- Salvatore Gaziano, analista e consulente finanziario indipendente, fondatore di SoldiExpert SCF, risponde alle domande sulla Borsa e la Vita e di finanza personale. Scrivete a lettori@editorialedomani.it
- Questa settimana si parla del metallo giallo, l’oro, che è tornato a volare e ritoccare i massimi storici nella scorsa settimana per effetto anche dell’invasione della Russia in Ucraina
- Un risparmiatore si interroga su questo tipo di investimento, fra i più antichi della storia, e come può essere replicato e se storicamente ha funzionato come “assicurazione” oppure come diceva Keynes è solo una “reliquia barbara”
Ho paura di quanto sta accadendo fra Ucraina e Russia e leggendo sulla rete ho trovato chi consiglia di comprare solo oro per difendere il proprio potere d’acquisto e contemporaneamente proteggersi da un crollo dei mercati. Ma c’è anche chi dice all’opposto che l’oro non serve a nulla, non produce nulla ed è uno dei peggiori investimenti possibili.
Chi ha ragione? Cosa ne pensa?
R.
Gentile R.,
La caduta del mercato azionario accelerata dall’invasione della Russia in Ucraina ha riportato l’attenzione verso l’oro che è tornato a toccare i massimi raggiunti nell’agosto 2020 intorno ai 2.070 dollari l’oncia. A inizio anno sul settimanale inglese The Economist era comparso un lungo articolo dedicato all’oro intitolato Perché l’oro ha perso parte del suo fascino per gli investimenti che sembrava celebrarne il funerale. Una ennesima dimostrazione che fare previsioni a breve sui mercati è tempo perso.
L’andamento del metallo giallo nel 2021 è stato piuttosto negativo in un anno smagliante per i mercati azionari e delle materie prime e l’autore dell’articolo evidenziava come lo scettro di bene rifugio gli fosse stato rubato negli ultimi anni soprattutto dalle criptovalute (in discesa di circa il 12 per cento da inizio anno) descritte come decisamente più eccitanti.
La volatilità dei mercati azionari ha spinto però poi gli investitori verso investimenti relativamente più sicuri e old style, esattamente come l’oro. Lunedì, in coincidenza con la peggiore seduta di Wall Street dell’ultimo anno e mezzo, si sono visti nel mercato delle opzioni scommesse come non si vedevano da tempo sul prezzo dell’oro a termine.
Intanto la disputa sulle sanzioni con la Russia continua a innescare nuove strozzature di approvvigionamento sui mercati delle materie prime. Oro compreso.
Il pericolo di una caduta
Nel febbraio di quest’anno, il World Gold Council ha evidenziato per il secondo mese consecutivo afflussi di oltre 2 miliardi di dollari nei fondi indicizzati che replicano il prezzo del metallo giallo con le banche centrali che nel 2021 avevano acquistato circa 463 tonnellate di oro.
Le variabili che incidono sull’andamento dell’oro sono numerose. Dagli eventi geopolitici ai costi di estrazione mineraria, passando per il suo accumulo da parte delle banche centrali per arrivare al suo utilizzo nella produzione industriale di computer o gioielli. Oltre al fatto di essere ampiamente utilizzato come sottostante in molti tipi di strumenti finanziari.
L’oro ha una lunga storia di ammortizzazione di shock imprevisti per gli investitori ma va sempre ricordato che non è la panacea e “l’investimento che è sempre in crescita”. Ha avuto anche lunghissimi periodi di stasi e si sono viste anche discese significative, superiori al 60 per cento. E non sempre funziona. Negli anni Ottanta, nonostante un forte incremento dei prezzi del consumo, l’oro ebbe una caduta rovinosa.
Picchi e cadute
Detenere oro come parte di un portafoglio diversificato di azioni e obbligazioni è giudicato inutile da alcuni gestori e money manager (compreso Warren Buffett che lo ha definito come Keynes una “reliquia barbara”) ma se si guarda all’andamento degli ultimi 50 anni (il futuro non lo conosco e nemmeno se un giorno Elon Musk scoprirà un mega giacimento di oro su Marte) un 5-10 per cento in portafoglio ha funzionato tutto sommato molte bene come stabilizzatore per ridurre la volatilità complessiva fungendo come una sorta di assicurazione dagli eventi estremi.
