L’assassinio di Carmelo Magli figura all’interno del processo Ellesponto contro la criminalità organizzata pugliese; movente dell’omicidio era la volontà di voler lasciare un messaggio alla polizia penitenziaria, che i clan malavitosi ritenevano essere troppo dura con i carcerati.
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è dedicata alle persone meno note uccise dalla mafia e il cui numero cresce di anno in anno. Dal 1961 si contano circa 1031 vittime innocenti.
Carmelo Magli venne trucidato da colpi di arma da fuoco nella notte del 18 novembre del 1994. Aveva ventiquattro anni, era un poliziotto e rientrava da una giornata di lavoro alla Casa Circondariale di Taranto, ora a lui intitolata; quella notte per la strada provinciale San Giorgio Jonico lo aspettava una moto di grossa cilindrata con a bordo sicari incaricati di togliere la vita alla prima “guardia” che sarebbe passata di lì. Così si spezza la vita di Carmelo, uomo, marito, padre, vittima del dovere.
Una pattuglia della polizia stradale nota la vettura uscita fuori strada e i finestrini rotti, accostandosi scopre il corpo esanime di Carmelo; il giorno dopo gli investigatori rinvengono sul luogo 12 bossoli, calibro 7,65.
L’assassinio di Carmelo Magli figura all’interno del processo Ellesponto contro la criminalità organizzata pugliese; movente dell’omicidio era la volontà di voler lasciare un messaggio alla polizia penitenziaria, che i clan malavitosi ritenevano essere troppo dura con i carcerati.
Quella nel carcere di Taranto era una situazione “difficile”: i detenuti tentavano quotidianamente di condizionare lo svolgimento dei compiti di vigilanza e gli agenti del penitenziario temevano per la loro incolumità. Ai tempi la città dei due mari era scenario di sanguinose guerre fra i clan della malavita, che combattevano per contendersi la preminenza assoluta degli affari illeciti sul territorio.
La Corte d’Assise di Lecce condannò i responsabili dell’assassinio di Carmelo all’ergastolo. Tra i responsabili, Osvaldo Mappa, che non ci pensò due volte a sparare in direzione di Magli, ma che subito dopo il suo arresto si pentì, diventando collaboratore di giustizia, e venendo poi ucciso in un agguato. Il processo Ellesponto fu a proposito un esempio di grande forza ed equilibrio da parte della magistratura.
Carmelo Magli è stato insignito della Medaglia d'Oro al Merito Civile alla Memoria, con la motivazione di essere “splendido esempio di straordinario senso del dovere e di elevate virtù civiche, spinti fino all’estremo sacrificio”.
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