L’inchiesta penale appena aperta Torino è solo l’ultimo capitolo della battaglia giudiziaria aperta da Margherita contro i figli John, Lapo e Ginevra. La figlia di Gianni Agnelli sostiene di essere stata privata di una parte dell’eredità. La lite si è estesa anche alla successione di Marella Caracciolo, vedova dell’avvocato, morta nel 2019 di cui viene contestata l’effettiva residenza in Svizzera
La battaglia legale della famiglia Agnelli si arricchisce di un nuovo capitolo, questa volta in sede penale. È di giovedì 8, infatti, la notizia che la Procura di Torino ha aperto un’inchiesta per presunte irregolarità fiscali nei confronti di John Elkann, del commercialista Gianluca Ferrero e del notaio svizzero Urs Robert Von Grünigen.
L’inchiesta parte da un esposto presentato da Margherita Agnelli, madre di John Elkann e figlia di Gianni Agnelli, che da ormai sedici anni contesta le disposizioni testamentarie decise dopo la morte dell’Avvocato, avvenuta nel 2003.
Nel 2004 Margherita firmò un atto transattivo sull’eredità del padre e un patto successorio sulla futura eredità della madre Marella. In base a questi accordi Margherita ottenne 1,4 miliardi di euro.
Le azioni legali intraprese da Margherita hanno dato vita a quattro procedimenti giudiziari in sede civile (tre in Svizzera e uno a Torino), a cui se ne aggiunge ora un quarto in sede penale.
L’inchiesta penale
Ai tre indagati vengono contestate condotte illecite tra il 2018 e il 2019, legate ai bonifici versati da Margherita alla madre Marella in forza degli accordi raggiunti nel 2004.
La somma contestata è del valore di 8 milioni e 244 mila euro, che non sarebbe stata adeguatamente rendicontata portando un ingiusto vantaggio patrimoniale a discapito di Margherita. Tutto ruota intorno alla residenza effettiva di Marella, da cui derivano i contenziosi che vanno avanti da oltre 15 anni.
La tesi di Margherita
Nell’esposto presentato da Margherita Agnelli alla procura di Torino quest’ultima, assistita dall’avvocato Dario Trevisan, sostiene che Marella Agnelli, madre di Margherita e moglie di Gianni, scomparsa nel 2019, avrebbe occultato la sua vera residenza, che risultava essere in Svizzera mentre risiedeva effettivamente in Italia. In conseguenza di questo le tasse che sarebbero spettate al fisco italiano non sono state pagate, creando un illecito fiscale.
Un vitalizio da 770 mila euro al mese
Secondo gli accordi testamentari firmati nel 2004 a Ginevra, Margherita era tenuta a girare alla madre Marella un bonifico da 770 mila euro mensili, in cambio dell’usufrutto su alcuni beni provenienti dall’eredità del padre Gianni.
Su queste somma versata fino al 2019, anno della morte di Marella, è stata applicata la tassazione prevista in Svizzera, dove era stata stabilità la residenza della beneficiaria. Secondo Margherita, però, si tratterebbe di una residenza fittizia, e le tasse andavano pagate in Italia.
Se venisse stabilito che la residenza abituale di Marella era in Italia e non in Svizzera, gli atti testamentari del 2004 sarebbero nulli e si riaprirebbe la partita dell’eredità. Ma le residenze italiane degli Agnelli sono anche al centro di un altro procedimento, portato avanti sempre da Margherita.
Le ville italiane e i quadri scomparsi
Alla morte di Marella, Margherita diventa legittima proprietaria di alcuni immobili, tra i quali due grandi ville alle porte di Torino, Villar Perosa e Villa Frescot, e un’altra residenza a Roma.
Al momento della presa in possesso delle due residenze però, Margherita ha notato che queste erano state spogliate dei prestigiosi quadri al suo interno. Come si legge nella denuncia presentata al Tribunale di Torino, «dagli immobili risultavano ammanchi di beni di ingentissimo valore di proprietà del padre». Si tratta, tra gli altri di quadri di Monet, di Balla e De Chirico, dal valore quantificabile in decine di milioni di euro, sottratti indebitamente, alla legittima proprietà di Margherita, stando alla ricostruzione di quest’ultima. Il procedimento è apertissimo.
Successione bloccata
La morte di Marella ha aperto la successione, con l’esecuzione testamentaria affidata al notaio svizzero Urs Von Grünigen, ora nel registro degli indagati. Le irregolarità contestate da Margherita e portate avanti nelle sedi giudiziarie hanno infatti congelato la successione a favore dei suoi tre figli, John, Lapo e Ginevra. L’obiettivo di Margherita è chiaro: annullare tutti gli atti testamentari dal 2004 a oggi, ridefinendo l’intero assetto ereditario della famiglia.
Tra Svizzera e Italia
I procedimenti riguardanti l’eredità degli Agnelli sono aperti sia in Italia, a Torino, con la causa intentata da Margherita nel 2019 per rimettere in discussione l’intero assetto testamentario, che in Svizzera.
Nella Confederazione sono in corso tre procedimenti civili: due a Thun, nel canton Berna e uno a Ginevra. I primi riguardano i testamenti svizzeri di Marella Caracciolo che escludono Margherita dalla successione e indicano come unici eredi i tre nipoti (escludendo i cinque figli che Margherita ha avuto dal suo secondo marito, Serge de Pahlen). Qui si discute anche sulla giurisdizione: Svizzera o Italia, visto che secondo margherita la madre Marella sarebbe in realtà residente in Italia.
Corto circuito Torino-Ginevra
Il procedimento aperto a Ginevra invece, ruota attorno alla validità ed efficacia dell’accordo transattivo e del patto successorio stipulati nel 2004 sull’eredità di Gianni Agnelli, che ha stabilito il versamento della rendita vitalizia a Marella in cambio dell’usufrutto su alcuni suoi beni e la rinuncia alle partecipazioni alla società Dicembre, a cui fa capo il controllo di Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann che custodisce, tra molto altro, anche la partecipazione in Stellantis.
La causa del tribunale di Torino è stata sospesa lo scorso 6 giugno in attesa dei pronunciamenti svizzeri, accogliendo il ricorso dei figli John, Lapo e Ginevra. Ma il 6 dicembre la Cassazione ha deciso di annullare la decisione della corte torinese, invitando il tribunale a motivare in maniera adeguata la sospensione della causa.
Tutti i procedimenti quindi sono ancora aperti. Adesso si aggiunge anche una causa penale.
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