- La procura di Milano ha chiuso le indagini sul senatore della Lega Armando Siri, ex sottosegretario alle Infrastrutture nel governo conte 1. Per lui i pm contestano i reati di finanziamento illecito di partito e dichiarazione infedele dei redditi. Coinvolta anche la gestione dell’associazione spazio Pin, che si occupa della scuola politica della Lega.
- Insieme a Siri risultano indagate altre sette persone tra cui il capo della sua segreteria Luca Perini, l'ex direttore generale della Banca agricola commerciale di San Marino Marco Perotti e l'avvocato Marco Cardia.
- L’inchiesta ha fatto scoprire alcune ipotesi di usura che toccano un banchiere di una filiale lussemburghese della Bper.
Finanziamento illecito di partito e dichiarazione infedele dei redditi. Con queste imputazioni si è chiusa ufficialmente l’indagine della procura di Milano sul senatore Armando Siri, già sottosegretario alle Infrastrutture e trasporti nel governo giallo verde Conte 1. In questa inchiesta sono finite altre sette persone, tra cui il capo della sua segreteria Luca Perini, l'ex direttore generale della Banca agricola commerciale di San Marino Marco Perotti e l'avvocato Marco Cardia, figlio dell'ex presidente Consob Lamberto Cardia.
Nell'inchiesta, coordinata dai pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro (tutti e due adesso in forza alla procura europea), a Siri vengono contestati due episodi di finanziamento illecito. Il primo, già noto in parte, riguarda il denaro ottenuto dall'istituto sanmarinese e utilizzato per acquistare, a nome della figlia, una palazzina a Bresso (Mi). Per questa compravendita Siri ottiene dall'istituto 750 mila euro con le quali acquisisce l'immobile «senza ipoteca a favore della banca» spiegano fonti investigative.
Una modalità decisamente inusuale in questa tipologia di operazioni, tanto più che il beneficiario (la figlia, non indagata) era anche diverso da chi ottiene la provvista. Sempre dall'istituto di San Marino Siri ha ottenuto un secondo prestito, da 600 mila euro, finito alla Tf Holding, società di proprietà di due persone vicine al senatore che avrebbero utilizzato il denaro per ristrutturare due bar presso la stazione di Rogoredo a Milano. Con Siri sono indagati in questo caso il banchiere Perotti, Perini e Domenica Ferragù, che avrebbe messo in contatto il politico con il manager sanmarinese nella ricostruzione della procura.
Il secondo finanziamento illecito, datato giugno 2018 e antecedente al primo che ha periodo comprese tra ottobre dello stesso anno e aprile 2019, chiama in causa la società lussemburghese Npl Opportunities, con uffici anche Milano guidati da Massimo Mina, indagato in concorso con Siri.
A Siri vengono contestati 220 mila euro in questo caso, erogati dalla Npl al politico per estinguere un suo debito tributario dello stesso importo. Molto articolato il meccanismo illecito scoperto dalla Gdf del Nucleo economico finanziario di Milano. In pratica la Npl aveva erogato la somma accreditata sul conto di un commercialista romano (non indagato) che emette degli assegni circolare al portatore con i quali estingue il debito di Siri con l'Agenzia delle Entrate. A mettere in connessione il politico emiliano con il commercialista sarebbero stati, nella ricostruzione degli inquirenti, Cardia e Ramona Graziano, anch'essa indagata. Mina, secondo il registro delle imprese lussemburghese consultato da Domani, non risulta più amministratore di Npl da fine maggio 2019.
A fronte di cosa avrebbero versato questi soldi l’istituto sanmarinese e la società lussemburghese? Per gli investigatori ci sono, negli atti, gli indizi di possibili contropartite future di Siri, le cui indagini sono partite con un'ipotesi di autoriciclaggio e sfociate poi in finanziamento illecito. In un verbale della banca ottenuto per rogatoria, ad esempio, si giustificherebbe il finanziamento a Siri «considerata l'importante posizione dell'interlocutore» nella vita politica italiana. Riscontri sulla possibilità di intrecciare relazioni durature sono state anche rintracciate anche nelle carte di Npl.
Scuola politica
Il secondo reato contestato a Siri è quello fiscale dell'infedele dichiarazione dei redditi e riguarda la gestione dello Spazio Pin, un’associazione senza scopo di lucro che ha nel senatore e in Perini i due soci e che svolge l'attività di formazione politica per aspiranti quadri leghisti di cui il segretario Matteo Salvini è “promotore”, così come si legge nel sito. Gli inquirenti hanno scoperto una serie di spese dell'associazione che non sarebbero inerenti all'attività contestando a Siri un'evasione da 36 mila euro nel 2018 e a Perini ben 80 mila euro nel biennio 2018/19.
L'inchiesta dei pm ha permesso di scoprire anche un'attività presunta di usura che vede indagati lo stesso Mina e Paolo Zanni, banchiere in forza alla filiale lussemburghese dell'istituto emiliano Bper (Bper International). Si tratta di cinque episodi che coinvolgono anche una società del gruppo Npl, la All Reserved srl.
Da ricordare che nel dicembre del 2020 la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Armando Siri per corruzione in relazione a fatti che riguardano il settore eolico.
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