Confindustria, impegnata in una battaglia col governo su una legge di bilancio che non le piace – pochi fondi sulle politiche attive e troppi sul reddito di cittadinanza, ha detto alla Stampa Marco Bonometti presidente di Confindustria Lombardia – si trova un fronte di conflitto aperto anche in casa. Al quotidiano Sole 24 Ore infatti è in programma mercoledì 18 novembre il voto di fiducia sul direttore Fabio Tamburini, destinato a inasprire il confronto interno al giornale che molta gloria, quando sono state fatte le scelte giuste, e molti guai, quando sono state fatte quelle sbagliate, ha portato all’associazione.

Tamburini ha reagito a uno scontro col comitato di redazione (cdr), cioè i rappresentanti sindacali dei giornalisti, in un modo che la Federazione nazionale della stampa ha definito «sconcertante». In un comunicato apparso il 15 novembre i rappresentanti della redazione esprimevano la loro contrarietà alla riduzione del Sole 24 Ore a «un house organ, sul quale i contenuti scelti dal nostro editore vengono inseriti in quantità smodata, senza filtro e senza mediazione dei giornalisti». Il riferimento era ai due speciali pubblicati le scorse domeniche con articoli firmati direttamente da dirigenti confindustriali che hanno portato il numero delle interviste e degli interventi dell’associazione sul giornale a 25 in un mese, una al giorno considerando i festivi. Il cdr argomentava che il prezzo da pagare sarebbe stato la svalutazione della testata e della sua autorevolezza, «il patrimonio più importante da difendere (ma così dovrebbe essere anche per l’editore)».

In calce si leggeva la riposta del direttore: «I firmatari del comunicato dovrebbero provare una qualche vergogna». L’assemblea dei giornalisti dal Sole ha ritenuto la risposta inaccettabile e ha chiesto che il comunicato venisse ripubblicato per intero, ottenendo questa volta la risposta dell’azienda cioè del presidente Edoardo Garrone (gruppo Erg) e dell’amministratore delegato Giuseppe Cerbone (ex Ansa). La quale ha non solo espresso piena solidarietà a Tamburini, ma ha anche accusato i rappresentanti dei giornalisti di «travalicare la normale dialettica sindacale». Questo spiega probabilmente l’idea della dialettica sindacale della Confindustria, ma anche le dinamiche di spartizione interna alla lobby degli industriali. 

Garrone e Cerbone sono arrivati ai vertici del Sole 24 Ore nel luglio del 2018, scelti dall’ex presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, di cui Garrone è stato sempre  fedele collaboratore, tanto da essere considerato anche un possibile candidato anti Bonomi. Al loro arrivo la situazione finanziaria del Sole 24 Ore era ancora segnata dalla crisi legata ai dati gonfiati sulla diffusione delle copie dal 2013 al 2016.

Per quella manipolazione del mercato sanzionata dalla Consob, il tribunale di Milano ha rinviato a giudizio con l’accusa di false comunicazioni sociali e aggiotaggio l’ex direttore Roberto Napoletano, mentre la società Sole 24 Ore, l’attivissima ex ad Donatella Treu e l’ex presidente Benito Benedini, come Bonomi ex presidente di Assolombarda e della Fiera di Milano, hanno patteggiato.

Ora Boccia ha ottenuto la presidenza della università di Confindustria Luiss, ma della fine della sua stagione e della faticosa transizione del dopo Napoletano che ha portato alle dimissioni dell’eterno consigliere e grande elettore di Confindustria Luigi Abete, restano ancora il presidente, l’amministratore delegato, il direttore e conti in crisi. Zavorrati dalla pandemia, i ricavi sono calati del 7,5 per cento rispetto ai primi nove mesi del 2019 e la posizione finanziaria netta al 30 settembre è negativa per 46,7 milioni di euro. Sotto la direzione di Tamburini che pure ha approvato piani editoriali innovativi, c’erano già state iniziative di “marketing” discusse.

Una su tutte lo speciale di publiredazionali a favore della Repubblica Popolare cinese pubblicato il 12 aprile scorso: non deve essere passato inosservato a Bonomi che in Cina ha oggi interessi diretti – il fondo Mandarin Capital definito sul sito di Assolombarda di cui Bonomi era presidente «un fondo di private equity per una maggiore integrazione tra i sistemi economici italiano e cinese» ha da poco acquisito la maggioranza della sua partecipata Sidam Btc Medical. Scelti da Boccia, da mesi Tamburini e Cerbone stanno cercando di accreditarsi col nuovo presidente, cosa che spiegherebbe le mosse con la redazione. Ora gli stanno offrendo  su un piatto d’argento la possibilità per nominare uomini suoi.

 

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