Continua la repressione di Lukashenko a danno di giornalisti e difensori dei diritti umani. Nel 2020 sono stati arrestati circa 477 reporter, molti dei quali sono in attesa di processo. Le manifestazioni, scaturite contro i presunti brogli elettorali, sono state represse con violenza dalla polizia
Due giornaliste sono state condannate a due anni di carcere da un tribunale bielorusso. L'accusa dei giudici è di aver fomentato le proteste contro il presidente Alexander Lukashenko filmando una manifestazione non autorizzata.
Katerina Bakhvalova, 27 anni, e Daria Chultsova, 23 anni, lavoravano per Belsat Tv, un canale televisivo dell'opposizione con sede in Polonia. Sono state arrestate per la prima volta a Minsk lo scorso novembre mentre erano in piazza a trasmettere in diretta le immagini di una protesta non autorizzata. Ora è arrivata anche la condanna. In totale, lo scorso anno sono stati arrestati circa 477 reporter in Bielorussia, molti dei quali sono in attesa di un processo.
La repressione di Lukashenko
La sentenza di condanna delle due giornaliste è arrivata dopo che nei giorni scorsi le forze di polizia bielorusse hanno effettuato un vasto blitz di arresti a danno di giornalisti e difensori dei diritti umani. Nel mirino l’Associazione bielorussa dei giornalisti, il cui presidente è stato arrestato, e l’organizzazione per i diritti umani Viasna. In totale sono almeno 30 gli arresti.
La repressione colpisce duramente anche l’opposizione politica del paese. Maria Kolesnikova, musicista e politica bielorussa, tra le animatrici delle proteste bielorusse del 2020 in opposizione al governo, rischia fino a 12 anni di carcere per «cospirazione volta a prendere il potere con mezzi incostituzionali e per la creazione e la guida di un gruppo estremista».
Le manifestazioni del 2020 sono iniziate dopo lo spoglio elettorale dello scorso 9 agosto in cui è stato confermato alla guida del paese Alexander Lukashenko, giunto al suo sesto mandato di fila. I leader dell’opposizione e alcuni scrutinatori hanno più volte denunciato i brogli commessi durante il voto, fino ad ora senza successo.
La promessa di una nuova costituzione
La risposta delle autorità alle proteste è stata violenta e repressiva. Ogni tumulto di dissenso è stato messo a tacere. Sarebbero state arrestate più di 30mila persone negli ultimi mesi e sono migliaia i cittadini picchiati dalla polizia.
Per fermare Lukashenko, gli Stati Uniti e l'Unione europea hanno approvato sanzioni contro alcuni funzionari bielorussi. Settimana scorsa il presidente bielorusso ha detto davanti all’Assemblea nazionale di voler dare vita a una riforma costituzionale da approvare tramite referendum entro la fine del 2021. Nel suo discorso ha accusato forze esterne di essersi intromesse negli affari interni del paese fomentando le proteste.
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