L’inchiesta di Bari sullo spione dei conti di Meloni & Co., verifiche sull’istituto per violazione della responsabilità amministrativa. La banca:«Abbiamo seguito le procedure, massima collaborazione con autorità». L’ex bancario Coviello vuole la conciliazione
L’inchiesta sul bancario Vincenzo Coviello che si intrufolava nei conti correnti dei potenti si arricchisce di due importanti novità. La prima: Banca Intesa sarebbe indagata dalla procura di Bari, che sta conducendo le verifiche sul dipendente licenziato dall’istituto.
Per gli inquirenti avrebbe violato la legge sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. In pratica, secondo i pm, l'istituto non avrebbe tempestivamente segnalato agli inquirenti gli accessi abusivi. Un capitolo nuovo di questa storia che ora potrebbe aprire un altro scenario: dopo lo scandalo, i legali di alcuni clienti vittime del bancario hanno chiesto informazioni per valutare cause civili ai danni della banca.
«La Banca non ha ricevuto alcuna comunicazione dall’autorità giudiziaria», precisa un portavoce di Intesa, che prosegue: «La Banca ha potuto procedere con la notifica presso l’Autorità per la Privacy e la denuncia presso la Procura di Bari come parte lesa nei tempi resi possibili da un processo esteso e accurato, volto alla ricostruzione di quanto avvenuto.
Una volta che la struttura di controlli interni ha evidenziato le anomalie, hanno subìto preso avvio la procedura disciplinare e l’analisi dei fatti che hanno richiesto una complessa ed estesa ricostruzione di quanto avvenuto.
Nel mentre la Banca ha sospeso cautelativamente il dipendente e ha proceduto ad avviare l'interlocuzione con l’Autorità per la Privacy, integrando successivamente l'iniziale notifica con gli sviluppi della vicenda. La complessa analisi dei fatti con il conseguente completamento del procedimento disciplinare - nel rispetto delle procedure a garanzia e tutela del lavoratore - ha condotto al licenziamento alla luce delle gravi e ripetute violazioni di norme regolamenti e procedure interne da questo commesse.
Solo a conclusione di tutto ciò, la Banca ha infine potuto procedere a sporgere denuncia come parte lesa, sulla base dell’esposizione dei fatti come ricostruiti all’autorità giudiziaria.
Il comportamento della Banca sarà come sempre basato sulla massima collaborazione con le autorità», si chiude la nota.
Conciliazione
Ma c’è poi una seconda novità, da quanto risulta a Domani. E riguarda un tentativo di conciliazione con la banca proposto, tramite i suoi legali, da Coviello. Iil 52enne di Bitonto che, come rivelato da questo giornale, avrebbe effettuato dal 2022 al 2024 quasi 7mila accessi abusivi sui conti correnti dei potenti e di gente comune.
L’ex dipendente del Gruppo Intesa Sanpaolo è stato infatti licenziato dall’istituto di credito. Ora, l’ex funzionario del distaccamento di Bisceglie della filiale dell’Agribusiness di Barletta, è accusato di accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello stato. Ma la vicenda che lo riguarda ha pure altri profili. Giuslavorativi, per l’appunto. Motivo per cui, Coviello ha proposto istanza di conciliazione con Intesa.
«Oltre ad impugnare il licenziamento, abbiamo adito la commissione paritetica Abi per tentare la conciliazione», fanno sapere dallo studio legale Polis di Bari.
«Una volta che ci saranno i termini per farlo, proporremo anche ricorso dinnanzi al tribunale», continua la difesa di Coviello.
L’orizzonte dell’inchiesta
Prosegue intanto l’indagine dei pm, che stanno esaminando il contenuto dei telefoni e dei pc sequestrati a Coviello Vogliono anche capire se l’uomo abbia agito «verosimilmente in concorso» a qualcuno. Nelle prossime ore la nomina del perito della procura per l’analisi dei pc e dei telefoni di Coviello.
Tanti i dubbi sul “caso” che ha stravolto la tranquillità del piccolo borgo pugliese e scosso il governo. Tra gli “spiati” eccellenti ci sono di fatto anche la premier Giorgia Meloni, la sorella Arianna e l’ex Andrea Giambruno. I ministri Santanchè e Crosetto, insieme ad altri nomi della politica ma anche di vip, attori e sportivi. Da Al Bano a Valeria Marini. L’elenco, ormai noto, è lunghissimo.
L’ultima perplessità è se l’ex funzionario di banca potesse essere titolare allo stesso tempo anche di uno studio privato da commercialista e quindi se potesse parallelamente all’attività bancaria esercitare come libero professionista. «Questo è un particolare di cui non sono a conoscenza», la risposta sul punto del legale.
Intanto la presidente del Consiglio indossa la veste di «più dossierata d’Italia» e il senatore forzista Maurizio Gasparri ribadisce la necessità «di fare chiarezza per il rispetto dei clienti della banca». Tutta la maggioranza già immagina un grande complotto. E c’è persino chi parla di manine occulte per colpire chi sta al governo.
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