Ieri, l’autorità farmaceutica europea (Ema) ha annunciato che esiste un possibile collegamento tra il vaccino anti Covid-19 AstraZeneca e l’insorgenza di una rara forma di trombosi tra le persone con meno di 60 anni. Cosa succederà adesso al piano vaccinale?

L’Italia

Nel nostro paese i tecnici e il ministero della Salute, d’accordo con regioni ed enti locali, hanno deciso di adottare un approccio morbido. Il vaccino AstraZeneca è «raccomandato» per un «uso preferenziale nelle persone con più di 60 anni d’età».

Questo significa che il suo utilizzo non è vietato per persone più giovani. Come ha scritto il direttore della prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza in una circolare inviata alle regioni: «Il vaccino Vaxevira [il nome ufficiale del vaccino AstraZeneca] è approvato a partire dai 18 anni d’età».

Per questa ragione, chi ha ricevuto una prima dose di AstraZeneca, anche se ha meno di 60 anni d’età, può ricevere un richiamo con lo stesso vaccino. A questo proposito, anche il commissario straordinario generale Francesco Figliuolo ha detto: «Chi ha fatto la prima farà la seconda di Astrazeneca, come peraltro riportato dall’Ema».

Le regioni

Le raccomandazioni del governo lasciano ampi margini alle regioni e alle province autonome per organizzarsi come ritengono meglio. La provincia autonoma di Trento, ad esempio, ha annunciato che gli under 60 già prenotati per vaccinazioni AstraZeneca riceveranno invece Pfizer e che «qualora questo non sarà possibile» per mancanza di dosi «le somministrazioni dovranno essere rinviate».

In Friuli Venezia Giulia le vaccinazioni con AstraZeneca alla fascia d’età 60-79 inizieranno domani. La Lombardia ha iniziato già oggi le vaccinazioni alla fascia d’età 70-79, che saranno effettuate con AstraZeneca, ma il direttore generale del Welfare della regione, Giovanni Pavesi, ha detto di avere ancora dubbi su come gestire i casi più delicati. «Se oggi si presenta un 70-75 enne e rifiuta AstraZeneca, non so come dobbiamo comportarci, ci stiamo pensando», ha detto oggi.

Diverse regioni denunciano rinunce alla prenotazioni, incertezza e preoccupazione dei pazienti riguardo al vaccino AstraZeneca. Ma è ancora presto per avere un quadro completo. Le vacanze di Pasqua hanno probabilmente influenzato l’afflusso di persone ai centri vaccinali e servirà ancora qualche giorno per avere il polso della situazione.

Il Lazio, una delle regioni che hanno vaccinato il numero più alto di anziani, ha annunciato che da domani i 62enni e i 63enni potranno prenotarsi per ricevere il vaccino AstraZeneca.

Il resto d’Europa

Dopo la decisione dell’Ema di ieri, i ministri della Salute europei si sono incontrati in teleconferenza per coordinare le reazioni dei loro paesi. La situazione, però, rimane piuttosto intricata e diversi governi hanno reagito in modo differente.

La Germania, ad esempio, ha raccomandato l’utilizzo di AstraZeneca solo agli over 60, come l’Italia, ma ha anche raccomandato l’utilizzo di un vaccino differente per la seconda dose.

La Spagna ha sospeso la vaccinazione degli under 60 con AstraZeneca e non ha ancora preso una decisione sulla seconda dose.

La Francia e il Belgio hanno deciso di sospenderne la somministrazione agli under 55. Svezia e Finlandia hanno invece sospeso la somministrazione agli under 65.

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