S&P rivede al ribasso le stime per l’economia europea in caso di stop totale e boccia la “Gasumlage”, la tassa introdotta a inizio agosto (con entrata in vigore a ottobre) sui consumi di gas al dettaglio per aiutare gli importatori colpiti dal balzo del costo dell'energia all'ingrosso
«L’Europa si prepara a un inverno tetro». Questo il titolo dell’analisi dell’agenzia di rating Standard&Poor’s pubblicata ieri che prevede un peggioramento dell’economia di tutta l’Europa se Vladimir Putin decidesse di togliere il gas al vecchio continente. Mentre la Russia continua a minacciare lo stop delle forniture: Gazprom ha comunicato all'utility francese Engie SA di aver ridotto le consegne di gas a partire da martedì a causa di «disaccordi su alcuni contratti».
Negli scorsi giorni, adducendo problemi con le turbine in una centralina, il colosso russo ha annunciato che da oggi chiuderà fino al 2 settembre ancora una volte le forniture già ridotte attraverso Nord Stream, il gasdotto che unisce la Russia alla Germania e da cui passano parte delle forniture all’Italia.
I tagli
I tagli finora hanno colpito principalmente la Germania, l’Italia e l'Europa orientale, e, ricorda Bloomberg, hanno fatto precipitare il continente nella peggiore crisi energetica degli ultimi 50 anni, facendo salire i prezzi alle stelle. Il presidente francese Emmanuel Macron ha già convocato per venerdì il Consiglio nazionale di difesa e sicurezza (Sdsn) per «fare il punto della situazione e degli scenari previsti» e per prepararsi «a tutti i possibili scenari di questo autunno e inverno», ha spiegato un consigliere dell’Eliseo all’agenzia di stampa francese Afp.
L'annuncio ha seguito l'appello di lunedì del primo ministro francese Elisabeth Borne affinché le imprese riducano il consumo di energia o affrontino un possibile razionamento questo inverno se la Russia interromperà le consegne di gas. «Ci stiamo preparando per lo scenario peggiore, che è un taglio completo», ha detto martedì la ministra francese per la transizione energetica Agnes Pannier-Runacher alla radio France Inter. Altri Paesi come Bulgaria, Polonia e Finlandia, che si sono rifiutati di seguire il decreto del presidente russo Putin che imponeva i pagamenti con i conti in rubli, da diversi mesi non ricevono più alcun metro cubo di gas russo.Eni, il maggiore importatore di gas italiano, a luglio – ultimo mese in cui ha pubblicato il dato - riceveva intorno ai 27 milioni di metri cubi di gas al giorno, meno della metà di quelli richiesti dalla compagnia, e i quantitativi non sono più cresciuti.
La nota di Engie
L'utility francese Engie ha cercato di rassicurare: «Engie si era già assicurata i volumi necessari per far fronte ai propri impegni nei confronti dei propri clienti e delle proprie esigenze» ha riferito in una nota, e ha aggiunto di aver fatto in modo da limitare gli impatti finanziari.
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, in attesa delle nuove misure e del consiglio Energia straordinario del 9 settembre, ha annunciato che gli stoccaggi sono all'80 per cento di riempimento. Ma questo non basterà a mettere l’inverno in sicurezza, visto che gli stoccaggi vengono utilizzati anche in tempi di pace.
Verso la recessione
S&P di fronte a questo scenario ha peggiorato le previsioni nel caso in cui la Russia dovesse fermare del tutto le esportazioni e si rendesse necessario il razionamento obbligatorio dei consumi nella Ue. La Germania, scrivono, cadrebbe in recessione, la crescita dell'eurozona si indebolirebbe e l'inflazione rimarrebbe alta più a lungo costringendo la Bce ad alzare i tassi al di sopra del 3 per cento entro l'inizio del 2024. Da giugno a oggi i prezzi del gas sono ulteriormente aumentati e le prospettive di inflazione sono peggiorate. Il momentaneo calo del prezzo del metano sulla borsa di Amsterdam registrato ieri, dovrà confrontarsi con il taglio francese e con quello di Nord Stream.
Il prossimo scenario di base dell'outlook economico verrà pubblicato da S&P alla fine di settembre. Secondo l'agenzia, Germania e Italia sono i paesi più esposti, vista la forte dipendenza dal gas russo, nonostante a oggi si sia ridotta con la complicità della bella stagione e l’aumento delle forniture dell’Algeria e della rotta del Nord Europa nel caso dell’Italia.
In Germania il colpo alla spesa dei consumatori è più forte a causa dell'inflazione relativamente più elevata e ulteriormente spinta al rialzo dalla tassa speciale introdotta a inizio agosto (con entrata in vigore a ottobre) sui consumi di gas al dettaglio per aiutare gli importatori colpiti dal balzo del costo dell'energia all'ingrosso, la “Gasumlage”. Se altre economie europee adottassero misure simili a quelle tedesche, i risultati dello scenario sarebbero peggiori per queste economie e per l'intera zona euro».
La Germania cerca supporto. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, in conferenza stampa con il presidente spagnolo, Pedro Sanchez, ha confermato il suo sostegno a un gasdotto attraverso i Pirenei, il Midcat, che finora la Francia non ha dimostrato di apprezzare, mentre il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, ha confermato alla stampa di aver dimostrato un’apertura per il “price cap”, il tetto ai prezzi proposto dall’Italia.
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