In quattro anni l’Anas non è stata in grado di mettere in sesto meno di cento chilometri della strada Alemagna che porta fino alla perla delle Dolomiti. Più di 700 mila euro a chilometro per interventi concentrati sulle tecnologie spinte, trascurato il resto.
- La strada Alemagna per i Mondiali di sci di Cortina è una grande incompiuta. Il presidente della Federazione degli sport invernali, Roda: «Queste strade sono una tragedia, peggio che in periodi normali»
- L’Anas ha deciso di investire molto su una smart road trascurando il resto. Ogni chilometro è costato più di 700 mila euro, quanto un ponte sueprtecnologico in Giappone
- L’azienda delle strade vuole replicare l’esperimento su 3 mila chilometri di strade, dal Raccordo di Roma alla Salerno-Reggio. Investimento programmato: 1 miliardo di euro.
Sembra uno sproposito, ma è la realtà: i Mondiali di sci di Cortina sarebbero stati un disastro senza il Covid. Dal punto di vista degli spostamenti, per lo meno. Per un motivo semplice: se spettatori, appassionati, famiglie e turisti non solo italiani, ma di mezzo mondo, avessero avuto la possibilità di spostarsi liberamente riversandosi a decine di migliaia verso la perla delle Dolomiti, sarebbe stato un guaio serio. Perché la strada che avrebbero dovuto percorrere, la statale 51 Alemagna, è in condizioni pessime. «Sono strade da terzo mondo», ha accusato sulle pagine del Gazzettino di Belluno il presidente della Camera di commercio, Mario Pozza. Sempre sul Gazzettino il giorno successivo ha rincarato Flavio Roda, presidente della Fisi, la Federazione degli sport invernali: «Queste strade sono una tragedia». E poi ha specificato: «Stanno addirittura peggio di come sono in un periodo normale, quando non c’è un grande evento come questo».
L’Anas
Per migliorare a dovere i collegamenti stradali e farsi trovare pronti all’appuntamento con i Mondiali, i lavori furono fatti partire nel 2017 e affidati all’Anas, l’azienda pubblica delle strade nel frattempo assorbita dalle Fs. Quattro anni non sono stati sufficienti per portare all’onor del mondo un percorso di nemmeno cento chilometri. E chissà quanto tempo ci vorrà ancora. A questo punto l’occasione da non perdere sarebbero le Olimpiadi Milano-Cortina del 2026. Secondo quanto previsto dall’ultimo decreto di un mese fa che si occupa anche della statale Alemagna, la consegna delle opere è già posticipata anche ufficialmente di quasi due anni, fine 2022. Ma non è affatto detto che anche questa comoda scadenza sia rispettata. All’Anas c’è chi ritiene opportuna la prudenza e fissa come termine il 2024 considerando che devono essere completati gli attraversamenti degli abitati della stessa Cortina, Tai di Cadore, Valle di Cadore e San Vito di Cadore. Speriamo.
Nonostante i ritardi e le critiche brutali espresse proprio da chi le strade le usa, il presidente della Fondazione Cortina 2021, Alessandro Benetton, il giovane della dinastia di concessionari autostradali, continua a elogiare l’organizzazione in blocco, strade comprese: «Il rilancio dell’Italia parte da Cortina», ha dichiarato entusiasta.
Alberto Tripi, il presidente di Almaviva, il grande gruppo specializzato nell’Information Technology che con lui partecipava a una diretta, gli ha fatto eco entrando nel dettaglio: «Con Fondazione Cortina, Anas, Consorzio autostrade venete e Veneto Strade stiamo realizzando un’esperienza di riferimento nel panorama europeo con smart road e la sala di controllo e monitoraggio per la mobilità in sicurezza di persone e mezzi».
Fiore all’occhiello
Nelle intenzioni di chi l’ha promossa, la strada Alemagna di Cortina sarebbe proprio una smart road (se fosse finita), una strada intelligente pensata per il futuro, tutta droni e tecnologia. Un fiore all’occhiello che però non è mai sbocciato e oltretutto assai costoso: per una quarantina di chilometri sono già stati spesi oltre 26 milioni e mezzo di euro, più di 700mila euro a chilometro, quanto si spende, tanto per avere un punto di riferimento, per un ponte supertecnologico in Giappone. Sui giornali l’incompiuta di Cortina è stata magnificata come un miracolo.
Il Venerdì di Repubblica: «Corre verso Cortina, ma in realtà verso il futuro la prima smart road italiana». Forbes Italia: «È un passaggio epocale». Fs News: «Un primo step da 80 chilometri per un progetto di scala nazionale». Più prosaico, il presidente della Camera di commercio di Belluno ridimensiona l’euforia: «Si è investito molto nella tecnologia per una strada che però rimane nel medioevo. Non vorrei diventasse una cattedrale nel deserto», o meglio, tra i ghiacci, visto il contesto.
L’Anas che spesso non riesce a garantire la sicurezza di ponti e viadotti e non ce la fa ad assicurare la banale manutenzione dei 25mila chilometri di strade che gli sono state date in concessione dallo stato, buttando il cuore oltre l’ostacolo ora si avventura nella nuova frontiera delle smart road. In una nota ha annunciato di voler fare in grande: «In occasione dei Mondiali di sci di Cortina 2021 l’Anas ha avviato un progetto sperimentale che intende realizzare 3mila chilometri di strade intelligenti in tutta Italia grazie all’utilizzo di infrastrutture connesse». Dopo Cortina toccherebbe al Grande raccordo di Roma, alla Fiumicino-Roma, Salerno-Reggio Calabria, tangenziale di Catania, Palermo-Catania e perfino la Orte-Mestre che per la verità è tutta ancora da rifare. Investimento previsto: un miliardo di euro. La revisione del Recovery plan che il governo ha avviato casca a fagiolo per i finanziamenti, secondo l’Anas. In un’audizione recente alle commissioni parlamentari Bilancio e Ambiente, l’amministratore Massimo Simonini si era lamentato che «il meccanismo di accesso ai fondi del Recovery pone limiti che hanno reso difficile intercettare flussi finanziari significativi». Se la strada di Cortina doveva essere la vetrina per catturare investimenti, c’è stata una falsa partenza.
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