03 dicembre 2021 • 09:00Aggiornato, 03 dicembre 2021 • 11:48
Dopo aver lungamente sostenuto le politiche restrittive per ridurre il debito, ora anche il Fondo monetario internazionale (Fmi) punta sulla crescita per riassorbirlo.
La decrescita felice è una chimera, ma che vadano posti limiti allo sfruttamento del pianeta è certo. Anziché traslocare tutti su Marte, come fantastica di fare Elon Musk, è saggio fare ben altre cose, certo molto aspre e ardue.
Non si può far altro che richiamare l’attenzione sul gran peso del circolo vizioso debito-crescita. La politica deve fissare delle priorità ed eseguirle. Ora abbiamo il Pnrr e speriamo che non prevalgano la «corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti» (così Mario Draghi in parlamento).
Economista, già vice direttore generale di Sofipa SpA, poi direttore generale di Arca Merchant SpA, commissario Consob dal 1996 al 2001. È stato amministratore delegato di Centrobanca dal 2001 al 2004. Fino al 30 giugno 2016 ha fatto parte del Securities Market Stakeholder Group che assiste l'Esma – European Securities Markets Authority – nelle misure di attuazione delle direttive dell’Unione europea. Attualmente è presidente di Indaco Ventures SGR. Editorialista prima di Repubblica e poi del Corriere della Sera, attualmente collabora con il quotidiano Domani. Ha scritto Capitalismo all'italiana. Come i furbi comandano con i soldi degli ingenui (1996) e Contro i piranhas. Come difendere le imprese da soci e manager troppo voraci (2018), entrambi editi da Baldini+Castoldi.