Intercettati, Silvana Saguto e Carmelo Provenzano, parlano di Calatanissetta e di "un bel triangolone", una sorta di area franca delle misure di prevenzione, dove l'esercizio delle funzioni giudiziarie ben si sarebbe potuto sposare con le cointeressenze privatistiche tese alla sistemazione di persone gradite e familiari dei magistrati
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è dedicata alla vicenda di Silvana Saguto, la giudice del Tribunale di Palermo che gestiva i beni sequestrati alla mafia finita al centro di un’indagine partita nel 2015 dalla procura di Caltanissetta. Nella condanna di primo grado i magistrati hanno accertato scambi di favori e di soldi tra la Saguto, avvocati e amministratori giudiziari.
Segnatamente, il 28 agosto 2015 a casa della Saguto veniva captata la seguente conversazione.
Carmelo Provenzano: io con lui ho parlato, con Giovanbattista. Ho detto ..., a parte sulla cosa di Caltanissetta per una proiezione futura. Perché secondo me se Giovanbattista però va a Caltanissetta invece di andarsene a Roma...
Silvana Saguto: ... sarebbe perfetto per noi...
Carmelo Provenzano: ... sarebbe perfetto.
Silvana Saguto: ... in questo momento per i ragazzi.
Carmelo Provenzano: Perché secondo me a Caltanissetta uno papabile era Fabio Licata, che aveva tutti i titoli per ...
Silvana Saguto: Non ci vuole andare.
Carmelo Provenzano: Ma infatti se n'è andato, ormai è andato.
Silvana Saguto: Se ne va fuori.
Carmelo Provcnzano: Cioè, lui .... cioè perché ... , cioè .... Ha un curriculum Fabio da presidente ormai.
Silvarnt Saguto: Certo! Ha già presieduto ma poi comunque ha fatto tante cose.
Carmelo Provenzano: Ha presieduto già una sezione?
Silvana Saguto: Collegio, no, sezione no. Facente funzioni, secondo collegio,
Carmelo Provenzano: Allora, andiamo per gradi così concretizziamo quello che ci siamo detti: primo punto ... ( ... omissis ... )
Carmelo Provenzano: Va bene, allora io questa te la risolvo di qua, ora tu mi hai dello questa cosa di Giovanbattista, io queste te la concretizzo.
Silvana Saguto: Si, è importante.
Ore 10:45:37
Carmelo Provenzano:... vedo io anche sui social, come sta tirando, questi giornali, tipo ...
Silvana Saguto: E quindi ...
Carmelo Provenzano: ... duemila ..., duemila persone...
Silvana Saguto: ... dico, se lui si mette a Caltanissetta, facciamo un triangolone con .. smuoviamo un poco a Grillo ...
Carmelo Provenzano: Sono d'accordo.
Silvana Saguto: Facciamo tante cose, in generale, per tutti
Carmelo Provenzano: Sì, si, si, sono d'accordo.
Silvana Saguto: Perché Caltanissetta è una bella piazza quando si lavora.
Carmelo Provenzano: Sono d'accordo. Poi .. Allora io li ..., faccio una cosa invece: siccome io a Salvalore Falzone, che la mamma ... , che sono Falzone, suo papà è direttore di. .. , l'abbiamo avuto con noi nella co ... , io ho detto «guarda, io .. siccome operare a Caltanissetta mi viene difficile, ora insisterò tantissimo per un posto di amministratore tu là». A che lui è amministratore lì, mettiamo Francesco come coadiutore.
Silvana Saguto: Certo!
Carmelo Provenzano: O "ci siddìa" fare il coadiutore giudiziario a Francesco?
Silvana Saguto: Lui ci vuole andare, vuole farlo.
Carmelo Provenzano: Quindi vuole farlo il coadiutore? Sei sicura, no?
Silvana Saguto: Certo. Lui vuole fare il coadiutore proprio, dice: «così imparo...».
