Gazprom ha tagliato le forniture a Polonia e Bulgaria perché si sono rifiutate di pagare in rubli, adesso saranno rifornirti dagli altri paesi europei. La presidente della Commissione ha detto che «l’Europa non si piegherà al ricatto». In corso vertice di coordinamento del gruppo gas. Il prossimo pagamento Eni è previsto dopo la metà di maggio
La Russia ha aperto un nuovo fronte di guerra, quello del gas. Mercoledì la Polonia prima e la Bulgaria dopo hanno riferito che Gazprom ha deciso di fermare le forniture a partire da oggi, 27 aprile, i paesi dell’Unione europea si stanno coordinando per un’eventuale risposta d’emergenza per la chiusura. In corso un vertice d’emergenza del gruppo gas che include le compagnie che si occupano della distribuzione di energia elettrica e di metano e l’Autorità per l’energia italiana e degli altri paesi membri.
17:37 – Una riunione straordinaria dei ministri dell'Energia dell'Ue si terrà «il prima possibile». Lo ha annunciato in una conferenza stampa la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
16:29 – Donald Tusk, l’ex presidente polacco del Consiglio europeo è partito all’attacco: «Ho sentito che non solo l’Ungheria, ma anche Germania e Austria sono pronte a pagare in rubli».
15:07 – «Polonia e Bulgaria ci hanno aggiornato sulla situazione, entrambi stanno ricevendo gas dai loro vicini europei» ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante un punto stampa. La
Nel frattempo, Gazprom ha anche inviato lettere alle compagnie energetiche tedesche indicando le nuove condizioni. Al più tardi per le consegne di gas per l'aprile in corso, che di solito vengono pagate a maggio, si applicano le nuove regole.
13:40 – L’Italia non è tra i paesi attualmente a rischio stop gas. A quanto riferito da una fonte vicina alla materia, i contratti Eni prevedono la prossima tranche di pagamento la seconda metà di maggio. Per quanto riguarda l’obbligo del conto in rubli previsto dal decreto di Vladimir Putin, la compagnia non ha ancora avviato le pratiche amministrative ma la decisione dovrà essere presa a breve. In una comunicazione del 22 aprile, la commissione Europea ha ricordato che i rapporti con Gazprombank non sono soggetti a sanzioni, questo significa che tutte le compagnie attualmente interessate dall’approvvigionamento russo potrebbero decidere di seguire l’indicazione di Mosca.
15:50 – «La mossa di oggi della Russia - ha aggiunto von der Leyen con riferimento alla chiusura du rubinetti del gas destinato a Polonia e Ungheria - colpisce sé stessa. Il Cremlino colpisce l'economia russa perché si priva di importanti introiti» ha detto von der Leyen. In realtà, tramite “reverse flow”, cioè il flusso a rovescio, è plausibile che ai paesi dell’est possa essere restituito gas russo come in passato.
13:11 – Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, «la richiesta di pagare il gas russo in rubli non è un ricatto e la Russia resta un fornitore affidabile di risorse energetiche». Il commento arriva subito dopo la dichiarazione della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
13:16 – Il Cremlino dice che fermerà il gas verso altri paesi che non pagheranno in rubli.
12:22 – Igor Volobuev, vicepresidente della Gazprombank di proprietà statale, ha affermato di essere fuggito dalla Russia per combattere a fianco delle forze ucraine.
Lo riporta sul suo sito web Moscow Times. Volobuev ha detto al sito web di notizie indipendenti The Insider e al sito di notizie economiche liga.net dell'Ucraina di aver lasciato la Russia il 2 marzo e di essersi unito alle forze di difesa territoriale ucraine.
«Non potevo guardare da bordo campo cosa stava facendo la Russia alla mia patria», ha detto Volobuev, nato nella città ucraina nord-orientale di Okhtyrka, in un’intervista pubblicata ieri come riferisce sempre Moscow Times.
11:08 – La presidente della commissione Ursula von der Leyen ha detto che l’Europa non si piegherà al ricatto di Vladimir Putin: «È l'ennesimo tentativo della Russia di utilizzare il gas come strumento di ricatto. Questo è ingiustificato e inaccettabile».
Questo, ha proseguito «mostra ancora una volta l'inaffidabilità della Russia come fornitore di gas. Siamo preparati per questo scenario. Siamo in stretto contatto con tutti gli Stati membri. Abbiamo lavorato per garantire consegne alternative e i migliori livelli di stoccaggio possibili in tutta l'Ue.
Gli Stati membri hanno messo in atto piani di emergenza proprio per questo scenario e abbiamo lavorato con loro in coordinamento e solidarietà». I piani di emergenza prevedono la riduzione dei consumi e nel peggiore dei casi il razionamento.
I prezzi del gas in Europa sono aumentati del 24 per cento in seguito alla dichiarazione di Gazprom sulla sospensione delle consegne, arrivando a circa 125 euro per megawattora.
Le consegne
Gazprom ha riferito di aver interrotto le consegne di gas naturale a Polonia e Bulgaria perché si erano rifiutate di pagare in rubli russi, come aveva chiesto il presidente Vladimir Putin a fine marzo. La società ha dichiarato di non aver ricevuto alcun pagamento dall'inizio del mese. I prezzi del gas in Europa sono aumentati del 24 per cento.
Fatih Birol, il direttore esecutivo dell'Agenzia internazionale per l'energia con sede a Parigi, ha definito la mossa una in un tweet «una trasformazione in arma da guerra del gas».
Per l’esperto «accelererà solo gli sforzi europei per allontanarsi dalle forniture energetiche russe», ha scritto.
La Polonia, rivale storica della Russia, è stata un’importante via per la consegna di armi all'Ucraina e questa settimana ha confermato che invierà i carri armati del paese. Il paese ga riferito che non dovrebbe avere particolari danni dalla chiusura, aveva annunciato che entro il 2022 sarebbe stato indipendente.
Depositi e armi
La Polonia ha anche un deposito di gas naturale e presto beneficerà dell'entrata in funzione di due gasdotti, ha affermato l'analista Emily McClain di Rystad Energy. Il deposito è da circa 3 miliardi di metri cubi, riporta Staffetta Quotidiana, a fronte di un consumo di 23 miliardi di metri cubi annui. Due sono i gasdotti che arrivano nel paese, tra cui uno, Yamal, ha ricevuto spesso meno metano a partire dall’anno scorso.
In Bulgaria il metanonarriva invece via Ucraina transitando per la Moldavia e al Romania. Il paese riceve oltre il 90 per cento del suo gas dalla Russia e i funzionari hanno affermato che stavano lavorando per trovare altre fonti, come dall'Azerbaigian.
Entrambi i paesi avevano rifiutato le richieste della Russia di pagare in rubli aprendo un conto in Gazprombank, così come quasi tutti i clienti russi del gas in Europa.
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