. A ottobre causa Covid anche il comandante Consalvi non ha volato, ha però usufruito di 9 giorni di permesso (34,2 ore) che fanno oltre 1.900 euro, una cifra minore rispetto a gennaio perché non sono scattati in pieno i meccanismi moltiplicatori di retribuzione legati alla progressione delle ore volate. Come diaria a ottobre gli sono spettati 378 euro.
Ancora: i piloti Viglietti e Cuscito, il primo responsabile del dipartimento piloti Uil e il secondo responsabile trasporto aereo Cgil. A febbraio 2018 Viglietti ritirò una busta paga di 9.957,11 euro lordi. A gennaio 2020 ha volato 56,33 ore e in più si è fatto riconoscere 10 giorni di permessi per un totale di altre 38,8 ore. I permessi sindacali gli hanno portato in busta paga oltre 3.500 euro, più 420 euro di diaria. Lo scorso ottobre anche lui non ha volato, ma si è fatto dare 12 giorni di permessi (equivalenti a 45,6 ore di volato) che gli hanno assicurato oltre 1.400 euro in busta paga, più 504 euro di diaria.
Cuscito a febbraio 2018 riscosse 7.381,07 lordi, a gennaio 2020 ha volato 39,13 ore a cui ha aggiunto 30,4 ore di permessi (8 giorni) per i quali ha incassato oltre 1.700 euro. A ottobre ha volato solo 17 ore a cui ha sommato 12 giorni di permesso (45,6 ore) riscuotendo per questi ultimi circa 1.700 euro più 504 euro di diaria.
Stando alle versioni dell’azienda e dei sindacati le ore di permesso servono per curare l’attività sindacale, ma all’Alitalia in crisi perenne, i sindacati si fanno notare non per l’attivismo quanto per una cronica assenza di iniziativa.
Sia chiaro: la lievitazione retributiva dei sindacalisti avviene senza trucco e senza inganno, nel rispetto delle regole, tutto è minuziosamente rendicontato e contabilizzato, tutto è stato a suo tempo concordato nei minimi particolari attraverso apposite trattative.
Per quanto riguarda l'etica sindacale, invece, è tutta un’altra storia, perché se può essere considerato un ragionevole diritto del lavoratore non essere penalizzato nello stipendio se fa anche il sindacalista, non è bello che lo stesso lavoratore sindacalista diventi un privilegiato.
La quantità dei permessi è stata stabilita da Alitalia e sindacati l’11 luglio 2017 in un accordo da cui è stato estrapolato una specie di manuale Cencelli sindacale dei permessi. Il totale dei permessi in base d’anno è di 15.788 giornate così ripartite: 3.432 a Cgil e altrettante a Cisl, Uil e Ugl, 1.320 giornate all’Anpac, 440 all’Anpav e 300 all’Usb. Gli altri sindacati, da Cub a Navaid sono tagliati fuori.
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