Carmelo Provenzano: Va bene.
Silvana Saguto: perché non le so fare queste cose, sennò mi dovrei portare a uno che mi fa da coadiutore a me, ma che in realtà è lui che agisce.
Carmelo Provenzano: Questa discussione è stata fatta ieri e l'altro ieri con i Falzone, che hanno uno studio grandissimo a Caltanissetta, solo che loro mi...
Silvana Saguto: E lo stesso vale per Mariangela ...
Carmelo Provenzano: ... e mi hanno chiesto la co ...
Silvana Saguto: ... se hanno bisogno di coadiutori in qualche altra procedura poi ..
Carmelo Provenzano: Mi hanno chie .... Mih! Tutte e due lì se ne vanno
Silvana Saguto: Hanno tutti e due fatto il corso, tra l'altro.
Carmelo Provenzano: Tutti e due lì se ne vanno. Si pigliano un apparta men...
Silvana Saguto: Sono tutti e due avvocati.
Carmelo Provcnzano: Al limite si pigliano un appartamentino di appoggio quando avvicinano là tutti e due, perché non tutti e due? Ci dissi: «te la faccio», così sono convinti. Perché Falzone me l'ha detto, fa: «l'importante però è che mi appoggi tu, che ci sei tu, perché noi non abbiamo mai fatto ste cose», ci dissi: «non vi preoccupale, come società di supporto, di back Offìce ...».
Silvana Saguto: Si, loro possono chiedere a te e vedere con 1e, perché poi sennò si annoia troppo ...
Carmelo Provenzano: ... la facciamo.
Silvana Saguto: Lui vuole fare ormai che si fa una traccia alla settimana, perché se il concorso dovesse andare male, così non è che si è dimenticalo tutto, se lo dovesse rifare alla prossima.
Il “Triangolone”
È evidente, a parere del Collegio, come la Saguto, nella predetta conversazione captata il 28 agosto 2015 nella sua abitazione, parli con Carmelo Provenzano della possibilità che, qualora il dott. Giovanbattista Tona, magistrato a Caltanissetta, avesse ottenuto l'incarico di presidente di sezione delle misure di prevenzione nel Tribunale nisseno, Silvana Saguto con Carmelo Provenzano, coinvolgendo anche il Presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, Dott. Piero Grillo, avrebbero potuto fare "un bel triangolone", ovvero una sorta di area franca delle misure di prevenzione, dove l'esercizio delle funzioni giudiziarie ben si sarebbe potuto sposare con le cointeressenze privatistiche tese alla sistemazione di persone gradite e familiari dei magistrati, come il figlio e la nuora della Saguto, Francesco Caramma e Mariangela Pantò.
Orbene, tali conversazioni intercettate, più che apparire come la riprova per il passato e per il presente dell'esistenza di una stabile organizzazione criminale nei termini delineati dal pubblico ministero nel capo di imputazione in disamina, sembrano essere piuttosto un anelito dei due interlocutori alla creazione di una zona di potere ed egemonia nella gestione delle misure di prevenzione unitamente ad altri soggetti cui si fa appunto riferimento durante i dialoghi, e che all'epoca rivestivano ruoli di primo piano nella magistratura che a tale materia si dedicava.
Peraltro, quella appena riportata è una conversazione che interviene solamente tra Silvana Saguto e Carmelo Provenzano e che cristallizza una loro aspirazione, una tensione finalistica futura e nella quale nessun ruolo - neppure futuro, è bene ribadirlo - sembra essere attribuito agli altri soggetti, [...].
Deve concludersi, dunque, che il tenore di tale dialogo rassegna la volontà della Saguto e di Provenzano di far emergere nuove figure e soggetti, piuttosto che portare avanti un programma delittuoso già delinealo e cristallizzato tra tre o più persone già individuate e consapevoli della loro appartenenza ad una già ben definita societas sceleris.
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