Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è dedicata alla vicenda di Silvana Saguto, la giudice del Tribunale di Palermo che gestiva i beni sequestrati alla mafia finita al centro di un’indagine partita nel 2015 dalla procura di Caltanissetta. Nella condanna di primo grado i magistrati hanno accertato scambi di favori e di soldi tra la Saguto, avvocati e amministratori giudiziari.

La Saguto, da questo momento in poi, avvertiva, tuttavia, la necessità di una variazione del tenore di vita del suo nucleo familiare.

Il suo mutato atteggiamento («la situazione nostra economica è arrivata al limite totale..») emerge chiaramente dalla conversazione intrattenuta con il figlio Elio il 9.07.2015, nel corso della quale la Saguto (DI) così si esprimeva testualmente:

DI: Elio dobbiamo parlare perché la situazione nostra economica è arrivata al limite totale .. non è possibile più completamente non... non .. tu ... se sommiamo tutto quello che hai speso ogni giorno spendi almeno 100 euro .. e magari di più .. di acquisii di cose che servono ... possono servire..più quello che mangi più quello che ci vuole di benzina noi non ci arriviamo .. non ci arriviamo con quello che spendo io .. quello che spende Francesco non spende niente comunque .. Emanuele e tutto il resto non ci arriviamo più perché ormai non abbiamo da dove prendere i soldi quindi poi ti dirò quando vieni sono successe altre cose quindi .. dobbiamo fare proprio una parlata tutti

Elio: che è successo?

DI: per vedere cosa dobbiamo fare .. no poi quando vieni te lo racconto oggi sono stata dal Presidente Natoli le soluzioni..le situazioni si vanno evolvendo ..e insomma ci sono cose che si devono dire e si devono ..fare

Elio: si vanno evolvendo?

DI: Sì abbiamo parlato vediamo che cosa si deve fare .. ci sono sempre nuove cose che vanno sempre peggiorando per certi versi.. e poi non lo so se se ne creano soluzioni alternative .. quello che è ..per ora noi non possiamo .. voi non potete farmi spendere 12 13 14 mila euro al mese .. noi non li abbiamo questi introiti ... perciò siamo indebitati persi .. non è possibile .. cioè non si può fare .. non esiste stipendio che possa garantire queste cose

Elio: mmh (n.d.t.:annuisce)

DI: non può esistere .. quindi bisogna avere i soldi in mano e comprare quei soldi..in modo che una vede quando spende e si fa bastare non compra tulle le cose che compriamo .. ne compra di meno .. io levo i conti dai Macellai dalle dalle cose .. le carte si .. intanto si bloccano per adesso si bloccano per forza di cose .. quindi o le faccio bloccare io o si bloccano proprio .. è inutile

Elio: non ho capito sta cosa si vanno evolvendo

DI: e non te

Elio: (inc.)

DI: lo puoi capire mai..non lo puoi neanche inventare .. non lo puoi capire se non te lo dico

Elio: mi devo preoccupare?

DI: no Elio tutto si risolve .. niente di particolare però sono situazioni che certo a livello economico non ci avvantaggiano quindi ... bisogna prendere un provvedimento .. io ho pensato di parlare con [Forello] anche padre .. e di chiedere che intenzioni hanno .. concretamente.

La testimonianza della scorta

Il teste Achille De Martino, assistente capo coordinatore della Polizia di Stato e componente del Reparto scorte della Questura di Palermo che si è occupato della protezione della dott.ssa Saguto dall’ottobre 2004 al settembre 2016, escusso all’udienza del 7 marzo 2018, ha confermato quale fosse il tenore di vita della Saguto prima e come fosse cambiato dopo lo scandalo del maggio del 2015.

Ha raccontato di aver avuto modo di constatare, occupandosi della tutela della Saguto, che il tenore di vita della Saguto era abbastanza elevato e, segnatamente, ha ricordato che la medesima frequentava, con cadenza settimanale, ristoranti molto costosi come il “Bye Bye Blues” a Palermo, “I pupi” di Bagheria e “L’Antica Filanda” nei pressi di Galati Mamertino.

Ancora, ha affermato che, con frequenza mensile, la Saguto era solita acquistare in negozi di abbigliamento importanti: negozio “Aricò”, in via Marchese Ugo; “Hermes”, ''Gucci”; “Louis Vuitton". Il teste ha continuato, poi, soffermandosi sulle spese sostenute dalla Saguto per i figli, i cui desideri - dall'acquisto di macchine ai viaggi – la Saguto era solita accontentare.

Nello specifico, il teste si è soffermato sulle spese sostenute dalla Saguto per il figlio Elio, il quale prima studiava a Varese dove gli era stata affittata una casa, poi si era trasferito a Roma, ivi abitando presso un importante residence con piscina e campo da tennis.

Ha continuato il teste raccontando che Elio rientrava spesso in aereo a Palermo, tanto che il di lui il fratello maggiore aveva detto come battuta «ma ad Elio gli sembra che ha l'autobus?».

