- Trovato l’accordo sul bilancio europeo e il programma Next Generation Eu, un pacchetto di 1800 miliardi di euro. Il premier Giuseppe Conte: «Ora dobbiamo correre».
- Il compromesso per accantonare il voto su Polonia e Ungheria prevede che i due Paesi possano presentare un ricorso contro il meccanismo della condizionalità sullo stato di diritto alla Corte di giustizia Ue.
- Con questo accordo i due Paesi dell’Europa orientale possono riuscire a ritardare di un anno l’introduzione del meccanismo che lega l’erogazione dei fondi al rispetto della rule of law. Ma intanto i leader Ue possono approvare il piano di ripresa che serve per contrastare l’epidemia.
Ieri il Consiglio europeo dei capi di stato e di governo era cominciato a metà giornata con l’accordo quasi fatto. E infatti prima di sera la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha potuto dare l’annuncio: l’intesa con Polonia e Ungheria sul bilancio europeo e sul programma Next generation Eu è stata trovata.
Gli stati europei possono dare finalmente dare il via libera al pacchetto di 1.800 miliardi di euro in risposta all’epidemia. «L’Europa va avanti!», ha scritto von der Leyen, festeggiando l’accordo.
Ieri i capi di stato e di governo sono arrivati a Bruxelles per rifinire e dettagliare un compromesso capace di accantonare il veto di Varsavia e Budapest, che avevano votato contro l’unico punto dell’accordo che richiedeva l’unanimità, quello del voto sulle risorse proprie, cioè le nuove imposte europee per finanziare in parte il nuovo bilancio. I due leader dell’Est, Viktor Orban e Mateusz Morawiecki, contestavano il meccanismo dello stato di diritto, quello che lega l’erogazione dei fondi al rispetto dell’indipendenza dei poteri dello stato e dei diritti democratici.
Il compromesso della vigilia
La presidenza tedesca ha messo a punto una proposta alla vigilia, introducendo la possibilità di presentare ricorso alla Corte dell’Unione per far decidere ai giudici sul meccanismo, procedura che però rischia di ritardare fino a un anno la condizionalità. Più di metà del lavoro era fatto: ieri la maggioranza dei leader, compreso il premier Giuseppe Conte, è arrivata al vertice professando ottimismo sulla riuscita dell’intesa.
A poche ore dall’annuncio di von der Leyen il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha dichiarato che l’Unione oltre ad aver bisogno del varo del bilancio necessita di «soluzioni legali certe», ma si riferiva solo ai dettagli da definire. Il presidente del parlamento Ue, David Sassoli, nell’aprire il vertice aveva detto di sperare in una soluzione, ma ha anche ripetuto che le conclusioni del Consiglio non avrebbero dovuto modificare l’intesa negoziata con il parlamento sulla legge di bilancio. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha detto che ora possiamo finalmente iniziare a «ricostruire le nostre economie».
I leader hanno anche approvato le conclusioni sul vaccino che diversi paesi dovrebbero iniziare a somministrare la prima settimana di gennaio. Il testo dice che le politiche di allentamento sulle restrizioni e in particolare quelle per i viaggi transfrontalieri dovrebbero essere coordinate: si vedrà se riusciremo al termine dell’epidemia a fare quello che non siamo riusciti a fare in questi mesi.
Nella discussione sul clima, invece, si è parlato soprattutto di fondi: i paesi dell’est chiedono soldi in cambio della condivisione dell’obiettivo di ridurre del 55 per cento le emissioni inquinanti entro il 2030. La cena, quando non ci sono verbali delle discussioni tra i capi di stato e di governo, è stata riservata a discutere le questioni di politica estera, in primis l’aggressività della Turchia, messa al centro delle discussioni dalla Grecia e poi le nuove relazioni transatlantiche con l’amministrazione di Joe Biden.
La lista di argomenti nel menù del summit era piuttosto variegata, ma non includeva nessuna decisione da prendere in emergenza, nessun passaggio inatteso, nessuna necessità di passare le notti a negoziare e neppure alcun dibattito specifico sul Meccanismo europeo di stabilità tanto discusso in Italia. Tanto che se un cittadino italiano fosse capitato a Bruxelles ieri, dopo aver seguito il dibattito parlamentare italiano sul Consiglio, si sarebbe chiesto perché mai di tutte quelle questioni all’ordine del giorno mai sentite a Roma.
L’eurosummit
L’eurosummit, come da tradizione, è previsto per questa mattina. Ma prima i leader Ue discuteranno di come rilanciare i rapporti con il «vicinato meridionale» cioè le relazioni con i paesi del nord Africa e del medio oriente, un tema che all’Italia dovrebbe interessare molto.
Prima di andarsene si confronteranno sulla situazione economica e daranno gli orientamenti «sull’unione bancaria e sull’unione dei mercati dei capitali», nel formato a 27 e con la partecipazione della presidente della Bce, Christine Lagarde, che ha appena esteso il programma di acquisti per contrastare la crisi fino al marzo del 2022. Allora Conte potrà riferire della discussione italiana sul Mes, quella che fino a qualche ora prima sembrava potesse costargli la poltrona.
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