Confermate le notizie pubblicate da Domani giovedì scorso sull’intenzione del ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, di silurare il presidente e ceo di Stm Jean Marc Chéry dal suo incarico. Oggi il giornale economico Les Echos ha confermato le nostre informazioni. Ovvero la crisi interna al consiglio di amministrazione di Stm, società partecipata dal Mef e dalla Cassa e Depositi e Prestiti francese.

Da qui la nuova giornata di sofferenza in Borsa per Stm (-2%) mentre Giorgetti ha definito «inadeguato» l’operato di Jean-Marc Chéry. Viene confermata quindi l’indiscrezione di Domani, secondo cui Roma vuole puntare a una sostituzione del manager francese, alla guida di Stm dal 2018.

A Les Echos, Giorgetti ha però precisato che l’ad della società Jean-Marc Chery non avrebbe l’apprezzamento non per il fatto di essere francese, ma per la gestione negativa e inadeguata, ritenuta «sconsiderata e pericolosa» in particolare in alcune operazioni. Per allontanarlo, come detto, l’Italia non può agire da sola, dal momento che la holding di controllo di Stm è pariteticamente in mano anche ai francesi.

«L’idea che la Francia sarebbe nettamente favorita è una bugia», dice Nicolas Dufourcq, direttore generale di Bpifrance, la società pubblica controllata dal governo francese a Les Echos. Roma lo accusa di aver gestito in modo palesemente favorevole agli interessi di Parigi, appoggiandosi a un comitato esecutivo in cui gli italiani sono passati da 5 su 8 a 3 su 9. Ma anche la decisione di avviare una nuova produzione di componenti elettronici non lontano da Grenoble, grazie a un contributo del governo francese di 2,9 miliardi di euro nell’ambito dell’European Chips Act, avrebbe fatto inalberare il governo italiano.

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