Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è dedicata alla vicenda di Silvana Saguto, la giudice del Tribunale di Palermo che gestiva i beni sequestrati alla mafia finita al centro di un’indagine partita nel 2015 dalla procura di Caltanissetta. Nella condanna di primo grado i magistrati hanno accertato scambi di favori e di soldi tra la Saguto, avvocati e amministratori giudiziari.

Silvana Saguto si sarebbe impegnata il 4 e il 26 agosto 2015 a compiere un atto contrario ai doveri d'ufficio consistente nell'autorizzazione o nella ratifica della nomina di Maria Farruggia, cugina di Cappellano Seminara, nell'ambito della procedura Virga, con l'avallo di Carmelo Provenzano, "coadiutore con poteri congiunti e disgiunti dall'amministratore".

A fondamento dell'impianto accusatorio ci sono due intercettazioni.

La prima del 4.8.2015, captata in Tribunale, durante la quale Gaetano Cappellano Seminara (C.) chiedeva a Silvana Saguto (S) di trovare un impiego per sua cugina (Maria Farruggia):

C: ah...si... poi ti volevo dire una cosa, ti volevo fare una (inc.) ... una preghiera e la preghiera sai cos'è? Mia cugina. "

S: ah! Si. si... si

C: mi sono fàtto portare (inc.)

S: stai tranquillo

C: un fatto, un fatto

S: stai tranquillo

C: peccato

S: lo troviamo

C: era, era stata... anche diploma di, aveva anche...

S: no, no ne abbiamo bisogno di lavoro non ti preoccupare

C. lei è in grado di fare veramente tutto (inc)

S: lei, se la cosa ne dobbiamo discutere, me la discuto

La seconda conversazione 

26 agosto 2015. Silvana Saguto (Silvana) telefonava a Gaetano Cappellano Seminara (Tanino) per annunciargli che l'indomani avrebbe "parlato di quella cosa di (sua) cugina" con Provenzano, che era appena tornato a Palermo:

Tanino: Pronto?

Silvana: Tanino, ciao

Tanino: Ehiii! Silvana, ciao

Silvana: Senti, eh .. niente, ti volevo dire .., che domani parliamo di quella cosa di tua cugina

Tanino: Ah

Silvana: Va bene?

Tanino: Ecco, volevo ... perché mi era arrivata ... m'è arrivata un .. m'è arrivato un un messaggio proprio da lei, per ... per sapere ...

Silvana: Si, sì, e non c’è stato Provenzano...

Tanino: Eh. ho capito

Silvana: ... lo sai. È tornato oggi

Tanino: Mmh (n.d.t. annuisce).. Fammi sta cortesia

Silvana: Sì, sì, te lo ... ti volevo rassicurare perché poi magari non ti vedo

Tanino: Va bene

Silvana: E ... tu hai pensato a quello a cui dovevi pensare, se è sta ...

Tanino: Si, c'ho pensato

Silvana: ... se è stato fatto?

Tanino: Sì, si, ieri sera, ieri sera

Silvana: E poi ti dico ... ma io ti dovo vedere? Devi portarmi provvedimenti? Devi fare cose?

[...]

Valgono le stesse considerazioni poc'anzi riportate.

L'impegno a segnalare la cugina di Cappellano Seminara per farle ottenere un incarico di lavoro all'interno di qualche amministrazione giudiziaria, se da sé non è qualificabile come atto contrario ai doveri di ufficio, costituisce, tuttavia, ad avviso del Collegio, conferma della condotta di messa a disposizione della Saguto, nell'ambito del rapporto caratterizzato da cointeressenze reciproche con Gaetano Cappellano Seminara.

Silvana Saguto continuava, invero, a ricevere denaro tramite gli incarichi del marito e restava disponibile ad attivarsi per ogni esigenza di Cappellano Seminara, come quella di soddisfare un bisogno lavorativo della cugina.

Ancora una volta è dalle conversazioni captate che emerge in maniera evidente la prova del sinallagma corruttivo, caratterizzato da una serie di do ut des a tutto campo: nella telefonata del 26 agosto 2015 la Saguto, subito dopo avere, di sua iniziativa, ricordato a Cappellano Seminara che si stava muovendo per sua cugina ("Senti. eh.. niente, ti volevo dire... che domani parliamo con Provenzano di quella cosa di tua cugina .. ") poi si affrettava a richiedere a Cappellano Seminara,

con linguaggio criptico, qualcosa di cui i due non potevano parlare apertamente al telefono (Silvana: tu hai pensato a quello a cui dovevi pensare se e sta .. Tanino: Si, c'ho pensato. Silvana: ... se è stato fatto? ... Tanino: Sì, sì, ieri sera, ieri sera ...).

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