Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Dopo la prima serie dedicata alla sentenza della corte d'assise di Bologna che ha condannato all'ergastolo Paolo Bellini per la strage di Bologna, il Blog mafie pubblica una seconda serie che si concentra sul ruolo dei mandanti


Il gruppo Terza Posizione (Tp) nacque dalle ceneri dell'organizzazione giovanile Lotta Studentesca e fu costituito a Roma nel 1978 da Giuseppe Dimitri, Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi.

La formazione aveva un'impostazione nazional rivoluzioNaria e si ispirava anche a principi della dottrina nazi-maoista, cari a Lotta di Popolo, un movimento eversivo studentesco sciolto nel 1973, che aveva avuto tra i suoi promotori Enzo Maria Dantini. Tp si proponeva come alternativa alla destra tradizionale, considerata reazioNaria ed imperialista, e si dichiarava equidistante sia dalla sinistra marxista, sia dalla destra capitalista, proponendo una terza soluzione (da cui appunto la sua denominazione).

Essa catturò rapidamente le attenzioni dei giovanissimi e si diffuse in tutto il territorio italiano.

Per quanto il movimento come tale fosse restato fuori dal compimento di attentati, nel 1979 alcuni "tippini" decisero di passare alla lotta armata e si resero autori di attentati, anche entrando a far parte di altri gruppi e in particolare dei Nar (è il caso di Luigi Ciavardini, di Walter Sordi, di Giorgio Vale, ecc.).

La fine del movimento fu determinata dalla fuga all'estero dei suoi leaders Fiore e Adinolfi, colpiti da mandato di cattura emesso nei loro confronti per la strage di Bologna, nonché dall'ulteriore azione repressiva svolta dalla Procura di Roma nell'ambito di un'altra importante indagine sull'eversione romana.

Il gruppo che maggiormente incarnò il concetto di spontaneismo armato fu quello dei Nuclei Armati RivoluzioNari (Nar), forse il più atipico, essendo composto da un numero limitatissimo di elementi, che non avevano alcuna intenzione di accrescersi attraverso l'opera di proselitismo, così come era obiettivo degli altri gruppi, ma che miravano a mantenere la proprio purezza rivoluzioNaria attraverso l'esemplarità dei delitti commessi e l'autofinanziamento attraverso rapine in banche, gioiellerie ed armerie.

L'ideologia posta alla base del gruppo era caratterizzata da una visione che privilegiava l'importanza dell'azione armata.

In circa tre anni di attività (che coincidono con il c.d. "triennio maledetto" 1978-1981), i Nar commisero un centinaio di attentati e numerosi omicidi.

Altra caratteristica importante ed assolutamente nuova dei Nar era il fatto che si trattasse di un'organizzazione avente tendenzialmente una struttura aperta, nel senso che qualunque neofascista avrebbe potuto commettere un attentato e poi rivendicarlo con la sigla dei Nar.

Nel trattare il periodo storico-politico 1975 - 80 non può omettersi di osservare che, di pari passo con la trasformazione della destra eversiva, si assistette ad un profondo mutamento di indirizzo anche della massoneria.

Nell'ambito della Loggia P2 restava fortissima la presenza di persone provenienti dai servizi di sicurezza e dai vertici del!' Arma dei carabinieri, che nel periodo precedente avevano in qualche modo reso possibile, vuoi con le loro collaborazioni, vuoi con le loro omissioni, l'affermarsi della c.d. strategia della tensione.

Basti pensare che i nomi di Gelli e di molti altri iscritti erano emersi nelle indagini relative al golpe Borghese e alla strage dell'Italicus, come si è visto nei capitoli precedenti.

Forse anche in forza degli esiti fallimentari delle precedenti esperienze golpistiche, si era generato all'interno di questo ambito un forte ripensamento critico sulle scelte effettuate nel passato e con esso la necessità di voltare pagina e di abbracciare forme nuove di restaurazione".

Maturò così l'idea di andare oltre alla strategia del colpo di Stato o dell"'Intentona" [in nota: Espressione spagnola con cui si indica la minaccia del colpo di Stato per indurre i poteri ufficiali a modifiche di indirizzo politico per assecondare i potenziali golpisti, accogliendo loro richieste o impedendo evoluzioni politiche sgradite,] in direzione di un progetto - sia consentito, non meno subdolo - di affermazione della massoneria sugli apparati dello Stato.

Licio Gelli venne nominato maestro venerabile della P2 proprio nel 1975.

Risale al 1976 la redazione del "Piano di rinascita democratica", una sorta di documento

programmatico e politico, realizzato dallo stesso Gelli, evidentemente con ausilio di terze

persone, posto il non eccelso livello culturale dello stesso.

Detto documento venne rinvenuto e sequestrato soltanto nel luglio 1982 all'aeroporto di

Fiumicino nel doppiofondo della valigia di sua figlia, Maria Grazia Gelli.

Il Piano proponeva un mutamento di indirizzo rispetto alla linea golpista, escludendo ogni progetto di rovesciamento del sistema e prefigurando, invece, una trasformazione dal suo interno in senso presidenzialista e autoritario, attraverso un superamento della democrazia dei partiti ed un riassetto in chiave eufemisticamente più moderata.

L'idea di fondo era quella di costituire una sorta di governo occulto di tipo massonico, parallelo a quello istituzionale, che si sostituisse agli organi ed istituzioni dello Stato nell'esercitare il potere.

Per ottenere un simile risultato, nella delinquenziale elaborazione gelliana, occorreva agire non più mediante un'azione cruenta, ma attraverso un'azione costante di infiltrazione all'interno delle istituzioni, che determinasse la progressiva assunzione di controllo su ogni ganglio ed apparato attraverso il quale si esplicava il potere statuale.

In particolare, ciò doveva avvenire attraverso il raggiungimento di determinati obiettivi, espressamente indicati nel piano, quali la rifondazione dei partiti dominanti, quali la Democrazia Cristiana, l'indebolimento dei sindacati, l'assunzione del controllo della stampa (della quale, non a caso, costituisce tangibile dimostrazione l'acquisizione strategica del gruppo Rizzo li-Corriere della Sera, il più importante gruppo editoriale italiano), la guida dei servizi segreti ed altro ancora.

Ciò, quanto meno, sulla carta.

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