Le indagini delle procure della repubblica sul magico mondo delle plusvalenze da compravendite di calciatori stanno permettendo al pubblico dei non specialisti di conoscere i fantasiosi artifici contabili usati dalle società di calcio.

L’ultimo dei quali, circolato grazie alle indiscrezioni sull’indagine che riguarda l’Inter, è quello della cosiddetta “recompra”. Un termine mutuato dal linguaggio spagnolo e dal peculiare meccanismo di compravendita dei diritti sulle prestazioni di calciatori che in Spagna è stato affinato.

Esso consiste in un accordo fra i club per il trasferimento di un calciatore, in base al quale la società cedente ottiene dalla società acquirente il diritto a ricomprare il calciatore entro un scadenza e per una cifra prefissate.

Si tratta di un metodo che permette alla società cedente di non privarsi definitivamente di un calciatore dal potenziale promettente ma difficile da collocare in squadra durante il breve periodo. Per questo essa pattuisce con la società acquirente la possibilità (non l’obbligo) di riacquisirlo.

Regolamentate dal 2018

In Italia il metodo della recompra è stato adottato in modo discontinuo a partire dagli anni Dieci, ma in una prima fase ciò avveniva al di fuori dei regolamenti della Federazione italiana gioco calcio (Figc). Tanto che le recompre venivano pattuite con scritture private. Ma dal r giugno 2018, grazie a un intervento sull’articolo 102 (dedicato alle cessioni di contratto) delle norme organizzative interne della federazione (Noif) effettuato sotto la gestione commissariale di Roberto Fabbricini, la recompra è stata regolarizzata.

Molto si è chiacchierato su alcuni accordi di recompra. Quelli che adesso sono sotto l’attenzione della procura milanese riguardano l’Inter, che ne ha realizzati più di uno. Ma se si guarda al passato recente si scopre che altre società di Serie A hanno utilizzato il meccanismo, sia prima che dopo la sua regolarizzazione.

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Il caso Pellegrini

Un caso indicativo, nonché clamoroso per lo scarto fra le cifre di cessione e recompra, è quello che ha riguardato il centrocampista romanista Lorenzo Pellegrini, trasferito nell’estate del 2015 al Sassuolo all’età di 19 anni. La Roma lo ha ceduto per 1,25 milioni di euro, tutta plusvalenza perché il ragazzo proveniva dalle giovanili. Ma due anni dopo lo ha riacquisito per 10 milioni di euro regalando al Sassuolo una plusvalenza da 9,182 milioni di euro.

Un accordo analogo è stato stipulato nell’estate del 2018 fra la Juventus e l’Udinese per il trasferimento in Friuli del centrocampista Rolando Mandragora. La Juventus ha incassato 20 milioni di euro ma l’accordo prevedeva che due stagioni dopo potesse riprenderlo a 26 milioni di euro. Cifre francamente sopra le righe.

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Poi l’accordo fra le due società ha avuto un passaggio ulteriore, che ha portato nel 2020 la Juventus a riacquisire il centrocampista per 10,7 milioni di euro più altri 6 milioni per eventuali bonus ma lasciandolo a Udine in prestito. Di fatto le società si scambiano plusvalenze. La società che acquisisce il calciatore permette alla società cedente di realizzare una plusvalenza, ma tramite l’accordo di recompra (che dal suo lato sarebbe rivendita) si assicura la plusvalenza entro il biennio successivo.

Tra Inter e Genoa

Così è stato nel caso di Inter e Genoa coi trasferimenti del portiere Ionut Radu e dell’attaccante Andrea Pinamonti.

A giugno 2018 Radu è stato ceduto dall’Inter al Genoa per 8 milioni di euro, con plusvalenza da 7,763 milioni di euro. Ma un anno dopo la società nerazzurra ha attivato la clausola di recompra e pur lasciando il portiere un’altra stagione al Genoa lo ha ripreso per 10 milioni di euro con plusvalenza della società rossoblu (come si ricava dal documento di bilancio genoano al 31 dicembre 2019) da 4.666.667 milioni di euro.

Dunque con un saldo da 2 milioni di euro fra cessione e recompra sono state generate plusvalenze per complessivi 12,429 milioni di euro.

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Per quanto riguarda Pinamonti, il suo trasferimento da Inter a Genoa nell’estate 2019 per 19,5 milioni di euro ha permesso alla società nerazzurra di annotare una plusvalenza da 19,009 milioni di euro nel bilancio al 30 giugno di quell’anno. Ma un anno dopo la società l’Inter ha riportato a casa l’attaccante per 21 milioni di euro consentendo al Genoa una plusvalenza che nel bilancio al 31 dicembre 2020 è annotata sui 2,5 milioni di euro.

Impressionante lo scarto fra il saldo cessione-recompra (1,5 milioni di euro) e le plusvalenze aggregate (21,5 milioni di euro).

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