Ad un certo punto Elio aveva smesso di studiare ed aveva partecipato a dei corsi di cuoco, tenendo anche degli eventi a Roma, Milano e Palermo; quindi era rientrato a Palermo, dove abitava in una villa a Mondello (Partanna Mondello ), presa in affitto dal figlio del dott. Natoli, all'interno di un residence abbastanza costoso.

Sulla base di tali circostanze, il teste De Martino ha affermato che le spese sostenute dalla dott.ssa Saguto erano molto elevate, ma che poi, nel periodo successivo allo scandalo, erano andate via via diminuendo. Ha, infatti, riferito De Martino che, ad esempio, se prima la Saguto, quando era invitata da amici portava i dolci della pasticceria più costosa di Palermo, dopo lo scandalo, portava una torta fatta in casa.

Il figlio Elio aveva lasciato la villa a Mondello per far ritorno nella casa della madre; la frequenza degli acquisti nei negozi importanti era calata notevolmente e la dott.ssa Saguto aveva anche cambiato parrucchiere, passando da uno rinomato ad un altro presso un centro commerciale,

Orbene, così ricostruito il contesto dei rapporti, l'incontro tra Cappellano Seminara e la Saguto, avvenuto la sera del 30 giugno 2015 alle ore 22,35, a giudizio del Tribunale non poteva che essere motivato dalla necessità di consegnare la più volta citata documentazione, che altro non era, come si è più volte detto, che il denaro di cui la Saguto aveva estremo bisogno per fronteggiare, con urgenza, le difficoltà economiche in cui versava la sua famiglia.

Le conversazioni telefoniche ed ambientali sopra riportate hanno, invero, offerto prove inequivocabili della situazione di crisi economica in cui versava il nucleo familiare Saguto/Cararnma e del ruolo di Cappellano Seminara come fonte di approvvigionamento indebitamento di denaro […].

E' emerso chiaramente come Silvana Saguto e Lorenzo Caramma (ed i loto figli), per la risoluzione della importante crisi di liquidità in cui versavano (nel mese di giugno la famiglia aveva raggiunto un deficit di 8.050 euro giusti giusti, richiamando l'espressione dell'impiegato di banca che telefonava a Lorenzo Caramma per sollecitare il rientro dall'indebitamento) non facevano affidamento sui redditi familiari, ma si rivolgevano a Cappellano Seminara quale soggetto che poteva offrire loro i necessari aiuti economici.

Significativo è, al riguardo, il riferimento a «soldi immediati, soldi tanti» utilizzato da Silvana Saguto quando, nella telefonata del 28.6.2015 con il figlio Elio, invitava lo stesso a non sperare in rapide e cospicue elargizioni, perché "non gliel'hanno accolta la cosa a Cappellano sai?" (la controversia pendente dinanzi al Cga di Palermo, ed avente ad oggetto la parcella milionaria liquidata dalla stessa Saguto nella procedura di prevenzione Sansone a favore di Cappellano Seminara).

E che si trattasse di richieste di corresponsione di somme di denaro prive di una causa lecita (e non, quindi, come sostiene la difesa, di pagamento per le attività rese da Lorenzo Caramma presso le varie aziende in sequestro) lo si ricava chiaramente proprio dal complessivo tenore delle conversazioni captate e dalle espressioni utilizzate.

Gli imputati sentono la necessità di utilizzare un linguaggio criptico per parlare del denaro (cfr. i termini documento, documenti, fascicolo, ecc.).

[…] Gli imputati Saguto e Caramma (esami resi all'udienza del 27.2.2019 da Silvana Saguto e a quella del 6.3.2019 da Lorenzo Cara1nma) hanno sostenuto che il denaro versato in contanti sui conti corrente deriverebbe dall'aiuto economico degli anziani genitori.

Si tratta di una tesi che non può essere accolta.

Le conversazioni intercettate, infatti, offrono un quadro chiaro della grave situazione economica della famiglia Saguto-Caramma nei mesi cli giugno e luglio 2015. I soggetti intercettati - Lorenzo Caramma, Silvana Saguto e i loro figli Elio ed Emanuele - mostravano un'elevata preoccupazione per la situazione finanziaria, che non gli stava consentendo neanche di pagare le spese correnti (bolletta della luce, stipendio della domestica Lisetta, affitto del figlio Elio, ecc.). […] Si tratta dell'ulteriore conferma che, almeno in quel periodo, non erano i genitori i soggetti a cui Silvana Saguto e Lorenzo Caramma intendevano rivolgersi per risolvere i loro problemi economici.

Anche le successive intercettazioni, che registrano una crescente tensione e preoccupazione dei componenti del nucleo familiare in vista dell'addebito sul conto del saldo della carta di credito, non contengono alcun riferimento ai genitori degli imputati.

[…] L’unico soggetto che veniva spasmodicamente cercato in quel periodo era Cappellano Seminara ed i familiari della Saguto risultavano interessati agli spostamenti di Cappellano Seminara (Trapani, Roma) ed alle vicissitudini giudiziarie dello stesso, tutte circostanze che si riverberavano sulla famiglia Saguto-Caramma.

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