- Ora anche la Germania ci sta pensando seriamente: disaccoppiare il prezzo dell'energia elettrica da quello del gas che continua la sua corsa sul mercato di riferimento europeo.
- L’idea è quella di cambiare il meccanismo e permettere ai fornitori di presentare un prezzo basato sulle spese di approvvigionamento e produzione, che variano molto in base alla fonte di energia.
- Nel caso delle rinnovabili, eolico, fotovoltaico o idroelettrico ovviamente i costi di produzione sono molto maggiori di quelli di approvvigionamento, mentre per i combustibili fossili è il contrario, motivo per cui se il mercato del gas non è liquido come in questo momento, l’impatto sui prezzi è molto maggiore.
Ora anche la Germania ci sta pensando seriamente: disaccoppiare il prezzo dell'energia elettrica da quello del gas che continua la sua corsa sul mercato di riferimento europeo, il Ttf di Amsterdam, visto che l’elettricità da rinnovabili sarebbe molto meno costosa ma il meccanismo del mercato ne lega il costo a quello di giornata del combustibile fossile.
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Il piano tedesco
L’ipotesi era già stata citata dal premier Mario Draghi, dalla presidente della Commissione europea. anche se tecnicamente complessa è considerata molto più fattibile rispetto a un tetto del gas nazionale che per l’Italia avrebbe effetti controproducenti: siccome siamo collegati attraverso i gasdotti con Germania, Francia, Austria, Repubblica Ceca, il gas potrebbe essere acquistato da noi con un prezzo minore e rivenduto all’estero: una beffa che alimenterebbe la scarsità della materia prima.
L’ipotesi di slegare il prezzo delle rinnovabili invece resta in piedi. Il principale quotidiano economico tedesco, Handelsblatt, spiega che ora la sta valutando anche il governo di Berlino e sarebbe inclusa in un piano allo studio dal ministro dell’Energia e vicepremier Robert Habeck.
Ieri il prezzo del gas si è avvicinato a quota 340 euro per MWh, un anno fa era poco sopra i 25. Ora il prezzo di acquisto sul mercato olandese si basa sulle contrattazioni del gas, cioè sul prezzo della quota di gas che serve ogni giorno a soddisfare la parte di domanda non soddisfatta dalla produzione di energia da rinnovabili
Un nuovo meccanismo
L’idea è quella di cambiare il meccanismo e permettere ai fornitori di presentare un prezzo basato sulle spese di approvvigionamento e produzione, che variano molto in base alla fonte di energia.
Nel caso delle rinnovabili, eolico, fotovoltaico o idroelettrico ovviamente i costi di produzione sono molto maggiori di quelli di approvvigionamento, mentre per i combustibili fossili è il contrario, motivo per cui se il mercato del gas non è liquido come in questo momento, l’impatto sui prezzi è molto maggiore.
Il premier Draghi al meeting di Rimini aveva spiegato: «Questo legame che c'è tra il costo dell'energia elettrica prodotta con le rinnovabili, e quindi acqua, sole, vento, e il prezzo massimo del gas ogni giorno è un legame che non ha più senso».
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