- Mentre l’Ue corre verso l’obiettivo del 70 per cento di vaccinati, l’arcipelago da mezzo milione di abitanti raggiunge con due mesi di anticipo l’obiettivo.
- Il primato c’è, ma tanta è la voglia di precorrere i tempi, e di ridare a Malta la sua “normalità” estiva fatta di spiagge, turismo e divertimenti, che il governo azzarda: «Abbiamo raggiunto l’immunità di gregge».
- L’annuncio va considerato più come un auspicio che una certezza. Certo, l’arcipelago sta toccando il traguardo che l’Ue si è data a livello politico. Ma quanto agli obiettivi fissati dalla scienza ci sono ancora poche evidenze.
Proprio ieri la presidente della Commissione europea ha ribadito che l’obiettivo dell’Europa è «vaccinare il 70 per cento della popolazione entro fine luglio, e avviarci così verso un ritorno a una vita normale». C’è uno stato membro dell’Unione europea che ritiene di aver già raggiunto questo obiettivo, e lo stato è per la precisione il più piccolo di tutti, Malta. Mentre in media il 46 per cento degli europei in età adulta ha ricevuto una prima dose, all’incirca la stessa percentuale di maltesi ha già ottenuto entrambe le dosi: circa il 42 per cento degli over 16. Mentre l’Unione corre verso l’obiettivo del 70 per cento di vaccinati, quest’arcipelago da mezzo milione di abitanti ha già raggiunto con due mesi di anticipo l’obiettivo. Il primato c’è, ma tanta è la voglia di precorrere i tempi, e di ridare a Malta la sua “normalità” estiva fatta di spiagge, turismo e divertimenti, che il ministro della Salute ha azzardato un annuncio: «Abbiamo raggiunto l’immunità di gregge», ha detto Chris Fearne lunedì.
Senso di immunità
Innanzitutto, è proprio così? In più di un anno di pandemia, l’espressione herd immunity, immunità di gregge, rimane impressa nella nostra memoria collettiva soprattutto per ben altro annuncio. Era metà marzo 2020 quando il premier britannico Boris Johnson si rivolse alla nazione e disse: siate pronti, perché «molte altre famiglie perderanno i loro cari prima del tempo». Ci sono volute rivolte del mondo scientifico, accademico, e dell’opinione pubblica, per convincere Johnson a un cambio di rotta, e all’idea che salvare più vite possibile dovesse essere una priorità. La immunità di gregge alla maltese è tutt’altra cosa: si basa sul presupposto che, vaccinando la gran parte della popolazione, tutti nel loro complesso siano più sicuri. Per quel che riguarda i numeri però, l’annuncio del governo di Malta rappresenta più un auspicio che una certezza. Certamente l’isola sta toccando il traguardo che l’Ue si è data a livello politico, ma quanto agli obiettivi fissati dalla scienza ci sono ancora poche evidenze. L’organizzazione mondiale della sanità statuisce infatti che «non è ancora chiaro quale sia la percentuale esatta di popolazione da vaccinare per ottenere l’effetto di immunità di gregge; il tema è oggetto di indagini e di ricerche, e pare essere sensibile ad alcune variabili, come ad esempio il tipo di vaccino e quali categorie sono state considerate prioritarie per la vaccinazione». L’arcipelago delle Seychelles, che all’inizio del mese aveva già vaccinato con entrambe le dosi il 60 per cento dei suoi abitanti e che aveva usato il vaccino cinese Sinopharm in sei casi su dieci, ha assistito a una recrudescenza dell’epidemia; stando ai media locali, su mille contagi, un terzo riguardava vaccinati ambodosi. Perciò le centomila persone che vivono su queste isole hanno assistito al ritorno delle misure restrittive. Misure delle quali Malta, che si è affidata ad AstraZeneca, Pfizer-BioNTech, Moderna e J&J, conta invece di poter liberarsi al più presto.
Giù la maschera
Stando a quanto riferisce il ministro della Salute maltese, grazie all’estensione delle vaccinazioni, nell’arcipelago le ospedalizzazioni si sono ridotte del 95 per cento. Ieri il bollettino giornaliero del ministero riferiva che il 25 maggio ci sono stati tre contagi e un morto; numeri ben lontani dai record nazionali di oltre cinquecento contagi al giorno (questo marzo) e di sette decessi giornalieri (a novembre), ma comunque ancora lontani dallo zero. Così il governo imbandisce i suoi piani per le riaperture, stando attento però a evitare il messaggio di un “liberi tutti” immediato. Bisogna aspettare il primo giugno per togliersi le mascherine nelle spiagge locali, come la affollatissima Golden Bay o Ghajn Tuffieha Bay. Se i contagi si mantengono sotto controllo, la promessa è di levare l’obbligo di mascherina all’aperto, non solo al mare, a partire dal primo luglio. Ciò non significa che le restrizioni non vengano allentate: a partire da questa settimana, i ristoranti, prima costretti a chiudere alle cinque di pomeriggio, possono tirare fino a mezzanotte. Palestre e piscine tornano alla normalità. Dal primo giugno via libera al turismo, la settimana dopo riaprono anche le summer school; Malta è una delle mete dei giovanissimi per esercitare l’inglese, oltre che per divertirsi. L’industria degli eventi è alle calcagna del governo: non a caso l’annuncio di «raggiungimento dell’immunità» è arrivato subito dopo un incontro con i rappresentanti dell’industria dell’entertainment di Malta. L’esecutivo incontrerà nuovamente il settore, per elaborare meglio il piano di riaperture in questi ambiti; per ora si parla di luglio. Ma già dopo l’incontro di lunedì con i ministri, la Malta entertainment industry and arts association sfodera sui social sorrisi e l’hashtag #reopening2021.
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