- Il governo affida all’Anas la Roma-L’Aquila-Pescara togliendola al gruppo Toto per grave inadempienza.
- La scadenza naturale della concessione era prevista per il 2030. La società ha già annunciato un’azione legale.
- Secondo il governo la decisione «tiene conto degli esiti della procedura per grave inadempimento, attivata a dicembre 2021 dalla direzione generale del Mims (Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili), in considerazione delle molteplici criticità riscontrate nella gestione dell’autostrada, compreso l’inadeguato stato di manutenzione».
Il Consiglio dei ministri ha deciso la revoca della concessione autostradale alla società Strada dei parchi (gruppo Toto). Strada dei parchi ha avuto fino a oggi la concessione delle autostrade A24 e A25 (Roma-L’Aquila-Pescara), circa 280 chilometri in tutto.
La scadenza naturale della concessione era prevista per il 2030. Secondo il governo la decisione «tiene conto degli esiti della procedura per grave inadempimento, attivata a dicembre 2021 dalla direzione generale del Mims (Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili), in considerazione delle molteplici criticità riscontrate nella gestione dell’autostrada, compreso l’inadeguato stato di manutenzione».
Indennizzo già previsto
Strada dei parchi ha reagito annunciando un’azione legale. La revoca per grave inadempimento prevede comunque, secondo calcoli riservati che circolano in ambienti governativi, un indennizzo di 7-800 milioni. La concessionaria pretenderà un indennizzo pari al triplo, cioè la cifra che si apprestava a chiedere dopo aver notificato al governo, il 12 maggio scorso, la propria decisione di recedere unilateralmente dalla concessione a causa dei gravi inadempimenti del concedente, cioè del Mims.
A dare un tocco surreale alla vicenda contribuisce il fatto che la revoca è stata decisa applicando il decreto legge 162 del 30 dicembre 2019, quello scritto dal governo Conte 2 (ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli) appositamente per revocare la concessione di Autostrade per l’Italia dopo il crollo del ponte Morandi. Come è noto quella revoca non è stata mai decisa, al contrario il governo ha deciso di comprare Aspi dalla famiglia Benetton a prezzo pieno senza mai contestare alcun inadempimento alla concessionaria.
Nel caso di Strada dei parchi invece il ministero competente ritiene di aver riscontrato quello stato di manutenzione inadeguato che mai è stato contestato ad Autostrade per l’Italia. Da qui anche la protesta del presidente della regione Abruzzo Marco Marsilio: «Spero che il governo abbia formidabili argomenti per questa revoca, perché ho una preoccupazione fortissima: in un paese, dove Benetton e Atlantia sono stati liquidati con 8 miliardi di euro dopo aver fatto crollare un ponte con decine di morti, è difficile pensare che Toto se ne andrà gratis. Questa scelta del Governo darà vita a un contenzioso micidiale». Il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli (M5S) ha dichiarato di giudicare la revoca «un provvedimento storico, siamo molto soddisfatti. Finalmente si riequilibra il potere tra i concessionari e lo Stato».
Stando alla reazione di Strada dei parchi questo riequilibrio di potere si sarebbe in realtà verificato già da tempo, con qualche eccesso che aveva spinto la concessionaria a reagire energicamente. Non a caso la procedura per grave adempimento è stata avviata a dicembre 2021 in seguito alla lettera con cui Strada dei parchi, il 7 dicembre, aveva accusato il concedente di gravi inadempimenti. Secondo la concessionaria le sue difficoltà iniziano nel 2013, quando è scaduto il piano economico e finanziario (Pef). Da allora, protesta la concessionaria, sono state bocciate dal ministero 18 diverse proposte di rinnovo, al punto che due anni fa il ministero delle Infrastrutture è stato commissariato dal Consiglio di stato per il rinnovo del Pef, peraltro mai approvato neppure dal commissario.
Dal punto di vista pratico la revoca della concessione viene attuata attraverso un decreto legge che dettaglia come dalla mattina di venerdì 8 luglio la gestione torni all’Anas (che l’aveva fino al 2002), con effetto immediato. Vedremo come faranno, dal punto di vista pratico.
© Riproduzione riservata