Il premier britannico vuole trasferire nel paese africano alcuni richiedenti asilo per svolgere l’iter burocratico. Un piano fortemente criticato dai laburisti che prevede un accordo con il Ruanda da 120 milioni di sterline.
Trasferire in Ruanda alcuni migranti che hanno raggiunto le coste del Regno Unito. È il piano del premier Boris Johnson per contrastare l’immigrazione illegale nel canale della Manica. La mossa prevede il trasferimento di alcuni richiedenti asilo nel paese africano per la gestione delle pratiche burocratiche riguardo i loro permessi di ingresso.
- Secondo la Bbc, il ministro dell’Interno Priti Patel è in Ruanda per firmare un accordo da 120 milioni di sterline con le autorità locali per far gestire tutto l’iter al paese africano. Le ong e le organizzazioni umanitarie hanno criticato il piano di Johnson, definendolo «crudele». Anche l’opposizione laburista ha parlato di un progetto «impraticabile e immorale». Il segretario di stato per il Galles Simon Hart, in un colloquio con Sky News, ha precisato che si tratterrebbe per lo più di «migranti economici maschi».
- Per il primo ministro inglese, invece, è la situazione nel Regno Unito a essere diventata ingestibile, a causa dei troppi sbarchi sulle coste. Mercoledì 13 aprile sono arrivate più di 600 persone su barchini e gommoni attraverso il canale della Manica, per un totale di oltre 5mila sbarchi nel 2022. E Johnson ha previsto che nelle prossime settimane potrebbero diventare mille al giorno. L’anno scorso, in totale, erano stati 28.526 gli ingressi illegali accertati. Per il numero 10 di Downing Street «la compassione può essere infinita, ma la nostra capacità di aiutare le persone non lo è». Sono, però, in molti a ritenere che il piano di Johnson sia stato pensato anche per distrarre l’opinione pubblica dagli sviluppi dello scandalo del Partygate, che ha visto essere multati dalla polizia per aver violato le norme anti-Covid, sia il premier che il cancelliere Rishi Sunak.
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Tuttavia il controverso trasferimento dei migranti in Ruanda, un paese che dista circa 6500 chilometri dal Regno Unito, non è l’unico provvedimento deciso da Johnson. Il premier, infatti, ha incaricato la Royal Navy, ovvero la marina militare britannica, di pattugliare il canale che separa Francia e Gran Bretagna. Tra l’altro, tra Londra e Parigi, i flussi migratori erano stati fonte di attriti mesi fa, durante le discussioni post Brexit.
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