Le alluvioni in diversi paesi dell’Europa centrale hanno finora causato 16 morti, numerosi dispersi e centinaia di migliaia di persone evacuate. Le precipitazioni portate dalla tempesta Boris ha colpito con violenza Repubblica Ceca, Polonia, Austria, Romania, Slovacchia e si stanno allargando anche verso Ungheria e Germania
Città allagate, case distrutte, migliaia di evacuazioni e diversi stati del continente interessati. A partire dal weekend appena trascorso fortissime precipitazioni stanno colpendo una vastissima area dell’Europa centrale, portando a inondazioni in moltissime aree. Queste violente e ingenti precipitazioni sono state causate dall’incontro tra correnti fredde dal nord Europa con grandi masse di vapore acqueo che si alzano dal Mar Nero e dal Mediterraneo per via delle alte temperature di quest’estate.
L'arrivo dell'aria artica era poi stato preceduto da un periodo di caldo eccezionale in tutta l'Europa orientale: il grande differenziale di temperatura ha reso possibile lo sviluppo di forti temporali, spesso insistenti sulle medesime aree geografiche, a causa della presenza di una zona di bassa pressione, che è stata chiamata tempesta Boris.
Le perturbazioni hanno finora interessato principalmente Romania, Repubblica Ceca, Polonia, Austria e Slovacchia, si stanno spostando verso Ungheria e Germania e dovrebbero anche arrivare in Italia.
Le inondazioni hanno causato finora almeno 16 morti e moltissime persone sono disperse. In Polonia sono morte annegate sei persone tra le città di Nysa, nel sud-ovest del paese, Bielsko-Biała and Lądek-Zdrój a sud. Anche in Romania nel corso del fine settimana sono morte sei persone.
In Austria ha perso la vita anche un vigile del fuoco. Le piogge hanno causato nei vari paesi allagamenti delle strade, blackout elettrici, oltre ad alcuni centri abitati sommersi. Nel sud dell’Austria, le autorità hanno riferito di più di 1.100 case evacuate, mentre in Repubblica Ceca sono almeno 12mila le persone spostate dalle proprie abitazioni. In Polonia un ponte è crollato, l’acqua ha distrutto delle case e il sindaco di Nysa (45mila abitanti circa) ha disposto l’evacuazione immediata della città per salvaguardare la salute dei cittadini. Secondo il Guardian, tra Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania e Slovacchia sono centinaia di migliaia le persone evacuate.
La tempesta Boris segue i violenti episodi meteorologici che hanno colpito nell’ultimo periodo il Myanmar e la Nigeria. Per l’Europa rimane un evento di una portata eccezionale secondo Mario Tozzi, geologo, divulgatore e presentatore televisivo. Tuttavia, potrebbe essere soltanto il primo di molti fenomeni di questo genere nel prossimo futuro dato che un grande fattore è rappresentato dall’aumento delle temperature che non accenna a fermarsi. «Ci addentriamo in territori inesplorati per la meteorologia» sostiene Tozzi.
Inoltre, secondo il geologo, «non siamo pronti ad affrontare eventi di questo genere» e la cronaca di questi giorni e delle scorse settimane anche in Italia lo sta dimostrando. A incidere su questo è anche la situazione a terra che è particolarmente compromessa a livello idrogeologico, con un alto consumo di suolo e un’alta densità infrastrutturale: «In Italia, per esempio, abbiamo costruito moltissimo».
Espressioni di solidarietà sono arrivate nel frattempo da numerose autorità europee. La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha detto che l’Unione provvederà a supportare le persone colpite e la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha dichiarato che «nei momenti peggiori, la nostra gente ha bisogno di vedere il meglio dell'Europa. E a nome del Parlamento europeo, vorrei sottolineare che continueremo a fare tutto il necessario per aiutare. I leader dei gruppi politici hanno appena concordato di tenere un dibattito in quest'aula mercoledì, per valutare la prontezza dell'Unione europea a fornire assistenza immediata e cruciale ai paesi e alle regioni colpiti da questi incidenti catastrofici».
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