Il Monte dei Paschi va all’attacco di Mediobanca e la guerra per banche arriva nel cuore della finanza italiana. Con una nota diffusa questa mattina, l’istituto senese ha annunciato l’intenzione di lanciare un’offerta pubblica d’acquisto (Opa) sulla più importante banca d’affari nazionale e socio di riferimento delle Generali. Un’operazione che vale 13,3 miliardi di euro e secondo quanto recita il comunicato di Siena punta a creare «un nuovo campione nazionale nel settore bancario che si posiziona al terzo posto nei segmenti chiave».

L’annuncio di Mps arriva nel mezzo di una battaglia per il controllo dei centri di potere del capitalismo nazionale, partita novembre con l’offerta di Unicredit per il BancoBpm. Quest’ultimo, nei piani del governo, avrebbe dovuto unirsi proprio al Monte per creare il terzo polo bancario nazionale, un piano da realizzare con il contributo di Francesco Gaetano Caltagirone e degli eredi di Leonardo Del Vecchio.

Adesso si apre un fronte nuovo. In Mediobanca troviamo come grandi soci sia la holding Delfin dei Del Vecchio con il 19,8 per cento sia Caltagirone con il 7,76 per cento, i quali figurano anche nell’azionariato di Mps, rispettivamente con il 9,9 per cento e con il 5 per cento. Nel Monte dei Paschi la quota più importante è ancora del Tesoro che dopo la parziale privatizzazione dei mesi scorso conserva ancora un 11 per cento.

Si consolida quindi l’asse tra il governo, che è di fatto il regista anche di quest’ultima manovra, con Caltagirone e i Del Vecchio, due gruppi dotati di liquidità pressoché illimitata, che da anni puntano a ritagliarsi un ruolo chiave negli assetti finanziari nazionali.

Se avesse successo l’Opa appena annunciata, si creerebbe un nuovo centro di potere finanziario con il nuovo gruppo bancario Mps-Mediobanca che avrebbe il controllo anche delle Generali, in cui, va ricordato troviamo ancora una volta la coppia Caltagirone-Del Vecchio nel ruolo di azionisti di rilievo. Il costruttore ed editore romano vanta una partecipazione del 6,9 per cento, mentre la holding Delfin possiede il 9,93 per cento.

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