Per il principale azionista è «una scelta illegittima» e ha anticipato che «utilizzerà ogni strumento legale a sua disposizione per contestare questa decisione e tutelare i suoi diritti e quelli di tutti gli azionisti». Quanto all'offerta non vincolante su Sparkle, il Consiglio l’ha ritenuta non soddisfacente. Bocciata la proposta Merlyn
Undici voti favorevoli su 14: questi i numeri che hanno portato all’approvazione dell’offerta per la cessione della rete NetCo di Tim al fondo statunitense Kkr, e il colosso francese Vivendi, principale azionista, non l’ha presa bene. Il via libera al fondo statunitense è stato deciso senza l’adozione di un’assemblea che avrebbe messo al voto degli azionisti la proposta, tenendo presente che la deadline è prevista per l’8 novembre.
Secondo quanto ricostruito da Milano Finanza, hanno votato no proprio per la decisione di escludere l’assemblea sono stati i membri indipendenti del cda Cristiana Falcone, Marella Moretti e Giulio Gallazzi. Al cda non ha partecipato Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cassa depositi e prestiti.
Appena emersa la decisione, Vivendi, con il 24% circa del capitale, ha liquidato come «illegittima» la delibera. La società si è rammaricata che «tutti gli appelli alla ragionevolezza siano rimasti inascoltati», e ha anticipato che «utilizzerà ogni strumento legale a sua disposizione per contestare questa decisione e tutelare i suoi diritti e quelli di tutti gli azionisti».
L’offerta vincolante valorizza la rete fissa per 18,8 miliardi con possibilità di arrivare fino a 22. Il perfezionamento dell’operazione è atteso per l’estate del 2024, una volta completate le attività prodromiche e soddisfatte le condizioni sospensive, che sono il completamento del conferimento della rete primaria, l’autorizzazione Antitrust, l’autorizzazione in materia di sovvenzioni estere distorsive e il Golden Power.
Quanto all’offerta non vincolante su Sparkle, il Consiglio l’ha ritenuta non soddisfacente. Secondo indiscrezioni sul piatto sono stati messi circa 700 milioni, mentre Tim la valuta un miliardo. Perciò ieri il Cda ha dato mandato al Ceo di verificare la possibilità di ricevere un'offerta vincolante a un valore più elevato una volta completata la due diligence, il cui termine è stato esteso fino al 5 dicembre.
Il fondo Merlyn
Bocciata la proposta alternativa di Merlyn Partners, che detiene poco meno del 3% delle azioni Tim, per il mantenimento interno della rete. Il fondo ha immediatamente divulgato un comunicato: «La decisione del CdA di TIM di approvare l’offerta di KKR senza sottoporre la decisione ad un voto dell’assemblea dei soci è irrispettosa e sbagliata». Adottare una delibera di tale importanza per il destino dell’azienda, «peraltro non all’unanimità come annunciato in precedenza, senza ascoltare tutti gli azionisti, costituisce una mancanza di rispetto del mercato e dei più basilari principi di buona governance aziendale». Gli advisor legali, sottolineano, hanno definito come «pericolosa» una eventuale convocazione di una assemblea dei soci: «Ci chiediamo pericoloso per chi? Diventa evidente come gli interessi degli azionisti non siano il primo obiettivo del CdA in questa vicenda». Per loro la decisione è stata frettolosa e opaca. Merlyn si riserva di «procedere con ogni possibile azione che porti il CdA a convocare al più presto un’assemblea dei soci».
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