- La crisi con la Russia accelera. Von der Leyen tira dritto sul tetto al prezzo del gas russo nonostante le minacce di Putin. L’Italia teme però contraccolpi sul resto del gas e contropropone un limite a tutte le contrattazioni negli hub europei.
- La Commissione prevede anche un contributo di solidarietà per i produttori da combustibili fossili e un tetto ai ricavi per chi produce energia a basso costo da reinvestire per la protezione dei fragili.
- L’esecutivo europeo però vuole anche imporre l’obbligo di ridurre i consumi elettrici. Secondo Bruegel se la domanda di gas non cala del 15 per cento, considerando un inverno normale, riusciremmo a soddisfare la richiesta di energia solo fino a febbraio.
Quando la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen si è presentata ieri di fronte alla stampa per annunciare cinque proposte per affrontare la crisi energetica, da Vladivostok il presidente russo Vladimir Putin aveva appena dichiarato che Mosca sospenderà tutte le forniture energetiche ai paesi che avrebbero imposto un tetto al prezzo del gas russo. Von der Leyen ha liquidato la minaccia brevemente: «Non ascoltatelo, da lui arrivano solo ricatti». La presidente della commissione, stretta nella sua giacca rosa pallido, non solo ha confermato la proposta del tetto, ma ha anche precisato il suo obiettivo: «Dobbiamo tagliare le entrate della Russia che Putin usa per finanziare questa atroce guerra contro l'Ucraina».
Così, nell’arco di poco meno di un’ora, ieri lo scontro diretto tra Bruxelles e i 27 paesi europei e Mosca, ha subito un’accelerazione apparentemente inattesa.
Putin aveva cominciato la giornata dichiarando che avrebbe chiesto a Recep Tayyp Erdogan di bloccare le esportazioni di grano verso l’Europa, prima di minacciare il redde rationem sull’energia. Anche le parole scelte dai Von der Leyen, però, tradivano un’escalation: «Prevarremo!, «Avremo la meglio» ha detto la presidente della Commissione Ue di fronte a «una situazione straordinaria», in cui la Russia che sta «manipolando i nostri mercati energetici».
La proposta europea
Per affrontarla la Commissione Ue propone cinque interventi da realizzare immediatamente. Oltre al tetto del gas, la lista include un livello obbligato di riduzione del consumo di energia elettrica «per appiattire la curva» della domanda, mentre finora la Commissione non si era mai spinta oltre le misure volontarie.
L’esecutivo europeo poi proporrà anche misure costose per le aziende. Primo: un tetto ai ricavi delle società che «producono elettricità a basso costo», cioè alle aziende che sfruttano energie rinnovabili con costi di approvvigionamento più bassi: è la traduzione dell’idea di sganciare il prezzo generale dell’elettricità da quello del gas e una soglia potrebbe essere quella dei 200 MWh.
Secondo: un contributo di solidarietà (in Italia la chiameremmo tassa sugli extraprofitti) ai produttori di energia da combustibili fossili che, ha detto la presidente, hanno fatto «enormi profitti», da reinvestire nella protezione dei «più fragili». Al contrario per le società che vendono servizi energetici e che in questo momento affrontano alti costi assicurativi per assicurarsi le forniture, saranno disponibili garanzie statali, come già fatto per i debiti contratti durante la pandemia.
E quella italiana
Tutto questo dovrà passare domani al vaglio dei governi. Dal nostro governo, ieri, è stata fatta filtrare una controproposta che invece di imporre un limite solo alle importazioni del gas russo, lo estenderebbe a tutte le «transazioni fisiche e finanziarie degli hub dell’Ue», in modo da evitare effetti collaterali pericolosi come il rialzo del prezzo che potrebbe derivare da un limite circoscritto. Quello che è certo, infatti, è che la situazione è difficile e le scelte delicate.
A luglio uno dei think tank più ascoltati a Bruxelles, Bruegel, aveva spiegato che la sostituzione del gas russo con altre fonti aveva raggiunto il limite e che per affrontare un inverno “medio” l’Ue avrebbe dovuto ridurre la domanda di gas del 15 per cento: solo così riusciremo ad arrivare a maggio del 2023 in relativa sicurezza, altrimenti le nostre forniture potrebbero esaurirsi già a febbraio: per dirla con von der Leyen bisogna «appiattire la curva».
Il discorso integrale della presidente della Commissione europea
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