- Nicola Magrini, direttore generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco, Ospite di Lucia Annunzia a Mezz'ora in più, chiarisce quanto già detto in merito alle polemiche nate sulla sicurezza dei vaccini anti Covid.
- «Non sono state saltate fasi di studio. I processi di valutazione sono rigorosi». E c'è la conferma dell'arrivo delle prime dosi a metà gennaio (1.7 milioni), numero che potrebbe aumentare nel giro di tre mesi «fino a 10 milioni», precisa Magrini.
- Secondo il direttore dell'Aifa è però da escludere l'obbligatorietà, definita «una misura riservata solo a personale sanitario o soggetti anziani».
Nessuna polemica inutile sui vaccini anti Covid, del tutto sicuri perché frutto di studi rigorosi, che arriveranno in Italia da metà gennaio a partire da quello di Pfizer, seguito, se tutto sarà confermato, da quelli di Moderna e AstraZeneca per un totale fino a 10 milioni di dosi nei primi mesi del 2021.
A dare i numeri è Nicola Magrini, direttore generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco. Ospite di Lucia Annunzia a Mezz'ora in più su Rai3, il numero uno dell'Aifa chiarisce quanto già detto in merito alle polemiche nate dalle parole del virologo Andrea Crisanti sulla sicurezza dei vaccini anti Covid: «Non sono state saltate fasi di studio. Non si getta discredito, non ci sono state scorciatoie. I processi di valutazione sono rigorosi».
I prossimi mesi saranno cruciali, avvisa Magrini. «Nel primo trimestre del 2021 non ci sarà una vaccinazione di massa che invece partirà in estate». Di certo c'è la conferma dell'arrivo delle prime dosi a metà gennaio (1.7 milioni), numero che potrebbe aumentare nel giro di poco. «Se i dati saranno confermati, i vaccini saranno verosimilmente tre e potrebbero arrivare a 1,2 milioni di dosi in più al mese: in 3 mesi potremmo avere 6, 8 fino a 10 milioni di dosi, ma si vedrà solo a gennaio», precisa Magrini.
Secondo il direttore dell'Aifa è però da escludere l'obbligatorietà, definita «una misura delicata che va riservata solo a casi estremi come a personale sanitario o soggetti anziani. Chi ha dei dubbi va affrontato con una campagna informativa ampia e rispettosa, un coinvolgimento che non è scienza contro Medioevo», spiega citando i no vax.
Dal numero uno dell'Agenzia del farmaco è anche arrivata la conferma di un piano di vaccinazione nazionale gestito dal commissario per l'emergenza Domenico Arcuri «simile a quello tedesco».
Proprio alla Germania ha fatto riferimento anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva che, sempre da Annunziata, ha chiesto l'intervento dell'esercito, come ipotizzato nel piano tedesco. «Secondo me ci vuole l'esercito per il vaccino, è sacrosanto. Arcuri è un bravo medico, ci ho lavorato insieme. Ma in Italia non c'è un superman che può fare insieme tamponi, banchi a rotelle, vaccino. Io mi sentirei più tranquillo se ci fosse una gestione come quella di Angela Merkel che ha chiamato l'esercito», ha precisato.
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