Il senatore Michele Fina ha commentato la relazione dell’Autorità nazionale anticorruzione sugli appalti pubblici nella città abruzzese, feudo di Fratelli d’Italia dal 2017, definendola «preoccupante». La gestione degli lavori pubblici è sotto il mirino della Corte dei conti e dell’Anac
Il senatore del Partito democratico Michele Fina – membro della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e illeciti ambientali e agroalimentari – ha annunciato che presenterà un’interrogazione parlamentare sulla gestione degli appalti pubblici del Comune de L’Aquila, amministrato da Fratelli d’Italia, dopo la pubblicazione della relazione dell’Autorità nazionale anticorruzione e dell’inchiesta di Domani firmata da Gaetano De Monte. «Le considerazioni dell'Anac sulla gestione dei lavori pubblici da parte del Comune dell'Aquila sono molto più che preoccupanti», ha detto il senatore.
Come ha spiegato Gaetano De Monte su Domani, dal 2020 al 2022 delle 243 commesse di lavori pubblici, 141 sono stati affidate con appalti diretti, il 58 per cento, e 94 «negoziate senza previa pubblicazione del bando». Solo il 3,5 per cento degli appalti è stato affidato a seguito di gare pubbliche.
«Vogliamo mantenere tutta l’attenzione possibile sulla vicenda», ha continuato Fina, durante la presentazione dei dati di fine anno in merito alla sua attività parlamentare, e ha ricordato l’importanza di rendicontare perché «serve alla cittadinanza per verificare il lavoro svolto».
Il caso
L’Aquila dal 2017 è feudo di Fratelli d’Italia, guidata da Pierluigi Biondi, «ex militante di Casa Pound e fedelissimo di Giorgia Meloni», scrive De Monte. Dall’indagine dell’Anac è emerso che gli appalti sarebbero stati artificiosamente frazionati per consentire l’assegnazione diretta, con conseguenze in termini di trasparenza, pubblicità e concorrenza.
Sono emerse anomalie relative a diverse imprese, che avrebbero ricevuto appalti del valore di milioni di euro. L’attenzione dell’autorità anticorruzione si è poi concentrata su una nomina giudicata inconferibile: l’avvocato Alessandro Piccinini, anche lui di Fratelli d’Italia, ex consigliere comunale, nominato presidente del consiglio di amministrazione della società pubblica Gran Sasso Acqua.
Oltre alle considerazioni dell’Anac, anche la Corte dei Conti «ha accertato la criticità della procedura posta in essere dal comune dell’Aquila».
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