I magistrati hanno presentato l’istanza di fallimento, dopo le analisi della guardia di finanza. L’eventuale indagine per bancarotta sarebbe a carico anche dell’attuale ministra.
La società Visibilia Editore di cui la neo ministra del Turismo Daniela Santanchè è stata per anni primo azionista - ha lasciato le quote solo poche settimane fa prima dell’ingresso nel governo Meloni - «versa in evidente e manifesto stato di insolvenza».
La procura di Milano lo ha scritto nell'istanza di fallimento presentata dopo le analisi della guardia di finanza, nate da un esposto al tribunale di Milano dei soci di minoranza della società presentato lo scorso giugno.
Indagine sui conti della Visibilia: guai per Santanchè
Debito col fisco per un milione di euro
Per ben due volte i revisori contabili si sono rifiutati di approvare il bilancio dell’impresa, l’ultima volta lo scorso settembre. Inoltre stando a quanto comunicato dalla stessa Visibilia, il procedimento della procura si basa su un prospetto della Agenzia delle entrate che «riporta iscrizioni a ruolo a carico della società, per complessivi 984.667,14 euro».
Contenziosi, ricorsi e cause, l’altro Twiga di Santanchè
A giugno gli azionisti di minoranza, capitanati da un finanziere con base a Monaco fino al 2017 e poi alle Bahamas, Giuseppe Zeno, hanno accusato gli amministratori di gravi irregolarità nella gestione societaria che avrebbero arrecato danni all’azienda e ai suoi azionisti.
I presupposti per il fallimento saranno valutati il prossimo 30 novembre. Visibilia ha fatto sapere di contestare lo stato di insolvenza.
Automaticamente dovrebbe essere aperto un fascicolo per ipotesi di bancarotta che sarebbero in valutazione a carico degli ex amministratori, tra cui la stessa ministra Santanchè.
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