- Gli operai dell’aeroporto di Pisa Galileo Galilei pensavano di caricare aiuti umanitari, ma, riporta il sindacato Usb, per loro c’è stata «una amara e terribile sorpresa, che conferma il clima di guerra nel quale ci sta trascinando il governo Draghi».
- Dal Cargo Village si sono trovati di fronte una cassa contenente materiale esplosivo: «Armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi», dice il sindacato, da mettere in un Boeing 737 della compagnia islandese Bluebird.
- L’evento, confermato da Toscana aeroporti, dice il presidente Marco Carrai, non accadrà più: «Lo posso garantire». Dei voli si interessa il generale Francesco Paolo Figliuolo.
«Dall’aeroporto di Pisa armi all’Ucraina mascherate da aiuti umanitari», recita la denuncia dei lavoratori Usb che si sono rifiutati di caricare gli aerei. Per i voli che hanno messo in allarme anche Toscana aeroporti si è mobilitato direttamente il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l’emergenza Covid in scadenza e nominato di recente a capo del Covi, il Comando operativo di vertice interforze che si occupa della logistica dell’esercito.
Sabato pomeriggio al Cargo Village presso l’aeroporto civile Galileo Galilei i lavoratori erano stati informati che si sarebbero dovuti occupare di un aereo di aiuti all’Ucraina diretto in Polonia. Si aspettavano di trovare viveri, coperte e medicinali per le popolazioni ucraine vittime da settimane di bombardamenti e combattimenti. In realtà il Boeing 737 della compagnia Bluebird, un volo utilizzato anche in ambito civile, doveva essere riempito anche di altro. «Casse piene di armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi» spiega il comunicato divulgato lunedì sera, «una amara e terribile sorpresa, che conferma il clima di guerra nel quale ci sta trascinando il governo Draghi».
L’aeroporto conferma
Federico Barraco, responsabile comunicazione di Toscana Aeroporti conferma l’accaduto, limitandosi però all’etichetta: «Si è trattato di un bancale con scritto materiale esplosivo. La Difesa ha chiesto a noi di occuparcene, ma non era stata comunicata la presenza di materiale che noi non possiamo trattare». Il coordinamento regionale Usb trasporto aereo Toscana spiega che la cooperazione con la Difesa è molto rara, ma è già accaduto in passato che la parte civile dell’aeroporto venisse coinvolta nell’operatività militare, il trasporto di questo tipo di materiali tuttavia non è previsto.
L’aeroporto di Pisa, si legge sul sito della regione Toscana, è di proprietà dell’Aeronautica, ed è gestito per la parte civile da Toscana Aeroporti S.p.A., presieduta da Marco Carrai, fedelissimo di Matteo Renzi.
Due entità, l’aeroporto civile e quello militare, unite dalla pista dei voli ma separate sia nella gestione sia nelle partenze. Così, quando gli operai hanno segnalato che stava accadendo qualcosa di strano, il lavoratore sotto rampa, dipendente di Toscana Aeroporti Handling, la società che si occupa del personale di terra, ha segnalato la cosa: «E il volo – riferisce Barraco – è stato bloccato, poi si è attivato l’Enac (l’Ente nazionale per l’aviazione civile)».
Prosegue: «Non era stata comunicata la presenza di materiale infiammabile. Il volo ormai carico è stato sbloccato ed è partito. Ci è stato riferito che se ne occupa direttamente il generale Francesco Paolo Figliuolo».
I militari
Alcuni lavoratori, racconta il sindacato, si sarebbero rifiutati di caricare l’aereo, ma non li hanno costretti a proseguire. La richiesta agli impiegati del settore civile, per Usb, è una «vera e propria falsificazione, che usa cinicamente la copertura “umanitaria” per continuare ad alimentare la guerra in Ucraina».
Il sindacato ha chiesto alle strutture di controllo del traffico aereo dell’aeroporto civile di bloccare i voli. Per il prossimo sabato, 19 marzo, hanno organizzato una manifestazione di fronte all’aeroporto Galilei, lo slogan: «Dalla Toscana ponti di pace, non voli di guerra».
Il Covi, che fa capo al ministero della Difesa retto da Lorenzo Guerini, ha confermato che è in corso l’allestimento sia di voli per aiuti umanitari sia per l’invio di armi: «Quanto ai materiali in questione, si precisa che sono parte del sostegno militare per l’Ucraina deliberato dal parlamento italiano».
Inoltre, il Covi dice che «non si è registrata alcuna protesta, da parte dei lavoratori civili addetti al carico merci del “Galilei”, dovuta alle suddette motivazioni. Alcuni operatori si sono limitati a segnalare il mancato possesso dei requisiti necessari all’effettuazione del caricamento di materiali speciali, manifestando la necessità di specifiche autorizzazioni». E «a seguito di detta segnalazione, i materiali sono stati regolarmente caricati, da altro personale, sul velivolo».
I voli che contengono armamenti normalmente vengono caricati dai militari. Il volo civile «è abilitato al trasporto di quella tipologia di merci. Nel dettaglio: un B-737 cargo - non certo classificato come volo contenente “aiuti umanitari” – appartenente a una compagnia aerea autorizzata dalla Nato a trasporti di tal genere».
Nessun riferimento all’idoneità del personale. L’attività «è stata condotta presso una piazzola di parcheggio civile dell’aeroporto militare “Galilei”, anziché, come avviene usualmente, all’interno dei parcheggi aeroportuali militari, per l’eccezionale e contemporanea attività di trasporto richiesta dalla situazione in atto».
Al Covi «non risulta alcun interessamento specifico di Figliuolo», il generale però, confermano, si occupa del coordinamento con l’Enac. La Difesa, comunica la società dell’aeroporto, ha assicurato che da ora in poi verranno utilizzati solo militari: «Lo posso garantire», dice il presidente di Toscana Aeroporti, Carrai.
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