«Se fossi stato il presidente del Consiglio non avrei incontrato Zelensky», ha detto Berlusconi. «Bastava che Zelensky cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico molto negativamente il suo comportamento». La replica di fonti del governo: «Il sostegno all’Ucraina da parte del governo italiano è saldo e convinto»
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, è tornato a dire la sua sulla guerra in Ucraina, mettendo in difficoltà la premier Giorgia Meloni.
Fuori dal seggio elettorale Berlusconi ha attaccato il presidente Volodymyr Zelensky: «Se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico molto negativamente il comportamento di questo signore».
L’unico modo per arrivare alla pace, secondo Berlusconi, è che Joe Biden smetta di finanziare e armare Kiev. «Per arrivare alla pace penserei che il signor presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli “è a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l’Ucraina. Un piano Marshall 6-7-8-9mila miliardi di dollari, a una condizione, che tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi”. Soltanto una cosa del genere potrebbe convincere questo signore ad arrivare ad un cessate il fuoco».
A stretto giro è arrivata la risposta piccata del governo, che non faceva nomi ma aveva un destinatario evidente: «ll sostegno all’Ucraina da parte del governo italiano è saldo e convinto, come chiaramente previsto nel programma e come confermato in tutti i voti parlamentari della maggioranza che sostiene l’esecutivo». Anche il coordinatore di Forza Italia nonché ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha cercato di rimediare alle parole di Berlusconi. Lo ha fatto attraverso un tweet ribadendo il sostegno degli azzurri a Kiev:
Su Sanremo
Berlusconi si è espresso anche sulle polemiche politiche riguardo alla 73esima edizione di Sanremo. «Ho avuto poco tempo per seguire il Festival di Sanremo – ha detto – Mi dispiace però che non da oggi questo grande evento televisivo abbia cambiato pelle. Si è progressivamente trasformato in un evento dai connotati ideologici, nel quale non fa notizia la musica ma piuttosto una serie di provocazioni legate all’attualità, tutte orientate in un modo che dispiace ad almeno la metà degli italiani».
La reazione
Tra i primi politici a esprimersi sulle parole di Silvio Berlusconi c’è il leader di Azione Carlo Calenda, che in Lombardia sostiene la candidata Letizia Moratti. «Berlusconi ricomincia con i suoi vaneggiamenti putiniani, in totale contrasto con Ue, il governo di cui fa parte e il ministro degli Esteri che è anche espressione del suo partito. Pessimo», ha scritto Calenda su Twitter.
Della Vedova di +Europa ha detto: «Le parole di Berlusconi che sconfessa Meloni sull’Ucraina sono gravissime. Il no di Salvini a Zelensky a Sanremo non era nulla a confronto. Tajani e Meloni chiariscano la posizione di governo e della maggioranza su Ucraina».
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