Si è tolta la vita a Parigi il 7 dicembre, il giorno in cui è stata pubblicata un’inchiesta di France 2 sui casi di presunte molestie e violenze commesse dall’attore
L’attrice francese Emmanuelle Debever si è tolta la vita a Parigi lo scorso 7 dicembre, gettandosi nella Senna. Nata nel 1963 a Marsiglia, aveva 60 anni. Debever è stata tra le prime attrici ad aver accusato Gérard Depardieu di violenze sessuali e proprio il 7 dicembre era andato in onda un servizio sul canale France 2 nella trasmissione televisiva Complément d'investigation sui casi di presunte molestie e violenze da parte dell’attore, ripetutamente denunciate da molte attrici.
Debever aveva denunciato Depardieu per violenze sessuali nel film del 1983 “Danton”, del regista polacco Andrzej Wajda, dove lui interpretava il rivoluzionario rivale di Robespierre e lei la giovanissima moglie. L’inchiesta andata in onda su France 2 ha ricordato un post Facebook dell’attrice pubblicato nel 2019, che si rivolgeva al «Signor Depardieu. Oggi assolto dall’accusa di stupro e violenza sessuale», aggiungendo un «No comment».
Il post proseguiva: «Il mostro sacro si è concesso molte cose durante queste riprese... Approfittando dell’intimità all’interno di una carrozza, aveva fatto scivolare le sue grosse zampe sotto le mie sottovesti, per una cosiddetta migliore sensazione su di me... E non avrei permesso che accadesse a me. Qui, con gli occhi fissi sul patibolo, una testa stava per cadere. Da qui il mio sguardo».
La carriera
Debever ha debuttato nel 1982 sulla tv francese nella soap opera “Joëlle Mazart” e “Le inchieste del commissario Maigret”. A 20 anni, nel 1983, ha recitato nel film di Jean-Claude Brisseau “Un jeu brutal”, dove intrepretava la figlia adolescente di Bruno Cremer, Isabelle, e colpita da paraplegia. Tra gli altri film a cui ha preso parte, “Vive la sociale!” e “Il triangolo circolare”.
Le accuse a Depardieu
È stata Charlotte Arnould nel 2018 la prima attrice ad accusare per stupro Gérard Depardieu. Recentemente, anche Hélène Darras ha presentato una denuncia formale per un’aggressione sessuale subita durante le riprese del film “Disco”, nel 2007. L’inchiesta di France 2 ha poi pubblicato immagini inedite di un viaggio dell’attore in Corea del Nord, per i 70 anni del regime, dove Yann Moix, regista e scrittore, aveva girato immagini per un documentario, mai pubblicate.
I giornalisti di France 2 hanno potuto visionare le immagini e, in un estratto pubblicato sul canale Twitter come anticipazione, Dépardieu «davanti alle telecamere moltiplica le proposte oscene fatte alle donne», racconta l’inchiesta: «Le donne amano andare a cavallo, hanno la clitoride che sfrega sul pomello della sella. Godono un sacco, sono delle grandi troie».
Continua l’inchiesta: «Arriva a sessualizzare una bambina di 10 anni: ‘Brava figliola, continua! Vedi che si sta grattando lì’», dice ridendo. I video mostrano un’altra scena in cui si rivolge a una collaboratrice raccontandole di pesare 124 chili, «aspetta, e ora non ho più un’erezione. Quando è eretto è 126». L’attore, scrive Libération, «ha un’ossessione per i commenti di natura sessuale» e spesso sono accompagnati da gesti.
Dépardieu, dal 2020 indagato per violenza e aggressioni sessuali ai danni di Arnould, non ha risposto alle richieste di commento. Ma dal 2023 sono state pubblicate sui giornali francesi diverse altre testimonianze che dimostrano la serialità di questi comportamenti abusanti, come rivelano le inchieste di Mediapart, con le storie di 13 donne, e di France Inter che ha raccontato delle violenze subite da una donna all’età di 27 anni: «Ha abbassato i pantaloni e mi ha mostrato i suoi genitali».
© Riproduzione riservata