Al Forum Multistakeholder organizzato da Cassa Depositi e prestiti alla Borsa di Milano è intervenuto anche l’ad del gruppo Scannapieco: «Serve una transizione giusta. Nei prossimi tre anni impegneremo 81 miliardi di euro». Quasi 9 intervistati su 10 considerano l’IA un rischio
Il mondo sta cambiando. E con l’elezione di Donald Trump, il vento degli Stati Uniti soffia anche sui temi Esg (sostenibilità ambientale, sociale e di governance). Nonostante i balzi in avanti degli ultimi anni, uno dei tanti effetti del ritorno del tycoon alla Casa Bianca è la crescita di un vero e proprio «movimento anti-Esg». Fatto non solo di scelte governative – con più di una mano tesa da Trump alle lobby del carbone e del petrolio o, al contrario, negata a chi parla di Green Deal – ma anche di gruppi finanziari e banche che si stanno adattando velocemente al nuovo spirito dei tempi. Dove la sostenibilità sembra scendere tra le gerarchie dei volani d’investimento.
Se oltreoceano sembra assistere a un vero e proprio cambio di rotta, diversa è la situazione in Europa dove ancora si cerca di correre (o per lo meno di camminare) nella direzione di uno sviluppo più sostenibile. Anche se, com’è noto, non mancano voci critiche di chi crede che le norme in tema di sostenibilità siano troppo rigide e che rischino di strozzare eccessivamente la competitività del Vecchio Continente.
In questo contesto si colloca l’approccio «pragmatico e equilibrato» di Cassa Depositi e Prestiti, come lo ha definito il suo presidente Giovanni Gorno Tempini, che il 30 gennaio ha organizzato a Milano, nella sede di Borsa Italiana in piazza Affari, la terza edizione del Forum Multistakeholder Cdp, l’evento che riunisce interlocutori strategici del gruppo e società civile sui temi Esg. Nel corso della giornata sono stati anche presentati i risultati dell’indagine Bvs Doxa su “Gli italiani tra sostenibilità e intelligenza artificiale: generazioni a confronto”.
Due miliardi con bond Esg nel triennio 2022-2024
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L’approccio di Cdp in questo quadro l’ha spiegato nel suo intervento d’apertura l’amministratore delegato, Dario Scannapieco. Anche se «il vento intorno a noi sembra dare segnali di cambiamento», l’impegno sulla sostenibilità del gruppo controllato dal ministero dell’Economia non è mai stato in discussione, ma è da coniugare con una transizione «giusta, che tenga conto di tutto gli aspetti ambientali e sociali».
I numeri innanzitutto. «Sul fronte del funding, nel corso del triennio 2022-2024 abbiamo raccolto 2 miliardi di euro tramite bond Esg», ha aggiunto Scannapieco. E nei prossimi tre anni, nel nuovo Piano strategico annunciato proprio durante l’evento milanese, il gruppo prevede di impegnare 81 miliardi di euro – il 24 per cento in più rispetto al 2022-2024 – che attiveranno investimenti per circa 170 miliardi (+ 32 per cento rispetto allo scorso triennio).
Un approccio per coniugare crescita e sostenibilità che prenderà quattro direzioni: promuovere la competitività dell’ecosistema di imprese, infrastrutture e amministrazioni pubbliche; stimolare la sicurezza economica e l’autonomia strategica per ridurre le dipendenze dall’estero; rafforzare l’inclusione e la coesione sociale e territoriale; sostenere una transizione verde e giusta, «finanziando iniziative di adattamento e mitigazione del cambiamento climatico, all’interno di un percorso che non lasci indietro nessuno», ha detto l’ad di Cdp.
Il monito (e le critiche) di Gorno Tempini all’Ue
La veste più politica l’ha indossata il presidente del gruppo, Giovanni Gorno Tempini, intervenendo a chiusura dei lavori. «La sostenibilità è a un crocevia a livello mondiale», ha spiegato, «la domanda a cui rispondere ora è quale approccio dobbiamo seguire per proteggerne gli aspetti positivi per coniugarla con competitività e crescita, in particolare in Europa».
Il Vecchio Continente, stretto nella morsa della competizione tra Stati Uniti e Cina, rischia di rimanere fuori da questa sfida epocale che ha al centro l’intelligenza artificiale e le sue migliaia di applicazioni. Nel commentare il caso DeepSeek, l’azienda cinese salita alle cronache per il suo modello di IA a prezzi “stracciati” rispetto a quelli delle statunitensi Google, OpenAI o Microsoft, il presidente di Cdp ha sottolineato che, di fronte ai due poli globali, «il rischio è che l’Unione Europea sia tagliata fuori» da questa corsa, perché «la Cina sta investendo cifre enormi nella tecnologia» e «gli Stati Uniti, quando si parla di investimenti in intelligenza artificiale, spendono centinaia di miliardi». Il monito di Gorno Tempini dell’Ue è anche una velata critica alla sua strategia di over-regulation perché, ha spiegato, «in questo momento sembra che voglia quasi fare l’arbitro, quando in realtà l’arbitro non gioca. L’Europa deve giocare».
Il quadro internazionale con le sue sfide e le sue criticità è stato al centro dell’intervento del professore della Harvard Business School, Dante Roscini. Al dibattito hanno partecipato anche Giovanni Azzone, Presidente di Acri e Fondazione Cariplo, Francesca Dominici, Professoressa di Biostatistica e Direttrice Harvard Data Science Initiative, Costanza Carmignani, studentessa universitaria, Donatella Sciuto, Rettrice Politecnico di Milano e Fabrizio Testa, ceo di Borsa Italiana e Barbara Gallavotti, divulgatrice scientifica.
Il rapporto tra sostenibilità e IA
La giornata è stata arricchita dai numeri dell’indagine Bva Doxa su “Gli italiani tra sostenibilità e intelligenza artificiale: generazioni a confronto”, illustrati durante l’evento da Elena Shneiwer, Responsabile Esg Engagement di Cdp, fotografano il rapporto dei cittadini tra i 14 e i 74 anni nel 2024 rispetto alle tematiche ambientali e sociali in relazione con la finanza, e ai nuovi scenari aperti dall’intelligenza artificiale.
Quello che emerge è un quadro articolato, caratterizzato da una forte conoscenza trasversale da parte degli intervistati delle tematiche Esg senza significative differenze tra le diverse generazioni: il 90 per cento degli intervistati (18-74 anni) ha sentito parlare di tematiche Esg con una percentuale che arriva al 92 percento tra la fascia 18-34 anni per raggiungere il 95 per cento in quella 14-17. La parola chiave dell’incontro è stata «pragmatismo», quello dimostrato dagli under 35 sui temi legati alla sostenibilità, considerato che l’80 per cento di loro considerano i fattori Esg non una moda ma una necessità, con una crescita di 13 punti percentuali rispetto al 2023.
Dalla ricerca è emersa una consapevolezza maggiore dei più giovani sulle sfide (e i rischi) dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Sono affiorate preoccupazioni relative alla violazione della privacy (percepita dal 52 per cento), per la produzione di fake news (stessi livelli) e per la perdita di posti di lavoro (51 per cento). Infine, c’è un 87 per cento di intervistati che vede nell’intelligenza artificiale un rischio, mentre il 72% (77% di genere femminile) è convinto che l’IA possa sopraffare l’uomo. Ma c’è anche una domanda di «protezione», rivolta alla politica ma non solo, considerato che più di 7 ragazzi su 10 contano sulle istituzioni per affrontare il futuro.
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