Si cercano start up e pmi innovative fornitrici di tecnologia e poi partiranno le gare per finanziare le amministrazioni tra comuni, scuola e sanità. Altri sette gare saranno indette per la migrazione da vecchie infrastrutture. Tra i progetti c’è anche la creazione di un cloud unico per l’amministrazione della glustizia e di uno per la difesa, inoltre proprio per il comparto difesa con il progetto Scipio sarà creato un laboratorio di analisi di software.
- Nelle schede progetto preparate dal governo Conte è dettagliata la strategia per un cloud della Pa che nei prossimi anni dovrebbe coinvolgere più di cinquemila amministrazioni pubbliche.
- Sono previsti cinque bandi per individuare start up e pmi innovative fornitrici di tecnologia e tre per finanziare le amministrazioni tra comuni, scuola e sanità. Altri sette gare saranno indette per la migrazione da vecchie infrastrutture
- Tra i progetti c’è anche la creazione di un cloud unico per l’amministrazione della glustizia e di uno per la difesa, inoltre proprio per il comparto difesa con il progetto Scipio sarà creato un laboratorio di analisi di software.
La strategia del cloud italiano acquista contorni più precisi: nelle schede progetto inviate alle commissioni parlamentari l’11 marzo dal nuovo governo, c’è sviluppato a grandi linee il piano per il rafforzamento del cloud e della cybersecurity delle pubblica amministrazione. Stiamo parlando per intenderci della strategia con cui trattare i dati di tutta la cittadinanza italiana, quelli di cui appunto viene in possesso la pubblica amministrazione in tutte le sue ramificazione e quindi dall’anagrafe ai servizi sanitari, scolastici a quelli per le aziende.
L’infrastruttura nazionale della giustizia
Prima di tutto ci saranno procedure di gara europea su due livelli per la infrastruttura su livello nazionale.
In particolare per l’amministrazione giudiziaria c’è l’obiettivo di creare una rete proprietaria di connettività geografica, indipendente dal mercato e più economica. Il piano prevede, inoltre, il trasferimento di tutti gli archivi e anche un data center unico di tutta l’amministrazione della giustizia. Ci sarà la revisione dei sistemi di accesso e di autenticazione in modo di mettere in rete i professionisti del mondo della giustizia che operano a livello locale
Come saranno oganizzati i bandi per il cloud nuovo
In generale per il cloud delle amministrazioni pubbliche, il progetto da inviare a Bruxelles parla della selezione dei fornitori di servizi attraverso cinque bandi periodici dedicati alle start up e alle piccole e medie imprese innovative. Altri tre bandi invece saranno dedicati alla selezione delle amministrazioni che otterranno fondi per l’acquisto di questi servizi ovviamente in base alla mappatura delle esigenze iniziale. Questi tre bandi saranno divisi per tipo di servizio e amministrazione pubblica uno riguarderà i comuni, uno le strutture sanitarie e uno le scuole.
Come saranno organizzati i bandi per la migrazione del cloud
Nel frattempo il dipartimento dell’amministrazione digitale del ministero per l’innovazione si occuperà di fornire supporto per la migrazione dei sistemi hardware e software della pubblica amministrazione che sono ancora in cloud obsoleti e a rischio dal punto di vista della sicurezza.
Per questo obiettivo saranno pubblicati sette diversi bandi, quattro destinati ai comuni divisi per fasce dimensionali, uno per le amministrazioni sanitarie, uno per le scuole, uno per le università e uno per l’amministrazione centrale.
Secondo i calcoli fatti finora, circa 5.365 amministrazioni pubbliche dovrebbero essere coinvolte nel progetto. Il progetto è inserito nel più grande piano europeo per il cloud Gaia X, a cui partecipano sia soggetti pubblici che privati e infatti anche le schede tecniche prevedono il passaggio a servizi cloud offerti sul mercato.
Il cloud e il sistema della difesa
Per il comparto difesa c’è il Private Cloud Project per la creazione di una infrastruttura di servizi in modalità cloud privato. Inoltre il progetto Scipio prevede la creazione di «un laboratorio per la valutazione del software». Come per le altre pubbliche amministrazioni è prevista anche la migrazione dalla vecchia infrastruttura. Anche qui si pensa a un sistema centrallizzato: «la piattaforma digitale per il personale della difesa», si legge nei progetti.
Inoltre il progetto potrebbe coinvolgere anche il dipartimento dei vigili del fuoco, il servizio di soccorso di emergenza e le forze del ministero dell’interno, ma da quello che risulta nelle schede il progetto sarebbe «in discussione».
A questi progetti oltre al dipartimento innovazione all’agenzia per l’Italia digitale e al ministero del tesoro partecipano in prima fila anche i ministeri competenti, ovviamente il ministero della difesa. Mentre per tutti i risvolti di cybersicurezza è chiamato in causa anche il Dis, il dipartimento per le informazioni di sicurezza.
La Pa non ha le competenze
In generale si fa presente che la pubblica amministrazione italiana è contraddistinta da «una generalizzata mancanza delle competenze necessarie», sia per quel che riguarda le competenze tecniche sul fronte delle nuove tecnologie, sia per quel che riguarda quelle sulle procedure di gara e degli appalti. Di conseguenza gli investimenti devono per forza essere accompagnati dalla formazione.
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