È un bene il cui prezzo è molto decorrelato rispetto a quello delle azioni e questo spiega perché spesso i suoi picchi hanno coinciso con la caduta delle azioni (e viceversa).
In presenza di eventi geopolitici di grande magnitudine non sempre il prezzo dell’oro si è comportato in modo coerente e si è rivelato la scelta vincente. Comunque se ne guardiamo il suo andamento dopo un anno nei periodi di diversi shock (la guerra del Kippur nel 1973, le dimissioni di Nixon nel 1974, l’attacco alle torri gemelle nel 2001, gli attentati a Parigi del 2005) il prezzo è salito e più delle azioni.
La sicurezza dell’oro
Nel lunghissimo termine l’oro ha comunque nella storia mantenuto inalterato non solo il suo fascino ma anche il potere d’acquisto. Il valore dell’oro è rimasto piuttosto stabile nel tempo in oltre Duemila anni di storia. Con un’oncia d’oro (31,1 grammi e valore attuale circa 1.830 euro) ci acquistavi in quasi tutte le epoche anche più lontane i beni e servizi necessari per un mese o un vestito piuttosto sofisticato.
L’oro sta poi in queste settimane ricevendo un’ulteriore spinta dal crescente rischio di inflazione, innescato dall’aumento dei prezzi di materie prime energetiche, metalli industriali e alimentari.
Secondo le aspettative di alcuni economisti i tassi di interesse reali negli Stati Uniti, ovvero il livello dei tassi di interesse meno il tasso di inflazione, dovrebbero continuare a deprimersi. E questo contesto dovrebbe sostenere l’oro poiché il metallo prezioso diventa più attraente rispetto ai rendimenti dei titoli obbligazionari.
Come investire
Sull’oro si può investire acquistando monete o lingotti (le monete tipo sterline sono più facilmente negoziabili e con spread meno ampi fra prezzi di acquisto e di vendita) o in forma finanziaria acquistando strumenti che ne replicano il prezzo come diversi Etc quotati.
Oppure si può essere esposti in maniera indiretta (e più rischiosa) al prezzo dell’oro acquistando azioni di società aurifere (chi estrae l’oro) o Etf o fondi d’investimento specializzati in questo comparto. Da inizio anno i “gold miners” ovvero le azioni dei minatori d’oro sono saliti mediamente del 30 per cento e alcune di queste società estraggono non solo oro ma anche altri metalli.
Va però ricordato che anche le stesse compagnie minerarie devono sostenere per i prezzi elevati dell’energia costi di estrazione in aumento seppure il margine resta elevato visto che il costo di produzione medio nel settore è di circa 1.200 dollari per oncia. Alcune di queste società cosiddette aurifere pagano anche dividendi non disprezzabili e non sono considerate generalmente sopravvalutate.
L’oro russo
Il rischio di brusche correzioni nei titoli minerari dell’oro va comunque considerato e storicamente la volatilità è stata superiore a quella dell’oro fisico.
Va ricordato poi che le sanzioni contro la Russia hanno congelato le riserve valutarie detenute all’estero (buona parte di queste sembrano essere in Germania), togliendo alla Banca centrale russa buona parte delle munizioni per difendere per il rublo (circa 630 miliardi di dollari).
La Russia detiene riserve in oro per circa 2.300 tonnellate (circa 160 miliardi di dollari ai prezzi attuali) che si trovano nei caveau russi e ha annunciato dopo l’invasione in Ucraina di voler riprendere gli acquisti. E sebbene ci siano del limiti alla negoziazione di questo oro in occidente, Putin potrebbe scambiare oro con denaro in mercati ombra non regolamentati o con altri regimi simili per acquistare beni o servizi senza passare da circuiti finanziari tracciati o banditi dall’occidente.
E la “bomba atomica finanziaria” sganciata nelle sanzioni contro la Russia che ne ha sterilizzato le riserve occorrerà vedere che impatti avrà nel futuro sul mix delle riserve valutarie detenute dai potenti del mondo e quali impatti avrà sull’oro. Che resta qualcosa di fisico e in un mondo sempre più digitale potrebbe proprio per questo motivo mantenere il suo status speciale.
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