È un’estate particolarmente difficile per i viaggi in aereo, con cancellazioni improvvise e scioperi. In questo contesto arriva anche l’annuncio di Ryanair, che cancellerà le tariffe più economiche. È un cambio di strategia, che la compagnia ritiene obbligatorio, a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi per la guerra in Ucraina
Ryanair eliminerà i voli da 0,99 e da 9,99 euro e la colpa, dice la compagnia aerea, è del caro energia per la guerra in Ucraina, che pesa anche sul settore aereo. Ad annunciarlo è l’amministratore delegato del gruppo, Michael O’Leary. Intervistato da Bbc Radio 4 ha fatto un discorso molto ampio sull’inflazione. Ha spiegato che il settore delle compagnie low cost risente inevitabilmente degli aumenti del prezzo del petrolio.
Tariffe promozionali che restano
A scomparire saranno dunque le tariffe promozionali superscontate, quelle che in passato erano diventate un grande volano di promozione per la stessa Ryanair. «Credo non si vedranno per un bel po’ di anni», ha spiegato O’Leary. Ma Ryanair continuerà comunque ad avere «milioni di posti offerti a 19,99, 24,99 e 29,99 euro».
Facendo un bilancio dell’ultimo anno, spiega che la «tariffa media è stata di 40 euro. Andremo verso i 50 euro nei prossimi cinque anni».
CO2 e aumento dei voli
Negli ultimi anni le tariffe aeree a basso costo hanno incentivato viaggi e spostamenti aerei. Hanno portato anche alla costruzione di nuovi aeroporti e alla nascita e diffusione di compagnie specializzate appunto nel low cost. Proprio la leva del prezzo era diventata l’arma con cui le compagnie si sfidavano.
Il trasporto aereo è però il mezzo maggiormente inquinante a parità di passeggero-chilometro: viaggiando in aereo produciamo 448 grammi di CO2 per chilometro a persona, mentre in treno solo 14 grammi di CO2 per chilometro, come riporta uno studio dell’Austrian Environment Agency del 2020.
Secondo l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), i trasporti hanno rappresentato il 25 per cento delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione europea nel 2018. È colpa soprattutto del trasporto su strada (72 per cento), mentre il trasporto marittimo e il trasporto aereo rappresentano rispettivamente ikl 14 e il 13 per cento delle emissioni. La ferrovia una quota residua dello 0,4 per cento.
Allo stato attuale i voli commerciali rappresentano circa il 2,4 per cento delle emissioni globali di CO2 e il settore aereo sta affrontando pressioni per ridurre il proprio impatto sul clima.
Scioperi e carenza di personale
Nonostante il periodo post Covid abbia riportato molte persone a viaggiare, ulteriori difficolta sono derivate dalla carenza di personale nelle compagnie aeree. Questo ha portato a ritardi e cancellazioni di voli che hanno causato anche scioperi del personale di bordo che ha denunciato il fatto di avere salari troppo bassi.
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