Insieme a lui, anche l'ex capo della Procura di Taranto, Carlo Maria Capristo e Filippo Paradiso, il poliziotto e collaboratore al ministero dell’Interno con il sottosegretario Carlo Sibilia, che faceva loro da tramite
L'avvocato siciliano Pietro Amara, lo stesso che nelle ultime settimane con i suoi verbali segreti ha fatto tremare il Consiglio superiore di magistratura, è stato arrestato. L'accusa nei suoi confronti è di aver favorito alcuni procedimenti relativi alle indagini sull'ex Ilva di Taranto.
Un nuova misura cautelare è stata notificata dai magistrati di Potenza anche all'ex procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo. Per l'ex capo della procura ionica è stato disposto l'obbligo di dimora a Bari. I fatti contestati risalirebbero al periodo in cui Capristo era procuratore a Taranto e riguarderebbero anche l'ex Ilva.
L'ex procuratore capo, a maggio 2020, era stato arrestato e rilasciato poi qualche mese dopo, ad agosto, nell'ambito di un'altra inchiesta, per la quale è attualmente a processo per tentata concussione, falso in atto pubblico e truffa aggravata. In carcere anche il loro tramite, il poliziotto e collaboratore al ministero dell’Interno con il sottosegretario Carlo Sibilia, Filippo Paradiso, che avrebbe riportato i messaggi da un capo all'altro, tra Capristo e Amara.
All'avvocato tranese Giacomo Ragno, invece, è stata destinata una misura cautelare agli arresti domiciliari. Ragno era già stato condannato nell'ambito del processo sul «Sistema Trani»).
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