L’Azerbaijan Airlines ha annunciato la sospensione dei voli verso sette città russe. Recuperata anche la seconda scatola nera del velivolo. Il Cremlino: «Non commentiamo fino a fine indagini». Il ministero degli Esteri russo nega che ci siano stati incontri con rappresentanti azeri o kazaki dopo l’incidente
Conferme da più parti sembrano dar credito all’ipotesi rilanciata ieri da Reuters secondo cui la contraerea russa potrebbe aver abbattuto l’aereo di linea dell’Azerbaijan Airlines precipitato vicino ad Aktau in Kazakistan nella mattina del 25 dicembre. L’ultima è quella del portavoce del consiglio della sicurezza nazionale della casa Bianca, John Kirby. «Le indicazioni iniziali suggeriscono la possibilità che sia stato abbattuto dai sistemi di difesa aerea russi», ha detto Kirby sottolineando che le prove finora disponibili vanno al di là delle immagine diffuse dell'aereo danneggiato.
Nella mattinata del 27 dicembre il capo dell'agenzia per l'aviazione civile russa, infatti, alcuni droni ucraini stavano attaccando la città di Grozny mentre l'aereo stava tentando di atterrare con 67 persone a bordo. «I droni militari ucraini stavano portando avanti attacchi terroristici contro infrastrutture civili... in quel momento», ha detto Dmitry Yadrov su Telegram, aggiungendo che l'aereo ha fatto due tentativi di atterraggio prima di virare verso il Kazakistan. Secondo Yadrov all’aeroporto di Grozny c’era una fitta nebbia che riduceva la visibilità «a un'altitudine di 500 metri».
In un post social Andriy Yermak, capo dello staff presidenziale di Kiev, ha accusato Mosca: «La Russia deve essere ritenuta responsabile dell'abbattimento dell'aereo della Azerbaijan Airlines. Condoglianze ai parenti delle vittime».
Dai «risultati preliminari dell'indagine sullo schianto dell'aereo Embraer 190 che operava il volo Baku-Grozny J2-8243 di Azerbaijan Airlines» risulta che l'incidente sia stato causato da «interferenze esterne fisiche e tecniche», afferma la Azerbaijan Airlines in una nota sui social.
Nel frattempo la compagnia aerea ha annunciato la sospensione dei voli verso sette città russe. «Tenendo conto dei dati iniziali dell'indagine sull'incidente aereo dell'Embraer 190 del 25 dicembre, nonché dei potenziali rischi per la sicurezza dei voli, i voli per Mineralnye Vody, Sochi, Volgograd, Ufa, Samara, Grozny e Makhachkala saranno sospesi dal 28 dicembre fino alla conclusione definitiva del procedimento», ha annunciato Azerbaijan Airlines, precisando che i passeggeri con biglietti per le destinazioni interessate hanno diritto a un rimborso completo o a un cambio gratuito del biglietto.
Il no comment del Cremlino
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha fatto sapere che Mosca non intende commentare le notizie. «È in corso un'indagine su questo incidente aereo e, fino alle conclusioni, non ci riteniamo autorizzati a dare alcuna valutazione. E non lo faremo», ha detto Peskov ai giornalisti che chiedevano se avesse visto la richiesta di scuse del deputato azero Rasim Musabekov per l'incidente aereo perché i sistemi di difesa aerea russi avrebbero abbattuto l'aereo.
Diversa la reazione del ministero degli Esteri russo secondo cui: «Su internet si sta diffondendo una notizia fake, su istigazione di agenti stranieri che si trovano in Paesi della Nato, secondo cui alcuni dipendenti di alto livello dell'ufficio centrale del ministero degli Esteri russo avrebbero avuto colloqui con rappresentanti dei ministeri degli Esteri di Azerbaigian e Kazakistan per sviluppare versioni sull'incidente aereo avvenuto il 25 dicembre 2024 ad Aktau». Il ministero aggiunge che «è evidente che dietro questa disinformazione malevola c'è un ordine politico». E che «non sono state condotte trattative in merito con i dipartimenti di politica estera di questi paesi».
Intanto le indagini proseguono ed è stata recuperata anche la seconda scatola nera dell’aereo. Il bilancio finale dell’incidente è di 38 morti e 29 persone che sono miracolosamente sopravvissute - fra cui tre bambini, tutte ricoverate in ospedale - perché la parte posteriore del velivolo si è staccata dal resto della carlinga prima che quest'ultima prendesse fuoco.
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