Cgil e Uil contro il governo per cuneo e pensioni: ci sono solo 2,5 miliardi di euro. Intanto le aziende
portano in tribunale l’esecutivo per la norma sugli extraprofitti. E il governo deve creare una norma ad hoc
Quando ieri i segretari di Cgil, Cisl e Uil sono entrati al ministero dell’Economia per discutere con lo staff tecnico del prossimo decreto Aiuti, gli esperti di via XX settembre hanno scoperto che il governo, per riuscire a raccogliere i proventi della tassa sugli extraprofitti delle imprese inclusa nel primo decreto, dovranno fare una nuova norma ad hoc. I tecnici del ministero dell’Economia hanno rivelato anche di dover affrontare accuse di inconstituzionalità e contenziosi per quella norma. Questa situazione, e i mancati versamenti al 30 giugno, hanno portato a un ammanco di nove miliardi nel bilancio e ora serve anche un intervento legislativo di urgenza per impedire che l’azione del governo venga messa in discussione per vie giudiziarie.
Al momento, per mitigare gli effetti della crisi energetica, il ministero dell’Economia prevede un nuovo decreto da 14,3 miliardi di euro. Il provvedimento destinato ad arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri nella giornata di oggi, destina 900 milioni di euro a coprire il taglio di 30 centesimi delle accise sulla benzina prorogato fino al 20 settembre e la riduzione dell’Iva per l’autotrasporto, altri 400 milioni di euro invece andranno a coprire le spese degli enti locali. La fetta più grossa, cinque miliardi, è per il bonus bollette per i redditi più bassi e altri tre miliardi andranno a prorogare il credito di imposta per le imprese.
Lavoro e pensioni
Per il taglio del cuneo fiscale resta un miliardo: la riduzione dei contributi sarà dell’1,8 per cento, dal primo luglio fino alla fine del 2022, con un intervento che aumenta la misura una tantum dello 0,8 per cento prevista nell’ultima legge di bilancio, ma che ne prosegue la direzione. Le pensioni dovrebbero essere rivalutate del 2 per cento da ottobre per un totale di 1,5 miliardi.
Il leader della Cisl, Luigi Sbarra, ha dichiarato che si aspettava un intervento di questo ordine di grandezza dopo il dialogo con il governo delle ultime settimane. Al contrario il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha definito le risorse assegnate a lavoratori e pensionati «poco più di un’elemosina». Concretamente chi ha un reddito sotto i 35mila euro otterrebbe in media 100 euro lordi in più in sei mesi e i pensionati dieci euro ogni 500 euro di pensione per tre mesi.
Gianna Fracassi, vicesegretaria della Cgil spiega: «Lo strumento scelto è corretto, perché potenzialmente strutturale, sono le risorse che per noi sono deludenti». Il segretario Maurizio Landini ha chiesto ai partiti di prendere posizione visto che la manovra doveva andare soprattutto a favore dei lavoratori e al Consiglio dei ministri «che affrontino in modo diverso questa situazione». I sindacati hanno sempre chiesto all’unisono di aumentare la tassa sugli extraprofitti per finanziare un intervento più deciso, ma ieri hanno avuto la conferma che le imprese a quella imposta si stanno ribellando.
Alcuni grandi gruppi, come Erg, Edison e Engie hanno contestato l’imposta fin da subito, soprattutto per come viene calcolata, visto che si tratta di verificare la differenza tra le operazioni attive e passive da ottobre 2021 ad aprile 2022 e confrontarle con l’anno passato. Tuttavia, solo nel caso in cui l’aumento superi i 5 milioni di euro, si applica un prelievo pari al 25 per cento, e sotto il 10 per cento nulla è dovuto. Ma i mancati versamenti registrati al 30 giugno, quando doveva essere versato solo il primo 40 per cento dell’imposta, possono significare che anche aziende a partecipazione pubblica non siano in regola. E tra i due litiganti a pagare sono i lavoratori.
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