- Nel 2022 la famiglia tipo pagherà circa 1.322 euro rispetto ai 632 del 2021. I costi per l’ultimo trimestre avrebbero potuto essere ancora più alti: del cento per cento.
- Un raddoppio delle bollette, ha detto ancora Besseghini, «avrebbe potuto spingere all’aumento della morosità, mettendo ulteriormente in difficoltà le famiglie e il sistema energetico»
- Mentre si aspetta un possibile accordo in Europa, Mario Draghi mette in chiaro che toccherà al nuovo esecutivo intervenire. Si parla di un decreto: «Non questo governo», risponde Palazzo Chigi.
Il prezzo dell’elettricità salirà ancora del 59 per cento, e poteva essere peggio. Lo ha comunicato ieri l’Autorità per l’Energia (Arera) che con un intervento straordinario «ritenuto necessario per le condizioni di eccezionale gravità della situazione» ha limitato l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica per le famiglie ancora in tutela e, pur raggiungendo livelli molto alti, evita il raddoppio.
Secondo il calcolo di Selectra, società che si occupa di comparare i prezzi online, la famiglia media si troverà così a spendere 150 euro al mese per l’energia elettrica. I prezzi all’ingrosso del gas, spiega l’autorità, «giunti a livelli abnormi negli ultimi mesi a causa del perdurare della guerra in Ucraina, dei timori sulla sicurezza dei gasdotti e delle tensioni finanziarie, avrebbero portato a un incremento del 100 per cento circa, nonostante l’intervento del governo con il decreto Aiuti bis», che ha stanziato oltre 13 miliardi. L’autorità si è avvalsa di una specie di trucco: per limitare gli aumenti dei prezzi su famiglie e imprese, ha deciso di posticipare il necessario recupero della differenza tra i prezzi preventivati per lo scorso trimestre e i costi reali che si sono verificati, anch’essi con aumenti straordinariamente elevati.
Ogni trimestre infatti l’autorità effettua il calcolo del valore della componente energia, poi non è detto che nel trimestre successivo l’Acquirente unico – l’ente che compra l’energia per i clienti in maggior tutela – effettivamente spenda quella cifra. La differenza di costo va nel trimestre successivo a beneficio dei venditori, ma l’Autorità, nonostante l’aumento dei prezzi, continua a rimandare. Il valore di questo rinvio, a spese dei venditori, è calcolato dall’Arera in 800 milioni.
I prezzi
Nel terzo trimestre 2022 il prezzo unico nazionale dell’elettricità (Pun) infatti è pressoché raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2022 e quasi quadruplicato rispetto al livello medio del corrispondente trimestre del 2021. Intanto, ha detto Besseghini, «si è evitato che il picco di agosto, con il gas a 300 euro al megawattora, influenzasse il prezzo del trimestre in cui stiamo entrando».
Mentre continua l’erogazione dei bonus per le famiglie con Isee fino a 12mila euro, il problema ormai è di tutti. Un raddoppio delle bollette, ha detto ancora Besseghini, «avrebbe potuto spingere all’aumento della morosità, mettendo ulteriormente in difficoltà le famiglie e il sistema energetico». Anche se per ora «non abbiamo un’evidenza di un’esplosione significativa della morosità». Per la bolletta elettrica la spesa per la famiglia-tipo nel 2022 sarà di circa 1.322 euro, rispetto ai 632 euro circa del 2021. Per il gas bisogna aspettare.
Il valore del prezzo che sarà pagato dai clienti per i consumi di ottobre verrà pubblicato sul sito dell’Autorità entro due giorni lavorativi dall’inizio di novembre. Un nuovo sistema per cogliere eventuali benefici che potranno arrivare in campo internazionale. Intanto l’Arera ha inviato una segnalazione per chiedere di rinviare la fine della tutela gas per i clienti domestici prevista a gennaio 2023, ed elettrica per le microimprese prevista sempre per il prossimo primo gennaio, e di conseguenza anche quella per i clienti domestici elettrici da gennaio 2024.
Draghi e Mattarella
Luca Squeri, responsabile energia di Forza Italia, appena rieletto nel gruppo di Silvio Berlusconi, ritiene auspicabile un intervento di Mario Draghi. «Il governo uscente potrebbe già intervenire». Tutto quello che serve «per rendere meno peggio la situazione è auspicabile, e un intervento in questo senso lo sarebbe».
Per Squeri la situazione è così critica che «tutto quello che non era attuabile ora potrebbe essere attuabile, come un cap interno», un prezzo fissato per la materia prima che porterebbe il governo a intervenire sulla differenza.
Giorgia Meloni, che si era detta contraria al tetto solo italiano, la settimana scorsa ha invece detto che il tetto al prezzo «è una misura che può fare l’Europa ma anche l’Italia, se l’Europa è lenta». Fabio Rampelli, esponente di punta di Fratelli d’Italia, ha chiesto un intervento del premier uscente. Se fosse necessario, spiegano dall’area Meloni, potrebbe essere lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a suggerire a Draghi di fare qualcosa. I decreti legge devono essere convertiti entro 60 giorni, uno nuovo si dividerebbe tra il vecchio e il nuovo parlamento.
Salvini, ancora all’interno della maggioranza, ieri ha commentato l’intervento della Germania: «Urge intervenire anche in Italia, altrimenti le nostre aziende non potranno più competere e lavorare». Per Rampelli «finora, sulle bollette, si è visto decisamente poco rispetto a quello che ci si sarebbe aspettato da un esecutivo composto da tecnici». Da palazzo Chigi però sulle ipotesi di intervento del governo rispondono: «Non questo esecutivo».
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