Le regioni cercano tutte le misure possibili per non chiudere tutto. Intanto il premier dice che il governo resta all'erta ma bisognerà fare il possibile. «Dobbiamo scongiurare un secondo lockdown generalizzato» ha detto questa mattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte intervenendo (in videoconferenza) al Festival del Lavoro.

«Condivido la crescente preoccupazione per l'aumento dei contagi a cui stiamo assistendo in questi giorni. Siamo ancora dentro la pandemia, dobbiamo tenere l'attenzione altissima». ha detto, ma adesso si punta a trovare soluzioni meno drastiche della prima ondata. «Forti dell'esperienza della scorsa primavera dobbiamo contenere il contagio puntando a evitare l'arresto dell'attività produttiva e lavorativa, come pure la chiusura delle scuole e degli uffici pubblici». Ma ha detto di rimanere «vigili, prudenti, pronti a intervenire nuovamente in qualsiasi momento, ove fosse necessario».

Lombardia

Intanto continuano le dichiarazioni dei governatori tirati costantemente in ballo sulle prossime scelte. Dopo la prima notte di coprifuoco in Lombardia, non si esclude un lockdown mirato su Milano e provincia dove nelle ultime 24 ore si sono registrati oltre 2mila nuovi contagi. Il governatore Attilio Fontana ne ha parlato ai microfoni di SkyTg24: «Guardiamo i numeri, dobbiamo iniziare a valutare i risultati delle misure che abbiamo assunto poi faremo ragionamenti. Tutto può essere, ci riserviamo di fare valutazioni sulla base dei risultati». E lancia poi un appello ai cittadini: «Si deve chiedere un grande sforzo e la disponibilità a rispettare regole e limitazioni che non fanno piacere a nessuno e che non sono giuste ma che vanno rispettate in una situazione che è drammatica».

Fontana si riferisce soprattutto agli anziani: «Lo chiedo con il cuore il mano. Chiedo il sacrificio in particolare ai più anziani, i malati cronici e più fragili: il loro rimanere a casa li tutela».

Fontana, intervenendo poi a un webinar di Confartigianato imprese Varese, ha detto che Milano, Varese e Monza Brianza sono sorvegliati speciali «perché sono le zone dove il virus corre più velocemente». In questa seconda fase «il virus è molto più diffuso», ha aggiunto.

Il governatore spera di non dover ricorrere a misure più drastiche. Da lunedì, al coprifuoco dalle 23 alle 5 e alla chiusura dei negozi nel fine settimana si aggiungerà la didattica a distanza per le scuole superiori. «Sono molto attento, sono convinto che non possiamo permetterci di arrivare a misure troppo drastiche».

Nel frattempo riaprirà nel pomeriggio l'Ospedale Covid allestito in Fiera durante la prima ondata di contagi: verranno accolti i primi sei pazienti trasferiti dagli altri ospedali della Lombardia. Guido Bertolaso, che ha seguito la costruzione e l’allestimento nei mesi scorsi, in visita al centro ha detto su Canale5 che presto il numero salirà: «Nei prossimi giorni la programmazione purtroppo, e sottolineo purtroppo, prevede che lunedì questo ospedale arrivi a ospitare 15 pazienti di rianimazione, a fine della settimana prossima 30 pazienti in rianimazione e all'inizio della settimana successiva, la prima di novembre, dovrebbe arrivare a ospitare 45 pazienti in rianimazione», 

Veneto e Sardegna

Anche il Veneto ipotizza nuove misure restrittive, ma non è al punto di dover valutare lockdown. «In questa fase non è oggetto di valutazione un lockdown, di certo però azioni di allentamento di quelli che sono assembramenti o altre attività le stiamo valutando seguendo la situazione giorno dopo giorno» ha detto il presidente Luca Zaia. Attualmente, ha ricordato, «Abbiamo 580 persone in ospedale per cui siamo in una fase di semaforo arancione ma che ancora non prevede un apertura di ospedali Covid. Devo dire che noi abbiamo fatto un tracciato in cinque fasi e siamo nella fase due dai 50 ai 150 pazienti in terapia intensiva». Superata questa fase «si va all’apertura di ospedali Covid e si arriva alle restrizioni», ha aggiunto.

Anche la Sardegna valuta. Entro il week-end il governatore Christian Solinas potrebbe emanare una nuova ordinanza con nuovi provvedimenti: al vaglio una sorta di lockdown 'stop&go' di 15 giorni per le principali attività, con contestuale chiusura di porti e aeroporti.

La conferenza delle regioni

Il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini ha detto che le Regioni non vogliono arrivare alle chiusura: «Sì, c'è uniformità di vedute tra Regioni e Governo» sulla necessità di evitare un lockdown nazionale. «Non ci si può permettere un nuovo lockdown generale e totale perché vorrebbe dire da pandemia sanitaria passare a pandemia economica e sociale», ha aggiunto, ribadendo che «bisogna saper selezionare tra le attività indispensabili e quelle che possono essere un po' meno indispensabili e sulle quali, per contrastare la diffusione, si può provare a prendere decisioni».

Coprifuoco inutili

Il professor Ranieri Guerra, rappresentante dell'Organizzazione mondiale della sanità nel Comitato tecnico scientifico non crede nell’efficacia dei cosiddetti coprifuoco: «Un palliativo per non chiudere tutto. Servono anche per limitare l'utilizzo di alcol e altre sostanze che rilassano i freni inibitori esponendo a rischi i giovani» ha detto intervistato dal Fatto Quotidiano. Anche lui però non pensa che il lockdown generalizzato sarebbe una strada percorribile: «Dobbiamo evitarlo perché provocherebbe rivolte armate. Le persone sono state sfinite dai tre mesi di lockdown». Anzi adesso bisogna «fare anche una valutazione sullo stato di salute mentale di tutti e dei nostri figli».

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